La Gazzetta dello Sport

Le tre carte di RinoGol

●La punta centrale è uno dei pochi ruoli dove le gerarchie sono labili. Stasera ancora favorito Cutrone Caccia al gol: Milan, chi ti porta in Europa?

- Marco Pasotto INVIATO A MILANELLO (VARESE)

Il gioco delle tre carte continua e, come aveva anticipato Gattuso ormai parecchie settimane fa, pare destinato a proseguire. A prescinder­e dalle scelte per questa sera, che dall’ultimo exit poll di ieri dovrebbero premiare anche stavolta il tarantolis­mo di Cutrone, la maglia del centravant­i prosegue nella via crucis stagionale. Nel senso che nonostante prove, allenament­i mirati, cambi di sistema e colloqui personaliz­zati, là davanti per l’allenatore è molto complicato dare continuità come invece gli sta riuscendo in quasi tutte le altre zone del campo. Gattuso recentemen­te ha chiarito che la scelta del centravant­i viene indotta dalle condizioni del proprio giocatore e dalle caratteris­tiche dell’avversario. La prima voce, però, contiene un mondo: c’è il discorso atletico (Kalinic per esempio ha avuto più di un guaio), quello mentale (il croato è ben lontano dalla serenità d’animo), quello ambientale (Silva ha patito oltremodo l’impatto col nostro campionato), quello tecnico (Cutrone fa ancora parecchia fatica a difendere palla e far salire la squadra) e quello tattico (parliamo di tre punte centrali molto diverse fra di loro).

PULIZIA Insomma, ce n’è per tutti e d’altra parte se così non fosse l’attacco rossonero non presentere­bbe certi numeri. Tipo essere il decimo reparto di un torneo in cui la differenza reti (che nei testa a testa europei di fine stagione può diventare basilare) è abissalmen­te inferiore rispetto a tutte coloro che precedono in classifica: un misero +7 – come vediamo nel grafico qui a destra – dove la buona performanc­e difensiva (migliorata esponenzia­lmente dall’arrivo di Gattuso) è zavorrata dalla sterilità offensiva. Fino all’altro ieri il tecnico rossonero non aveva ancora deciso quale sarebbe stata la punta centrale di questa sera. Segno evidente che, per un motivo o per l’altro, nessuno convince al cento per cento. Ieri Rino spiegava: «Quando dico che gli attaccanti devono giocare più pulito non intendo solo per essere agevolati al momento di concludere o servire i compagni. E’ qualcosa che giova perché pure loro, se si perde palla, poi devono rientrare verso la propria porta, sprecando energie».

MICROSCOPI­O Concetto ineccepibi­le, eppure la quadratura ancora non è stata trovata. Con Gattuso, tutto compreso, troviamo Cutrone titolare in 14 partite, Kalinic in 8 e Silva in 6 (consideran­do solo gli impieghi da punta centrale o in un modulo a due attaccanti). Patrick svetta, ma non è il depositari­o assoluto di quella maglia. Messi tutti insieme in campionato fanno 13 gol: significa che se fossero un giocatore solo, sarebbero all’ottavo posto della classifica marcatori. Un dato che stride parecchio con l’ampio numero di conclusion­i – nello specchio e complessiv­e – del Milan. Una stranezza che continua a non migliorare. Un esempio? Dal suo ultimo gol contro il Benevento, Kalinic ha tentato diciassett­e tiri senza trovare la rete. E anche le scelte su quale attaccante schierare dall’inizio si sono rivelate una scienza inesatta. Per dire: il Milan ha trovato il successo solo in una delle sei partite di campionato in cui André Silva è partito titolare. Poi, certo, c’è Cutrone che conforta con i suoi numeri. Dopo il successo sul Chievo, Patrick poteva vantarsi di aver segnato cinque gol con cinque tiri nello specchio nelle ultime sei partite di campionato. Eppure non è nemmeno lui – non può esserlo – la cura di tutti i mali. Il gioco delle tre carte allora continua, Gattuso studia, osserva come un biologo al microscopi­o tutti i più piccoli movimenti settimanal­i dei suoi attaccanti e spera di arrivare finalmente a poter esclamare: carta vince.

L’ANALISI

In campionato tutti insieme fanno solo 13 reti, anche se i rossoneri tirano tanto. Per Gattuso il rebus continua

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