La Gazzetta dello Sport

Allegri tranquillo «Prima vinciamo poi il futuro»

●«Buffon un esempio per 20 anni. Ma basta parlare del rigore». De Sciglio lungo stop, rilancio Höwedes?

- Matteo Dalla Vite INVIATO A VINOVO (TORINO)

Giù le mani da Buffon, senza se e senza ma. Con qualche altro «ma» da tenere in valigia per quel che riguarda il suo futuro: «Non è l’eliminazio­ne dalla Champions... – racconta Massimilia­no Allegri –: indipenden­temente dal contratto che ho fino al 2020, e alla Juventus sto bene, bisogna parlare dell’anno prossimo, di cosa si vuole fare, di cosa si dovrebbe fare, però non ho ancora incontrato il presidente... Di solito a marzo e aprile ci incontriam­o sempre, e non abbiamo fatto ancora nessuna riunione organizzat­iva per l’anno prossimo». Due chiacchier­e in verità sono già state fatte, perché non è detto che si riesca a vincere sempre. Oggi Max fa 350 panchine in serie A (210 vinte, 69 pari, 70 k.o.) e tutto il resto arriverà.

LA VOGLIA C’È E IL REPLAY L’inferno vissuto a Madrid può portare a due sentimenti. «Le partite così mi fanno venire voglia di riprovarci, non il contrario: ma bisogna cercare di ripeterle». E il nodo è proprio qui: ripetere. «La Juve ha un Dna che ti dà tutti i giorni degli stimoli – continua il tecnico – perché tutti i giorni devi lavorare per vincere e cercare di fare il massimo. Ora noi tutti abbiamo la possibilit­à di rimanere nella storia centrando il settimo campionato e la Coppa Italia. E non bisogna farsela scappare». SABBATICO E SAMP Un anno fa, prima del prolungame­nto del contratto, per Allegri si era parlato pure di anno sabbatico. «Il riposo lo prendo dal 20 maggio o dal 21 al 9, 8, 7 luglio, quando la Juve riprenderà gli allenament­i. Stimoli ne ho, sono ancora giovane e voglio allenare. Poi nella vita non si sa mai, magari per vicissitud­ini posso stare fermo un anno, due, smettere, continuare, non so. Ora concentria­moci sugli obiettivi». Un girone fa, la scoppola «rocamboles­ca» di Genova fece cambiare: 3 centrocamp­isti e via. «In stagione ci sono partite, scossoni, che fanno riflettere e insegnano: serviva equilibrio. E così abbiamo cambiato. Ma non è detto che non torneremo coi 4 attaccanti...».

BUFFON Ora, Buffon, ieri intercetta­to dalle Iene. Pausa. E difesa. «Giudicare dall’esterno è sempre facile – continua Allegri –. Nelle situazioni bisogna trovarsi. Gigi per 20 anni è stato un esempio. Se per una volta, in una situazione complicata, a 30” alla fine di una partita che ci avrebbe permesso di giocare i supplement­ari, l’arbitro ha preso questa decisione e togliendog­li pure la possibilit­à di poter parare il rigore a Ronaldo, possiamo anche capirlo. Quindi non lo condanno. Poi dalla poltrona di casa, a distanza di un giorno, giudicare e non capire a livello psicologic­o quello che in quel momento Gigi poteva passare... Sfido qualunque persona a non avere una reazione. Altrimenti ci vuole un corso di psicologia. Ha parlato anche a freddo? No, calma: nelle situazioni bisogna trovarsi».

CONFUSIONE OLIVER E l’arbitro? «Nei 90’ molto bravo. Purtroppo, avete presente a Monopoli?, ha beccato la carta “Imprevisti” ed è andato in confusione. L’unica cosa che in tutta la serata, indipenden­te dall’episodio, ha valutato male è il tempo di recupero: è 1’ di recupero, non è un protocollo che devi dare 3». Sliding doors. Come forse per Höwedes: potrebbe tornare in campo a destra anche perché per De Sciglio la stagione potrebbe essere finita: lesione di alto grado della fascia plantare del piede sinistro, quella rimediata al Bernabeu..

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GETTY Massimilia­no Allegri, 50 anni, allenatore della Juve dal 2014

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