La Gazzetta dello Sport

Juve, prima la paura poi la Joya

Una magia e 2 rigori Ci pensa Dybala a spegnere Diabaté E Allegri sale a +7 ●Il Benevento spaventa la Signora, Max la spunta con Paulo (e i cambi). Il poker è di Douglas Costa

- Fabio Bianchi INVIATO A BENEVENTO @fabiowhite­s

Per lo scudetto, per me stesso e per mia madre. Un gol per ogni desiderio. Paulo il caldo porta una Juventus sotto copertura, nel senso del turnover ma anche del gioco, al momentaneo allungo a +7 sul Napoli. Che potrebbe essere decisivo solo se il flipper di Sarri andasse in tilt oggi col Chievo. Triplo Dybala, con un gol stupendo e la maglia preparata in panchina per festeggiar­e il compleanno di mamma Alicia e due rigori freddi e precisi per mettere al sicuro tre punti pesanti. Così, anche per festeggiar­e il compleanno del suo record personale: 25 reti stagionali in tutte le competizio­ni, mai così bene. Dulcis in fundo, la perla di giornata a firma Douglas Costa: un arcobaleno disegnato da 25 metri fino all’incrocio dei pali, che punisce oltremisur­a il Benevento. Benevento che, come al solito, è bello ma non balla. Gioca bene (ieri anche meglio di altre volte) e perde. Giocando bene se ne tornerà in Serie B e non pensiamo sia una grande consolazio­ne. In questo De Zerbi avrebbe molto da imparare da Allegri. Che se non incontra sulla sua strada il Real o marziani simili, il modo per sfangarla lo trova sempre. Siamo a 14 vittorie nelle ultime 15 di A, con l’inciampo del pari con la Spal. E stavolta è stata più dura di quanto dica il risultato.

LA PARTITA Per i bianconeri è la 14a vittoria nelle ultime 15 in A: ma quanta fatica

Il gigante maliano di De Zerbi ne fa 2: l’ultima in classifica paga tante ingenuità

LA CHIAVE Per dire, il Benevento ha trovato le vie per la porta sei volte. Mai era successo alla Juve di subire così tanti tiri nello specchio in questa A. Il possesso palla quasi se lo sono diviso a metà, esatto 50 e 50 per il vantaggio territoria­le. Per tacere dei calci d’angolo: 9 a 2 per il Benevento. Numeri che sottolinea­no quanto la Juve abbia sofferto la velocità, la trama e la freschezza dei campani, spinti dalle accelerazi­oni di un ottimo Djuricic e gasati dai gol di Diabaté: un’altra doppietta, che segue quella appena segnata al Verona. La Juve, priva di parecchi titolari che Allegri ha voluto far riposare e con Dybala falso nove in mezzo a Cuadrado e Mandzukic, non ha avuto un grande approccio alla gara, nel momento in cui poteva approfitta­re della timidezza degli ultimi contro i campioni. Manovra lenta, poca cattiveria e sicurezza, come se la batosta subita contro il Real pesasse ancora nella mente e nelle gambe dei giocatori. Dybala servito da Cuadrado (una delle poche cose buone del colombiano che poi si è mangiato un gol solo davanti a Puggioni) ha risolto l’empasse con un tiro a rientrare che prima di lui alla Juve erano abituati a vedere con Del Piero. Solo che il Benevento al posto di abbattersi ha reagito prendendo pian piano in mano

la partita, acuendo i problemi di una difesa non più impenetrab­ile (Rugani in ritardo sulla scivolata di Diabaté 1, Benatia sorvolato da Diabatè 2 sul corner di Viola) e un centrocamp­o lento e/o fuori sincro, superato spesso e volentieri dal più modesto reparto rivale. Alla Juve sono venuti in soccorso i rigori (che erano solari, nel primo su Pjanic l’arbitro Pasqua ha dovuto farsi assistere dal Var) per tornare in vantaggio dopo essere stati ripresi la prima e la seconda volta. Comunque essere arrivati in area è un merito. Come lo sono il solito cinismo e la precisione della Signora: 5 tiri in porta (rigori inclusi), 4 reti. L’altra è stata una punizione di Dybala parata facile.

I SOLITI NOTI Ma per portare a casa la partita il conte Max ha dovuto spendere, ed è stato bravo a decidere di farlo, i soliti noti: prima Douglas Costa per dare una sveglia all’attacco con Cuadrado ormai disperso nei suoi errori. E poi Higuain per un Mandzukic ancora fuori fase e pure indolente, cosa assolutame­nte non da lui. Con questo cambio Allegri è passato al 4-23-1 trovando più pericolosi­tà in attacco. Non a caso Higuain si è procurato il rigore e Douglas Costa ha chiuso la sfida con quel capolavoro. Il Benevento è stato sfortunato: colpito nei suoi momenti migliori. Ma deve anche fare mea culpa, perché l’ingenuità o l’errore che gli rovina la prestazion­e è sempre dietro l’angolo. Quanto alla Juve, l’augurio è che si sia risparmiat­a per tentare il miracolo a Madrid. Higuain e Douglas Costa si sono scaldati per provarci, purtroppo Dybala resterà a guardare.

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 ?? LAPRESSE ?? Paulo Dybala, 25 anni, festeggia con la «Dybala Mask»: dietro c’è Miralem Pjanic, 28
LAPRESSE Paulo Dybala, 25 anni, festeggia con la «Dybala Mask»: dietro c’è Miralem Pjanic, 28

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