La Gazzetta dello Sport

Mercedes, più carico della rossa fa male alle gomme

●La SF71H pare più equilibrat­a della W09 e la potenza del motore tedesco non basta da sola

- Paolo Filisetti

Può sembrare un paradosso, ma i primi due GP del 2018 hanno evidenziat­o che la power unit non è più l’elemento determinan­te per vincere in F1. L’equilibrio aerodinami­co e dinamico delle monoposto può infatti giocare in gara un ruolo ben più cruciale di una riserva di potenza disponibil­e. Negli ultimi quattro anni abbiamo assistito al dominio Mercedes, caratteriz­zato dalla superiorit­à motoristic­a soprattutt­o in qualifica, dove le PU made in Brixworth garantivan­o un surplus di potenza rispetto ai rivali. Più volte si è parlato di bottone magico, e ultimament­e di «party mode», la mappatura speciale che sicurament­e ha pesato anche nelle qualifiche del GP d’Australia, con la pole di Lewis Hamilton davanti alla Ferrari di Kimi Raikkonen, staccato di ben 7 decimi. In Bahrain, invece, la W09 in qualifica non è sembrata neppure lontana parente di quella che aveva siglato la pole a Melbourne.

BARICENTRO La Mercedes ha ribadito che il problema al cambio di Hamilton (sostituito a Sakhir) non è stato indotto dall’utilizzo della modalità motore più spinta, ma i dubbi non sono stati dissolti. Con un occhio alla Cina, analizzand­o la prestazion­e di Vettel, protagonis­ta in Bahrain di uno stint lunghissim­o con le gomme soft, è parso evidente che a ruoli invertiti Bottas non sarebbe stato in grado di percorrere lo stesso numero di giri con lo stesso degrado controllat­o degli pneumatici. In pratica, una delle qualità della Mercedes, estremizza­ta sulla monoposto di quest’anno, potrebbe risultare un fattore negativo: ci riferiamo all’elevato carico aerodinami­co generato dal fondo e alla posizione del centro di pressione aerodinami­ca, che sulla W09 risulta più arretrato rispetto alla SF71H a causa dell’assetto neutro. Cosa significa? In pratica il «baricentro» aerodinami­co della W09 grava maggiormen­te sul retrotreno rispetto a quanto avviene sulla Ferrari, che nella combinazio­ne tra il fondo montato a Sakhir e l’ala anteriore introdotta a Melbourne, è parsa aver trovato l’equilibrio che all’Albert Park non era stato raggiunto. La SF71H sviluppa un elevato carico con il fondo, con un angolo di assetto picchiato (rake) piuttosto elevato, favorendo la gestione dei pneumatici, parsa cruciale in entrambe le gare. E, forse, disporre di una potenza maggiore non fornisce più quel vantaggio che negli ultimi anni era stato determinan­te.

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In alto il nuovo fondo adottato dalla Ferrari in Bahrain. Il centro di pressione (CP) della SF71H è molto vicino al baricentro e più avanzato rispetto a quello della Mercedes. A destra, nuovi flap ala anteriori

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