La Gazzetta dello Sport

Il Parma stende il Frosinone e mette paura pure al Palermo

MENO MALE: E’ TORNATA LA PAZZA B DELL’ANDATA ● Calaiò sbaglia un rigore, ma poi l’attaccante cala la doppietta D’Aversa ora vede la A, mentre Longo è in crisi: squadra in ritiro

- di NICOLA BINDA Andrea Schianchi INVIATO A PARMA

Crescendo vengono i capelli bianchi, ci si impigrisce, si evitano sforzi per non correre guai. Poi vedi un campetto e un pallone e ti viene voglia di fare due tiri, perché dentro hai ancora quella grande voglia di giocare. Proprio come questa Serie B, che sin dai primi passi è stata spumeggian­te, ma che con il passare del tempo ha cercato quella prudenza che non le appartiene. Se nasci leone muori leone. L’indole è quella: riecco il campionato pazzo che ha divertito all’andata e che segna a raffica volando verso i mille gol (962 è il massimo nella storia).

Nessuna partita banale. Parma protagonis­ta: spesso contratto e bloccato, mai disinvolto, nel momento chiave della stagione si è tolto cravatta e mocassini ed è andato a correre su quel prato, divertendo­si. Colpisce invece la frenata del Palermo: ha ripreso il secondo posto affiancand­o il Frosinone, avrebbe dovuto fare uno scatto più deciso, ma ha anche rischiato il flop totale. Sorprende meno (Grosso ci ha abituato) il pari interno del Bari, condito da due variabili: quel marpione di Colantuono, che la stagione scorsa non ha certo legato con l’ambiente, e il comunicato alla vigilia della società, che nega problemi nei pagamenti e che invece rischiereb­be un deferiment­o per un ritardo con i contributi alla scadenza del 16 marzo scorso. Ci mancava questa...

Altre sorprese? Beh, il Foggia, per nulla turbato dal commissari­amento, ma scatenato quando va in trasferta: malissimo la Cremonese, che con 12 gare senza vittorie ha il peggior filotto del torneo. E poi la Ternana: un fanalino di coda che fa 5 gol a un avversario nei playoff non si vede tutti i giorni. Così come un gol da calcio d’angolo, anche se Tremolada ha trovato la vittima preferita: ne aveva fatto uno uguale la stagione scorsa, con l’Entella, sempre al Cittadella e al suo ex compagno (giovanili Inter) Alfonso.

Vogliamo poi parlare dell’Empoli? Niente di strano, all’apparenza: 24 gare di fila in gol (il record è del Pescara 201112 con 26), 20 gare senza perdere (record proprio dell’Empoli 2004-05 con 22). Già, ma dopo Donnarumma e Rodriguez anche la terza spalla di Caputo ha fatto gol. Bravo Piu, ovvio, ma viene un dubbio: se Andreazzol­i facesse giocare accanto al capocannon­iere anche Gabriel, forse troverebbe un gol anche da lui.

Vola il Parma di D’Aversa che schianta il Frosinone, conquista la 4a vittoria consecutiv­a e si proietta, non senza speranze, verso il 2° posto che vale la promozione diretta in A. Adesso ci sono soltanto due punti tra gli emiliani e la coppia Frosinone-Palermo, guarda caso le ultime due squadre battute al Tardini. Più che un sogno, a questo punto, l’idea di guadagnars­i il salto di categoria diventa un progetto, e sarebbe qualcosa d’incredibil­e perché nella primavera del 2015 il club gialloblù era fallito e doveva ricomincia­re da zero: mai nessuno è riuscito a fare un salto tanto lungo (dai Dilettanti alla A in tre anni), il Parma ci prova sapendo che l’impresa è difficile, però ci sono energie e qualità per tentare.

PERFEZIONE Contro il Frosinone non c’è stata partita. Nettamente superiori i ragazzi di D’Aversa che si permettono persino il lusso di fallire un rigore con Calaiò (netto il fallo di Brighenti su Di Gaudio). L’errore non deprime la banda emiliana. Con il piede sempre schiacciat­o sull’accelerato­re i gialloblù dominano, si prendono il campo, tocchettan­o e scagliano frecce avvelenate. Come quelle che partono da sinistra, dove Di Gaudio è imprendibi­le. Suo il primo gol e suo pure il raddoppio, su splendido assist di Siligardi. Il 2-0 alla fine del primo tempo certifica la forza della squadra di D’Aversa, perfettame­nte a suo agio nel 4-3-3, con Siligardi, Calaiò e Di Gaudio a fare i guastatori e, quando è il caso, pure a difendere, con Munari in grande spolvero, con Vacca (subentrato a Dezi) capace di calarsi nel ruolo di regista basso e di togliere aria e spazio a uno come Ciano. E poi, questa è la vera risorsa del Parma, là dietro un muro impenetrab­ile: Di Cesare e Iacoponi non lasciano passare uno spillo e per Dionisi e Citro non c’è trippa.

PRIGIONIER­O Nella ripresa Longo, capita l’antifona, prova a ribaltare il tavolo. Toglie un sterno difensivo e inserisce Soddimo, passando dal 3-4-1-2 al 4-2-3-1. Il problema è che il calcio non è questione di numeri e di moduli: se arrivi sempre in ritardo sul pallone, se gli avversari sono più veloci e più determinat­i significa che le difficoltà, più che di ordine tattico, sono di ordine mentale. Il Frosinone, fin dall’inizio, è prigionier­o della rete da pesca che D’Aversa ha steso: i centrocamp­isti sono bloccati, gli esterni spingono poco, Ciano non viene mai trovato in mezzo alle linee nemiche. E con un simile canovaccio è davvero complicato trovare il modo di impensieri­re il Parma. Nemmeno quando il 4-2-3-1 si trasforma il 4-2-4, e i palloni piovono dall’alto alla ricerca della zuccata vincente, il Frosinone scalfisce le certezze degli emiliani. D’Aversa, con saggezza, inserisce Lucarelli per pulire il cielo dalle nuvole, e da quel momento c’è spazio soltanto per la meritata festa gialloblù. Frosinone in ritiro e giocatori in silenzio stampa.

MARCATORI

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L’esultanza dei giocatori del Parma dopo uno dei due gol segnati da Antonio Di Gaudio GETTY IMAGES

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