PERCHE’ VEDERE
Vuol togliersi due pensieri in un colpo solo, Andrea Belotti. Il Gallo rifiorito, che corre, rincorre e segna come ai bei tempi – e che è tornato ad essere l’attaccante che subisce più falli in campionato – vuol dare un calcione a una doppia statistica, quella che lo vede improduttivo sottoporta quando ha a che fare con il gialloblù in terra veronese. In sette partite giocate col Chievo, infatti, non è mai riuscito a fare gol; ma il Gallo è rimasto a secco anche in tutte le sei gare finora disputate al Bentegodi, fra Chievo ed Hellas. Eppure, al capitano ritrovato, quella statistica non pesa più di tanto: è un dato singolare, questo sì, visto che su e giù per l’Italia Belotti ha segnato in quasi tutti gli stadi. Proprio come ha fatto dieci giorni fa con la tripletta contro il Crotone. Poi, domenica scorsa contro l’Inter, Belotti si è messo al servizio della squadra, come vuole Walter Mazzarri: il bomber è stato il propulsore del gol decisivo di Ljajic, ha dato e preso botte, ha alzato il pressing, ha rincorso i difensori nerazzurri e ha aiutato dietro, quando si è trattato di difendere il vantaggio.
PARTNER Oggi, per cancellare il tabù veronese, l’attaccante della Nazionale avrà il miglior uomo-assist che si potesse aspettare: oltre a Iago Falque, infatti, alle sue spalle giostrerà con ogni probabilità Adem Ljajic, che è quasi l’uomo della provvidenza granata. Il serbo ha recuperato a tempo di re- La squadra di Maran cerca i punti salvezza. E si affida a Inglese. Una sfida tra bomber italiani col Gallo Belotti. Che, però, è meglio assisito da Iago e Ljajic, il serbo ha matato l’Inter BENTEGODI ore 18
cord dal risentimento muscolare alla coscia destra che giovedì lo aveva costretto a disertare l’allenamento. Ieri, però, il sorriso che aleggiava sul volto di Mazzarri sembrava il bel tempo contrassegnato da un barometro: «Spero che Adem ce la possa fare, di certo chi giocherà dovrà fare una partita all’altezza della situazione». Per Belotti sarebbe quasi un toccasana, visto che dopo venti mesi assieme i due si trovano a occhi chiusi; il miglior carburante verso una rete per nulla banale, visto che per il Gallo sarebbe il gol da doppia cifra, la firma numero dieci sul foglio di un campionato partito benissimo (la splendida mezza rovesciata al Sassuolo) ma poi impantanatosi a causa degli infortuni al ginocchio.
CARATTERE La partita di oggi, per il Toro, ha un valore doppio: CANONIERO perché i granata tornano sul luogo del delitto 48 giorni dopo. Lo scorso 25 febbraio, infatti, il Torino avvilito dal ko nel derby, incassò la seconda sconfitta consecutiva. Adesso però il Toro ha tutto un altro volto: ringhia, sa sempre cosa fare in campo, si dispone in maniera compatta e non perde quasi mai le misure. Il risultato è nei numeri: tre vittorie consecutive, otto gol fatti, uno solo incassato e lo scalpo eccellente dell’Inter. Granata fra le squadre più in forma del campionato, ma Mazzarri non si fida: «Acciacchi a parte, fisicamente stiamo molto bene ma quest’anno per me è una verifica continua: ora dobbiamo far vedere che siamo cresciuti, giocando ancora meglio che contro l’Inter. Di stimoli ne abbiamo da vendere, anche perché per fare il salto di qualità ci serve una partita di alto livello contro una squadra che è in forma». Fare il filotto di 12 punti in 14 giorni e 4 partite vorrebbe dire candidarsi anche per un posto in Europa League, ma Mazzarri dribbla: «All’Europa non penso proprio, voglio concentrarmi sulla quotidianità, partita dopo partita». Compresi i problemi fisici che oggi lo priveranno di Berenguer (contusione al ginocchio sinistro), Niang (flessori della coscia destra) e del secondo portiere Milinkovic-Savic, mentre più seria è la vicenda Lyanco «che potrebbe non rientrare prima della fine del campionato». Chissà invece che a breve non trovi spazio il talento Edera: «Ci tengo, uno con le sue caratteristiche può fare pure il centravanti o la seconda punta».