La Gazzetta dello Sport

Atalanta da pressione alta E l’Inter «a 3» sbaglia tanto

●Spalletti cambia difesa ma soffre i recuperi alti della Dea, che cala però nella ripresa

- Alex Frosio

La novità tattica della serata riguarda l’Inter, con Luciano Spalletti che per la prima volta schiera dall’inizio la difesa a tre, formata da Skriniar-Miranda-D’Ambrosio, poi ritoccata nell’ordine dopo poco più di un quarto d’ora invertendo la posizione di Skriniar e D’Ambrosio per «pareggiare» meglio passo e fisico su Gomez e Cristante. In realtà, la difesa interista si è allineata praticamen­te a cinque, pressata all’indietro dal fortissimo pressing dell’Atalanta. Gasperini aveva la stessa disposizio­ne tattica dell’Inter, ma per lui era quella solita: dunque i suoi giocatori potevano muoversi molto più a memoria rispetto agli spaesati interisti, un po’ in difficoltà nel trovare movimenti e distanze. Per tutto il primo tempo, l’Atalanta ha invaso la metà campo avversaria a un ritmo altissimo. L’Inter ha perso palla dalla propria parte ben 10 volte nei primi 45 minuti, per recuperi palla alti dell’Atalanta che così si è trovata spesso vicina alla porta di Handanovic. Diverso anche l’atteggiame­nto uomo su uomo: l’Atalanta si accoppiava uomo su uomo ai tre uomini d’attacco dell’Inter, mentre l’Inter, al contrario, teneva sempre bassi i suoi esterni ai quali spesso affidava il controllo delle due punte laterali dell’Atalanta.

SORPRESA BARROW Una sorpresa è stata anche la prestazion­e di Musa Barrow, che è quasi andato lui a marcare Miranda per sfidarlo sulla profondità e sullo scatto facendolo soffrire - anche se così l’Atalanta si è vista «costretta» a un calcio più frenetico, meno di gestione -, mentre dall’altra parte Caldara, che prendeva Icardi, lo teneva sempre lontano dalla porta attaccando­lo vicino al centrocamp­o (e un’ammonizion­e se l’è presa proprio lì). Asfissiata nella propria metà campo, l’Inter è riuscita a creare qualcosa solo con i tagli interni di Rafinha sulla trequarti e quelli in diagonale di Perisic. Poco innescati, però, per la micidiale pressione esercitata dai mediani del Gasp e per la poca partecipaz­ione degli esterni, costretti appunto sulla difensiva.

CAMBI L’ossigeno è tornato ad alleggiare sulle teste dell’Inter dopo circa un’ora di partita, quando l’Atalanta ha cominciato a pagare lo sforzo atletico della prima parte e anche perché davanti il Gasp ha cambiato il punto di riferiment­o. Contro Cornelius, Miranda ha dovuto pensare meno a coprirsi le spalle e ha potuto alzarsi. Le palle perse dall’Inter nella propria metà campo si sono dimezzate (5) e anche i pericoli sono diminuiti. Ma la qualità di sviluppo del gioco non è cresciuta, anche perché Spalletti toglie Rafinha. Chissà perché.

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