Buffon e lo sfogo «Ridirei ogni cosa con altre parole» E Allegri riparte Missione 7° titolo
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Potevano esserci avversari migliori, per lanciare l’ultimo sprint nella corsa all’Europa, rispetto al muro Juventus, ma Dennis Praet non si tira indietro. In fondo è un po’ nella sua mentalità trasformare le imprese più dure in trampolini di lancio. «Ho bene in mente racconta - la sfida dello scorso anno a Torino, la mia prima allo Stadium: rimasi impressionato, oltre che dalla bellezza dell’impianto, anche dallo show con le luci e la musica: non avevo mai visto prima una cosa simile in uno stadio di calcio. Contro i bianconeri sarà dura, visto che sono sempre la miglior squadra d’Italia. Non posso scordare i primi venticinque minuti in cui ci aggredirono in un modo incredibile».
Sembra pure che la Juventus si sia interessata a lei per il prossimo anno?
«L’ho letto. L’interessamento di squadre forti fa piacere, significa che sto giocando bene, ma io adesso penso solo alla Sampdoria. Ora non ho in programma di lasciare Genova».
Lei ha una clausola rescissoria di 26 milioni. Vero?
«E’ un’altra cosa che ho letto, ma di cose contrattuali si occupa mio padre, io penso a giocare, a inseguire l’Europa e ad affrontare una sfida bellissima come quella che ci aspetta con la Juventus».
Bella come contendere un posto in Europa a Milan, Fiorentina e Atalanta?
«Questo obiettivo non può diventare un peso per noi, semmai uno stimolo in più. Siamo lì a giocarcela da inizio stagione, perché non dovremmo crederci fino all’ultimo?»
L’Europa è anche un po’ casa sua: tra Europa League e Champions ha disputato 28 partite. Vi ha pure esordito contro l’Ekranas, con un gol.
«Era un preliminare. La sfida dopo fu ancora più bella: avevo 18 anni, entrai dalla panchina contro il Milan, a San Siro. Che emozione».
Il tecnico di quel Milan era Allegri. Lo ricorda?
«Sinceramente no. Avevo tante cose a cui pensare, ero giovanissimo e tutto per me andava ad una velocità incredibile».
Cosa potrebbe portare alla Samp la conquista di un posto in Europa?
«Quando giochi in Europa tutto il mondo ti guarda, sfidi squadre e modi di giocare diversi e questo ti consente una crescita importante. Sarebbe l’ideale per questa Sampdoria giovane e in costante miglioramento».
Per lanciare lo sprint finale avete bisogno di fare risultato a Torino. Impresa disperata. Ma quest’anno, in trasferta, avete fatto meglio con le grandi che con le piccole.
«Le squadre più forti ci pressano alto e questo ci regala più spazio per giocare. Noi riusciamo a esaltarci proprio in quelle condizioni. Nell’ultimo derby, ad esempio, contro un Genoa totalmente chiuso, abbiamo avuto delle difficoltà».
Lei in serie A ha realizzato un solo gol, contro la Roma, ma in porta c’era Szczesny. Spera di ritrovarlo tra i pali della Juve?
«No. queste sono considerazioni perfette per voi giornalisti. Noi non ci pensiamo. Certo, se poi c’è e mi porta fortuna...».
Un gol alla Juventus aiuterebbe la Samp nella corsa all’Europa e lei all’inseguimento di una convocazione mondiale.
«E’ una vetrina importante, ma temo ormai che per il Mondiale la strada sia complicatissima. Il centrocampo del Belgio è fortissimo, non è sicuro di andarci neppure uno come Nainggolan. Io non mi arrendo ma prima devo pensare alla Sampdoria. Quest’anno sono cresciuto molto, ho trovato fiducia e continuità ad alto livello, ma fino a quando non segnerò non mi considererò soddisfatto. Nel nostro modulo non è semplice arrivare al tiro per i centrocampisti, ma Torreira e Linetty hanno fatto centro più volte. Resto io e non mi arrendo: ho ancora sette sfide per provarci».
●«L’Europa deve essere uno stimolo e non un peso: l’inseguiamo da inizio anno, sarebbe bellissimo arrivarci»