La Gazzetta dello Sport

Ma quanti sprechi È tornato il mal di gol: terza partita a zero

●A raffica con Samp e Verona, poi l’Inter si è fermata E per fortuna che la difesa ora tiene

- Luca Taidelli INVIATO A BERGAMO

Buon per Spalletti che la difesa – un gol subìto nelle ultime sette uscite – tiene bene, aggrappata al mestiere di Miranda, alla fisicità di Skriniar, all’abnegazion­e di D’Ambrosio e al solito miracolo di Handanovic. Il problema dell’Inter però è tornato ad essere il mal di gol. Dopo l’abbuffata contro Samp e Verona, i nerazzurri si sono persi in un mare di sprechi e per la prima volta in campionato sono rimasti senza segnare per tre gare di fila, come non succedeva dal febbraio 2012. Un tris a secco c’era già stato a cavallo di Natale, ma col derby di Coppa Italia tra la sconfitta col Sassuolo e lo 0-0 con la Lazio. Quello di ieri tra l’altro è il sesto pareggio senza gol dei nerazzurri, il quarto in trasferta, dove peraltro nelle ultime 9 sono fermi a una vittoria, con 8 punti sui 27 disponibil­i. Un bilancio ben poco da Champions.

POCO GIOCO Le due strisce senza reti però sono diverse tra loro. In dicembre l’Inter era sulle ginocchia. Ora invece la squadra ha ritrovato condizione e gioco. O almeno, questo si era visto contro il Milan e il Torino quando i bulimici ragazzi di Spalletti avevano costruito tantissimo ma si erano persi sul più bello. Incredibil­i i due gol mangiati da Icardi nel derby, mentre Sirigu era stato di gran lunga il migliore in campo nel match con i granata. Ieri invece l’assenza per squalifica di Brozovic ha indotto il tecnico toscano a stravolger­e la squadra. Temendo di andare sotto in mezzo al campo con il compassato Borja al posto del croato, ha ridisegnat­o la squadra con la difesa a tre, ma di fatto messo fuori ruolo diversi giocatori. Le occasioni non sono comunque mancate nemmeno contro i ragazzi del Gasp, ma sono state frutto più di casualità che di azioni corali: prima per due amnesie difensive degli avversari e poi perché quel pressing furioso di Freuler e compagni non poteva durare 90’. Ma resta il fatto che Perisic non ha trovato lo specchio in modo suicida sul lancio di Gagliardin­i, che Rafinha ha calciato in curva un babà servitogli da Icardi e che nel finale sempre Perisic poteva essere più cinico almeno due volte.

SOLO IN DUE Il tempo dirà se questo pareggio è da buttare o meno (Miranda però lo ha definito «un pessimo risultato»), ma resta il secondo sorpasso Champions mancato nel giro di 7 giorni quella brutta sensazione di dipendenza da Icardi e Perisic, quelli che segnano due gol su tre. Lo score infatti resta fermo a 33 gol (24 l’argentino, 9 il croato) sui 50 totali. Candreva – ieri ha pesato pure la sua assenza – è ancora a secco, come Gagliardin­i. Gli altri centrocamp­isti sono fermi a 6. Ed è ora che si dia una mossa anche Rafinha. Quell’errore, col sinistro che si ritrova, non è concepibil­e.

 ??  ?? Il destro di Ivan Perisic, 29 anni, al 42’ del primo tempo sembra diretto in rete: la palla, invece, finisce fuori. Questione di centimetri ANSA
Il destro di Ivan Perisic, 29 anni, al 42’ del primo tempo sembra diretto in rete: la palla, invece, finisce fuori. Questione di centimetri ANSA

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