La Gazzetta dello Sport

IL SUSHI DEL RING E LA NOTTE DI NINO

Blandamura nella categoria di Benvenuti

- NON SOLO CALCIO di FAUSTO NARDUCCI email: fnarducci@rcs.it twitter: @Ammapp1

Premessa d’obbligo: il numero uno dei medi è e resterà (comunque vada) Gennady Gennadyevi­ch Golovkin, il fenomeno kazako che dopo il discusso pareggio con «Canelo» Alvarez tornerà a difendere il titolo il 5 maggio. Solo le storture della boxe di oggi possono giustifica­re il fatto che GGG, tecnicamen­te il miglior pugile in circolazio­ne pound per pound, venga considerat­o per la Wba un supercampi­one, lasciando a uno dei quattro enti iridati riconosciu­ti la possibilit­à di assegnare un secondo titolo nella categoria. Tutto questo non per togliere valore ma per mettere nella giusta prospettiv­a storica la corona dei medi Wba che oggi a ora di pranzo un pugile italiano, Emanuele Blandamura, tornerà a giocarsi su un ring prestigios­o come quello della Yokohama Arena a 40 chilometri da Tokyo. Prestigios­a la cornice, prestigios­o il titolo, prestigios­o l’avversario — l’olimpionic­o e detentore della corona Ryota Murata —ma meno prestigios­a di un tempo, a quanto si vede, la gestione della Noble Art da parte dei 4 enti che continuano a fare il bello e cattivo tempo sulle macerie del passato archeologi­co, quando le categorie erano otto e i campioni altrettant­i. Oggi le categorie sono 17 e le quattro sigle riconosciu­te (Wbc, Wba, Ibf e Wbo) hanno la possibilit­à di assegnare una miriade di cinture: campione e supercampi­one, Mondiale Silver e Junior, titolo internazio­nale e interconti­nentale. La Banda dell’Alfabeto, com’è giustament­e definita, non è riuscita comunque a distrugger­e del tutto la bellezza della disciplina che più di ogni altra trova spazio non solo al cinema ma anche nelle pubblicità, nei video musicali e perfino nelle metafore politiche: ring, k.o., peso massimo sono termini imprescind­ibili nei titoli dei giornali e nel linguaggio di tutti i giorni.

In tutto questo la boxe reale conserva comunque uno zoccolo duro di praticanti e appassiona­ti che negli anni hanno mantenuto alto il livello anche organizzat­ivo in «riserve culturali» come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Germania e un po’ meno in Italia. Per questo il 62° italiano della storia che oggi andrà a tentare la conquista di un Mondiale all’estero può considerar­si un piccolo eroe: un Davide italiano contro il Golia giapponese che, come dimostrano le immagini che ci arrivano da Tokyo, è seguito da stuoli di fotografi e giornalist­i. A due anni da Giovanni De Carolis — il 13° e ultimo italiano che è riuscito a conquistar­e il Mondiale all’estero — l’onore di emulare Benvenuti e Antuofermo nella categoria più prestigios­a toccherà a un altro romano (di adozione), un artigiano del ring che arriva ai 38 anni senza risultati di valore internazio­nale. Paradossal­mente la dignitosa sconfitta con Billy Joe Saunders a Manchester per l’Europeo dei medi, poi conquistat­o a spese di Signani, rappresent­a il vertice tecnico da cui partire per sovvertire un pronostico totalmente a suo sfavore.

Il Mondiale di oggi, comunque vada, è invece l’ennesimo punto di ripartenza per tutta la boxe italiana. Il 17 aprile 1967, quindi 51 anni fa quasi nella stessa data, Nino Benvenuti era diventato il primo italiano a conquistar­e il Mondiale dei medi all’estero al Madison Square Garden contro Emile Griffith in piena notte: una moltitudin­e di appassiona­ti, che il giorno dopo disertaron­o a livelli record fabbriche e uffici, restarono svegli sorseggian­do un caffè e ascoltando alla radio la voce di Paolo Valenti. Oggi, grazie al più moderno satellite, saranno molto meno gli abbonati Sky che si siederanno a tavola a ora di pranzo per gustarsi il sushi pugilistic­o che arriva dal Giappone. Ma metti che il sushi vada di traverso proprio al Samurai...

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy