La Gazzetta dello Sport

VETTEL DA TRIS È VICINISSIM­O AD HAMILTON BENE RAIKKONEN

●L’inglese svetta nelle libere, Raikkonen, Bottas e il tedesco sono incollati. Niki: «Non possiamo permetterc­i che la Ferrari faccia tris»

- Andrea Cremonesi INVIATO A SHANGHAI (CINA)

L’inglese brilla nelle libere, le Ferrari restano incollate La gara domani alle 8.10

«Questa gara è cruciale per noi, non possiamo permetterc­i che Sebastian Vettel vinca per la terza volta. Ma tranquilli, non succederà». Niki Lauda sorride, convinto che la Ferrari non riuscirà a violare un circuito dove la Mercedes, da 4 anni a questa parte, ha sempre vinto. E questo malgrado la tabella dei tempi del venerdì pomeriggio mostri come tra Lewis Hamilton, autore del giro più rapido, e il leader del campionato che chiude il quartetto di piloti Mercedes e Ferrari ci sia un divario risibile: poco più di un decimo. «Mercedes e Red Bull sono molto forti, ma non ci arrendiamo», è la replica a distanza di Maurizio Arrivabene. «Siamo solo al venerdì — spiega Lauda, scuotendo il capo — e io sono ottimista perché la macchina è più veloce e a posto di quanto lo fosse quella del 2017 di questi tempi». Non è per mancanza di prestazion­i se la Mercedes resta a digiuno di vittorie: «Abbiamo commesso degli errori, la Ferrari invece ha lavorato meglio di noi — sottolinea Niki —. In Bahrain ci siamo accorti troppo tardi che Vettel non si sarebbe più fermato ed il guaio è che gli ingegneri danno troppa importanza ai loro dati, mentre bisognereb­be essere

più pratici. Se avessimo reagito prima, avrebbe vinto Bottas. Serve una sveglia? Sì, ma è un bene che suoni nelle prime corse piuttosto che a fine campionato». Hamilton però domenica scorsa è stato azzoppato già il venerdì dallo sostituzio­ne del cambio: campanello d’allarme anche per ciò che riguarda l’affidabili­tà? «No — replica il 3 volte iridato — in quel caso ha ceduto un clip (un gancio; n.d.r.) che era stato mal fissato. Non abbiamo preoccupaz­ioni sulla trasmissio­ne».

E TRE Coprotagon­ista della copertina del venerdì, insieme a Hamilton, Raikkonen. Per la terza volta, in altrettant­e occasioni, più veloce di Vettel al termine delle libere. «Non è ancora la Ferrari che voglio. Se qualcuno ha una buona idea si faccia avanti», commenta il leader iridato, lasciando filtrare un po’ di delusione. «Mi sono trovato a mio agio con la monoposto ma di fare bene nelle libere a me interessa poco, se poi non faccio punti», sono invece le parole del compagno di squadra il cui brillante quanto sfortunato avvio di stagione non lascia indifferen­te il suo capo team: «Sono soddisfatt­o delle sue prestazion­i, è in buona forma e ciò è importante perché, se ricordate, due anni fa ha avuto problemi di schiena. Ora si è rimesso, sta bene ed è concentrat­o sul lavoro».

LETTERA Ma oltre che di pista, in questo venerdì grigio e freddo, condito anche da un acquazzone serale si parla anche di politica sportiva e di regole future: «Non voglio commentare, non è il mio lavoro, spetta al mio presidente», prova a scansarsi Arrivabene che però rivela: «Per quanto riguarda i motori un mese fa abbiamo spedito una lettera (a Liberty; n.d.r.): noi Ferrari, insieme a Mercedes, Honda, Renault nella quale abbiamo spiegato in maniera dettagliat­a la nostra posizione». Che Lauda si incarica di svelare: «Siamo disposti a trattare (dal 2021; n.d.r.) sulla messa al bando della MGU-H, ma a patto che il resto dell’impianto della power unit resti quello di oggi. Non ci possiamo permettere di fare investimen­ti di 50-80 milioni di euro per realizzare nuovi motori, continuand­o a spenderne altrettant­i per sviluppare le power unit attuali (sino al 2020; nd.r.). Tutto questo mentre la Fia ci impone di venderli per soli 11 milioni, è una cosa ridicola». L’obiettivo è arrivare a un accordo entro fine maggio. C’è poi per quanto riguarda la Ferrari anche la spinosa questione da affrontare riguardo al mantenimen­to del diritto di veto sui cambiament­i regolament­ari. Dovesse saltare, come reagirebbe Maranello, viene chiesto allo stesso Arrivabene: «Lo scoprirete se sul nostro volto campeggerà il sorriso o meno».

UNSAFE Al quale scappa un commento infelice quando il discorso scivola sul guaio al pit stop che ha messo k.o. Francesco Cigarini. «Sta bene ed è a casa. Se l’ho sentito? Certo, come mio dovere di team principal sono in contatto con lui ma ricordo che si chiama Francesco, non San Francesco. “Infelice è quella terra che ha bisogno di eroi”(«blessing the hurt who doesnt’ need hero», le due parole pronunciat­e in conferenza stampa; n.d.r.) e a dirlo non è Maurizio, ma Bertold Brecht». Mah.

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 ??  ?? ● 1. Sebastian Vettel, 30 anni, nell’abitacolo della SF71H si prepara a scendere in pista nelle libere; ● 2. Lewis Hamilton,33; ● 3. Maurizio Arrivabene, team principal Ferrari, 61 GETTY 1
● 1. Sebastian Vettel, 30 anni, nell’abitacolo della SF71H si prepara a scendere in pista nelle libere; ● 2. Lewis Hamilton,33; ● 3. Maurizio Arrivabene, team principal Ferrari, 61 GETTY 1
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