Ganna, che entusiasmo «Arenberg non è male» Moscon, quanti dubbi
● Il piemontese al debutto: qui vinse due anni fa da Under 23 Il trentino, 5° nel 2017, per l’acuto: domani la Disciplinare Uci
L’entusiasmo di Filippo Ganna e i dubbi di Gianni Moscon. La curiosità del 21enne piemontese della Uae Emirates, al debutto nella versione per i grandi della regina delle classiche che vinse, due anni fa, tra gli Under 23. E i tormenti del 23enne trentino del Team Sky, chiamato a ripetersi dopo l’ottimo quinto posto dello scorso anno ma protagonista finora di una stagione che è il primo a giudicare non soddisfacente. L’Italia da Roubaix ha – soprattutto – le loro facce.
IGNORANTE Ganna, due volte iridato dell’inseguimento, venerdì in ricognizione ha pedalato per la prima volta ad Arenberg: «Non è così terribile! Ma forse ero esaltato nel farla… Ci sono settori ugualmente duri se non peggiori». Nel basket, Gianluca Basile era diventato famoso (anche) per i tiri ‘ignoranti’, conclusioni da 3 apparentemente folli che andavano a bersaglio. Ganna, per la Roubaix, utilizza lo stesso aggettivo: «È la classica gara ignorante. Entri nei settori ‘a blocco’, esci ‘a blocco’, insomma sei sempre ‘a blocco’. Nel Fiandre, sui Muri un po’ rallenti. Qui no. Ripenso alla prima volta che ero venuto qui, da junior nel 2014, e mi fa sorridere il fatto che anche allora avessi una Colnago. Quattro anni, ma mi sembrano molti di più. Pedalare sul pavé… non è bello. Non tanto per le gambe, ma perché non riesci a guidare la bici. Per la caduta alla Tirreno-Adriatico ho ancora male alla mano destra, userò un bendaggio speciale». Tra Gand-Wevelgem e Fiandre, Filippo ha passato oltre 200 km in fuga. Ma non sarebbe stato meglio restare con i migliori fino a dove era possibile? «Non sono un grande limatore. Allora ho preferito trovare il feeling prima con i percorsi, ora so che cosa mi aspetterà negli anni prossimi». Oggi si azzera tutto: «Ho una motivazione speciale, me la sento dentro e voglio dimostrare che posso farcela. Vorrei finire in uno dei gruppi principali, poi se arrivasse qualcosa in più tanto meglio».
Per Gianni Moscon sarà tutt’altro che facile fare meglio del quinto posto 2017. L’ammissione è sincera: «Quest’anno non ho ancora avuto una grande giornata. Mi stanno mancando brillantezza nei finali di gara e il recupero». Il trentino è molto esigente con se stesso. In squadra dicono che abbia la tendenza a vedere il bicchiere mezzo vuoto, invece che mezzo pieno. «Il 2017 l’ho finito molto bene, con il terzo posto al Lombardia. Pensavo di ripartire da lì. Invece l’inverno non è stato il top. Mi sono rotto un polso, sono ripartito in ritardo e in ritiro mi sono tirato il collo per rimettermi in pari. Ho raggiunto una condizione all’ottanta per cento, ma non sono riuscito ad andare oltre. E nei momenti decisivi le gambe mi hanno detto no. Come al Fiandre. Avevo capito che Terpstra sarebbe andato all’arrivo ma non ce l’ho fatta a seguirlo». Moscon, che ha lavorato anche con la psicologa dello sport Marisa Muzio, domani è atteso a Ginevra dalla commissione disciplinare dell’Uci per le accuse di Reichenbach all’ultima Tre Valli Varesine («Mi ha fatto cadere»), che lui ha sempre respinto. Appuntamento alle 9, si dovrebbe andare avanti tutto il giorno: Moscon avrà dei testimoni a favore e anche un perito, oltre ai legali. «Ma quando sei in gara, c’è solo la gara. La Roubaix è… brutale. Per uomini veri. Devi tirare fuori tutto ciò che hai. E io sul pavé mi sento a mio agio».
«MOTIVAZIONE SPECIALE: VOGLIO FAR VEDERE CHE POSSO FARCELA»
FILIPPO GANNA 21 ANNI, UAE-EMIRATES «MAI ARRIVATO OLTRE L’80% DELLA FORMA. MI MANCA BRILLANTEZZA»
GIANNI MOSCON 23 ANNI, TEAM SKY