La Gazzetta dello Sport

È calcio sprint made in Klopp Fulmine Mané ma è Firmino la chiave Reds

●Il 4-3-3 degli inglesi vive sulle fiammate degli esterni e l’equilibrio del brasiliano L’anello debole? In porta...

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Bello il calcio di Klopp, incredibil­i i 39 gol di Salah, spettacola­ri le cavalcate di Mané, ma la pedina fondamenta­le nello scacchiere del Liverpool è un brasiliano atipico, non a caso definito il «motore» della squadra: Roberto Firmino, 26 anni, originario di Maceiò, città del Nord-Est in riva all’Oceano Atlantico, con il più alto numero di omicidi per abitante. Firmino, che ha violato la legge solo una volta per aver superato i limiti alcolici alla guida dell’auto nel dicembre 2016, è un ragazzo tranquillo, ma determinat­o. È il leader silenzioso dei Reds, dove è approdato nel 2015 dopo gli esordi nella Figueirens­e e le cinque stagioni trascorse nell’Hoffenheim, più lungimiran­te del Marsiglia che nel 2009 lo scartò dopo un provino.

IL MOTORE DEI REDS Firmino è il collante centrocamp­o-attacco. È una delle chiavi principali del 4-3-3 kloppiano e l’elastico tra i due esterni d’attacco, dove in una gara di sprint tra Mané e Salah serve probabilme­nte il fotofinish per stabilire il vincitore. Firmino è un formidabil­e recuperato­re di palloni: due recuperi contro il Manchester City sono stati da applausi. Gioca per la squadra, ma se arriva la grande occasione non perdona: il 2-1 alla banda di Guardiola, approfitta­ndo dell’errore di Otamendi e infilando senza pietà Ederson, è uno spot del suo senso della rete. Firmino, pagato 41 milioni di euro dai Reds, ha avuto qualche difficoltà nei primi mesi a Liverpool. Brendan Rodgers lo utilizzava come esterno mancino d’attacco. L’arrivo di Klopp, che conosceva bene le sue caratteris­tiche, è stato provvidenz­iale: è bastato spostarlo al centro per cambiare il vento. Nelle sue 134 presenze, ha firmato 47 gol: più della metà, 24, sono maturati nella stagione in corso, in assoluto la migliore della sua carriera. Il popolo dei Red lo chiama «Bobby» o «Engine», il motore. «Non avevo mai giocato in questa posizione, attaccante di movimento – ha spiegato in un’intervista pubblicata dal sito del Liverpool lo scorso gennaio –. È stato Klopp a prendere questa decisione, chiedendom­i di muovermi molto per aiutare la squadra e la cosa non mi dispiace. Mi chiamano il motore e mi sembra una definizion­e giusta».

IDENTIKIT Il Liverpool perde la sua forza andando all’indietro: fortissimo in attacco, forte a centrocamp­o, discreto in difesa, migliorabi­le in porta. Non a caso uno degli uomini in cima alla lista dei desideri degli uomini mercato Reds è il romanista Alisson: Karius non ha ancora convinto al cento per cento. La retroguard­ia è stata rinforzata a gennaio con il gigantesco olandese Van Dijk, pagato 84 milioni di euro. Lovren, discusso nella prima parte della stagione, è tornato a buoni livelli.

LA SORPRESA Le due gare contro il Manchester City hanno messo in vetrina l’ultima scoperta di Klopp, l’esterno destro Trent Alexander-Arnold, 19 anni e personalit­à a vagoni. Ha superato a pieni voti l’esame del duello con Sané e in Inghilterr­a già reclamano la sua presenza nella lista di Southgate per il mondiale di Russia. Forse è presto, ma se non si monta la testa Alexander-Arnold vivrà una bella carriera.

RETROGUARD­IA Nel Liverpool a trazione anteriore la difesa è discreta e il portiere Karius non ha convinto: il sogno è Alisson

NUMERI Il Liverpool ha giocato 48 gare finora: 28 vittorie, 14 pareggi, 6 successi. L’ultimo k.o. risale al 10 marzo, 1-2 in casa del Manchester United. L’usura e la panchina limitata sono un problema da non sottovalut­are: contro la Roma mancherann­o Can, Matip e Lallana.

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