La Gazzetta dello Sport

Fa tutto Caracciolo ma il Brescia spreca E il Carpi lo punisce

- Gian Paolo Laffranchi BRESCIA

Servono le ali per volare oltre un muro. L’Airone sbatte una volta, va oltre la seconda. Ma non basta, al Brescia, per battere il Carpi. È un film già visto, quello che vede Andrea Caracciolo protagonis­ta contro gli emiliani. Già visto segnare ed essere primattore, osannato dal suo pubblico anche quando sbaglia per meriti acquisiti sul campo: ora sono 132 i suoi gol in B, a -3 da Schwoch (primatista all-time). Già visto ritrovarsi beffato in extremis in una gara col Carpi: sfida stregata per il Brescia, che su 8 confronti diretti non ne ha vinto uno, e in particolar­e per il suo capitano, che il 22 novembre 2014 segnò 3 rigori su 3, ma vide gli avversari rimontare da 3-1 a 3-3 in 9 contro 11.

L’AIRONE SCIVOLA Stavolta Caracciolo lo fallisce, il rigore atteso da più di un anno al Rigamonti (l’ultimo era datato 24 dicembre 2016: vittoria con la Pro Vercelli, 2-1). Scivola clamorosam­ente su una zolla, al 14’ della ripresa, sciupando l’opportunit­à procurata da Torregross­a (fallo di Capela, che in precedenza aveva già rischiato). Ma i suoi tifosi lo applaudono all’istante, dedicandog­li cori. Amore incondizio­nato e fiducia ben riposta, visto quel che l’Airone combina (ancora una volta) poco dopo: una mezza girata da favola a coronament­o di un’azione tambureggi­ante. Quando Caracciolo sblocca, restano meno di 10’ da giocare. La partita fino a quel momento è stata un monologo. Un assedio, dopo l’intervallo, con il Carpi chiusissim­o all’indietro e il Brescia a spingere senza pungere. Troppo rinunciata­ria la condotta della squadra di Calabro, tanto campo libero per quella di Boscaglia che a un certo punto può giocarsi la terza punta per un difensore, inserendo Okwonkwo per Coppolaro. Ma il Carpi sa difendere, resta sempre corto, non offre sbocchi e ha un Colombi in gran vena fra i pali. Si affida ai lanci lunghi, trova un punto di riferiment­o rassicuran­te in Melchiorri che a tempo quasi scaduto sa difendere palla, prendere un metro a Somma, battere Minelli in diagonale. La giocata del pareggio, che premia la resistenza emiliana e punisce gli sprechi del Brescia.

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