Lewis: «Caso chiuso, ho stretto la mano a Max»
●Hamilton ha compreso di aver esagerato in Bahrain insultando Verstappen: «Anche il più vecchio deve rispettare il più giovane»
«Sono stato io a cercarlo, ci siamo stretti la mano e mi sono scusato. Il più vecchio deve avere rispetto del più giovane»: pare sincero Lewis Hamilton quando spiega che con una buona dose di umiltà, malgrado i 4 Mondiali, le 62 vittorie e 73 pole, ha compreso di aver esagerato in Bahrain definendo Max Verstappen, una «testa di c...» per aver rischiato l’incidente nel fallito tentativo di mettere la Red Bull davanti alla sua Mercedes. «Il mio approccio nei suoi confronti non cambierà, e la stessa cosa vale per Max. Mi sono scusato con lui perché il rispetto non deve mai prescindere tra noi piloti, Max è un giovane di grande talento che diventerà un grande campione, ma sta ancora imparando ed è già sottoposto a una pressione altissima visto che guida una macchina vincente. Il mio atteggiamento era sbagliato, ho capito che sarebbe dannoso ripeterlo, ma nello sport ci può stare. Di solito tengo per me le imprecazioni, ma mi ero dimenticato delle telecamere. In futuro non avrete più tanta roba da scrivere e ci sarà un argomento in meno per i tifosi», ha aggiunto l’iridato, confessando che qualche volta ha provato, a caldo, la voglia di alzare le mani, per un torto subìto in pista.
CONFRONTO «Sì, è successo — ha ammesso — in hockey ghiaccio e corse Nascar si arriva a mettersi le mani addosso, è una figata (“cool”; sic), ma se lo facessimo qui, verrei cacciato immediatamente». Anche se in passato è accaduto, come nell’improvvisato match di pugilato tra Nelson Piquet ed Eliseo Salazar, a Hockenheim ’82 quando quest’ultimo in fase di doppiaggio non si accorse del sopraggiungere del brasiliano, scatenandone l’ira.
GENERAZIONI Il caso è chiuso. Ma la diatriba tra i due sarà davvero sanata o come maliziosamente sostiene qualcuno appare come la stretta di mano tra Prost e Senna? Di certo quella tra Lewis e Max, vista la differenza di età, 33 anni il primo, 20 il secondo, sembra rappresentare una sfida generazionale. Lo ha ammesso anche Max, sostenendo che Lewis gli si era scagliato contro «perché è più facile attaccare i giovani». Il pilota Red Bull è convinto di aver sbagliato nulla in Bahrain. «Nessuna pazzia, c’era una chiara opportunità e ho provato a passarlo — ha spiegato —. A volte va bene, come in Messico l’anno scorso (quando forzò la manovra sulla Ferrari di Vettel; n.d.r.) a volte no».
BATTUTA E di sfida generazionale si può parlare anche della provocazione di Pierre Gasly a Fernando Alonso quando sotto la bandiera a scacchi di Sakhir ne ha ripetuto le parole pronunciate in analoga circostanza a Melbourne: «Ora sia in lotta». «Era uno scherzo — ha ammesso il francese —, non volevo mancare di rispetto ad Alonso, so che in Spagna se ne sono lamentati, Fernando è stato il mio idolo, voleva essere un tributo alla Honda che dopo 3 anni negativi alla McLaren, sta facendo un ottimo lavoro».