Le tre carte di RinoGol
●La punta centrale è uno dei pochi ruoli dove le gerarchie sono labili. Stasera ancora favorito Cutrone Caccia al gol: Milan, chi ti porta in Europa?
Il gioco delle tre carte continua e, come aveva anticipato Gattuso ormai parecchie settimane fa, pare destinato a proseguire. A prescindere dalle scelte per questa sera, che dall’ultimo exit poll di ieri dovrebbero premiare anche stavolta il tarantolismo di Cutrone, la maglia del centravanti prosegue nella via crucis stagionale. Nel senso che nonostante prove, allenamenti mirati, cambi di sistema e colloqui personalizzati, là davanti per l’allenatore è molto complicato dare continuità come invece gli sta riuscendo in quasi tutte le altre zone del campo. Gattuso recentemente ha chiarito che la scelta del centravanti viene indotta dalle condizioni del proprio giocatore e dalle caratteristiche dell’avversario. La prima voce, però, contiene un mondo: c’è il discorso atletico (Kalinic per esempio ha avuto più di un guaio), quello mentale (il croato è ben lontano dalla serenità d’animo), quello ambientale (Silva ha patito oltremodo l’impatto col nostro campionato), quello tecnico (Cutrone fa ancora parecchia fatica a difendere palla e far salire la squadra) e quello tattico (parliamo di tre punte centrali molto diverse fra di loro).
PULIZIA Insomma, ce n’è per tutti e d’altra parte se così non fosse l’attacco rossonero non presenterebbe certi numeri. Tipo essere il decimo reparto di un torneo in cui la differenza reti (che nei testa a testa europei di fine stagione può diventare basilare) è abissalmente inferiore rispetto a tutte coloro che precedono in classifica: un misero +7 – come vediamo nel grafico qui a destra – dove la buona performance difensiva (migliorata esponenzialmente dall’arrivo di Gattuso) è zavorrata dalla sterilità offensiva. Fino all’altro ieri il tecnico rossonero non aveva ancora deciso quale sarebbe stata la punta centrale di questa sera. Segno evidente che, per un motivo o per l’altro, nessuno convince al cento per cento. Ieri Rino spiegava: «Quando dico che gli attaccanti devono giocare più pulito non intendo solo per essere agevolati al momento di concludere o servire i compagni. E’ qualcosa che giova perché pure loro, se si perde palla, poi devono rientrare verso la propria porta, sprecando energie».
MICROSCOPIO Concetto ineccepibile, eppure la quadratura ancora non è stata trovata. Con Gattuso, tutto compreso, troviamo Cutrone titolare in 14 partite, Kalinic in 8 e Silva in 6 (considerando solo gli impieghi da punta centrale o in un modulo a due attaccanti). Patrick svetta, ma non è il depositario assoluto di quella maglia. Messi tutti insieme in campionato fanno 13 gol: significa che se fossero un giocatore solo, sarebbero all’ottavo posto della classifica marcatori. Un dato che stride parecchio con l’ampio numero di conclusioni – nello specchio e complessive – del Milan. Una stranezza che continua a non migliorare. Un esempio? Dal suo ultimo gol contro il Benevento, Kalinic ha tentato diciassette tiri senza trovare la rete. E anche le scelte su quale attaccante schierare dall’inizio si sono rivelate una scienza inesatta. Per dire: il Milan ha trovato il successo solo in una delle sei partite di campionato in cui André Silva è partito titolare. Poi, certo, c’è Cutrone che conforta con i suoi numeri. Dopo il successo sul Chievo, Patrick poteva vantarsi di aver segnato cinque gol con cinque tiri nello specchio nelle ultime sei partite di campionato. Eppure non è nemmeno lui – non può esserlo – la cura di tutti i mali. Il gioco delle tre carte allora continua, Gattuso studia, osserva come un biologo al microscopio tutti i più piccoli movimenti settimanali dei suoi attaccanti e spera di arrivare finalmente a poter esclamare: carta vince.
L’ANALISI
In campionato tutti insieme fanno solo 13 reti, anche se i rossoneri tirano tanto. Per Gattuso il rebus continua