Bird vola su Roma Lo show elettrizza vip, politici e fan
● Il britannico (Virgin) si impone, Di Grassi 2°. Botto di Filippi e Mortara. Agag: «Corriamo qui per 5 anni»
Dalla curiosità allo stupore. Roma ha scoperto con piacevole meraviglia i duelli, le sportellate e gli attacchi impossibili della Formula E. E La Formula E si è goduta l’entusiasmo delle tribune piene e di innumerevoli vip della politica, dello sport, dello spettacolo. Dunque adesso è amore, che durerà almeno per i prossimi 5 anni, con altrettante edizioni dell’e-prix romano, come ha annunciato il patron Alejandro Agag dal palco della premiazione. E prima di lui era stato il vincitore, Sam Bird, a manifestare la sua gratitudine gridando al team radio: «È bellissimo poter dire di essere il primo ad aver vinto qui». Gli sembrava cioè già persino ovvio che questo evento diventerà un classico e che dunque avrà un suo bell’albo d’oro destinato ad esser prestigioso. Concetto rafforzato ulteriormente dal secondo classificato, il redivivo campione del mondo in carica Lucas Di Grassi che in conferenza stampa, a tutt’altra domanda, ha risposto cambiando argomento: «Prima di tutto ci tengo a dire che è stata una gara straordinaria, con un contorno fantastico».
SFORTUNA ROSENQVIST Fantastica certamente per Bird. Ma anche, e forse soprattutto, per Jean-Eric Vergne. Che ha avuto una giornata difficile fin dal mattino — 8° in qualifica — ma che poi, anche con il quinto posto finale, si è trasformata in una specie di trionfo. Perché ha sì visto ridursi, e nemmeno di pochissimo, il suo margine, da 30 punti che aveva prima di arrivare a Roma, ai 18 con i quali se ne parte. Ma quel vantaggio adesso è su Bird, non più sul suo più temibile e anche ieri fortissimo rivale, ossia Felix Rosenqvist ora con 37 punti di svantaggio. Lo svedese è stato il mattatore anche su e giù per i saliscendi romani, solo che gli è successo esattamente quel che gli era capitato poco più di un mese fa a Città del Messico. Al mattino aveva strapazzato tutti con una superpole baciando i muri tirati su lungo le strade dell’Eur. In gara è scattato davanti, sicuro capotreno, capace prima di staccare, poi di controllare Bird. Quindi di difendersi dai suoi attacchi. Fino al 23° giro, quando la sua Mahindra è andata spegnendosi e lui non ha potuto fare altro che parcheggiarla, come aveva fatto all’Hermanos Rodriguez. A Bird non dev’esser sembrato vero di potersi prendere così la settima vittoria in carriera, la seconda dell’anno dopo quella nell’eprix di apertura.
IL CLASICO Non che sia stato facile. L’inglese della DS-Virgin ha dovuto difendersi dagli attacchi soprattutto di Mitch Evans, altro protagonista sfortunato di giornata, a lungo secondo e in grado di puntare al colpaccio, poi superato da Di Grassi,e quindi anche da André Lotterer, prima di accusare un calo di potenza che lo ha costretto a chiudere nono. Il pubblico di Roma si è poi goduto anche il più atteso dei duelli della Formula E, il suo «clasico», gli ultimi due campioni del mondo anche quest’anno ruota a ruota: Lucas Di Grassi contro Sebastien Buemi. I due che non sono in lotta per il titolo, ieri si sono scornati, oltretutto col Fanboost a disposizione (il surplus di potenza per 5” che premia i tre piloti più votati sui social, l’altro era Luca Filippi). Ha avuto la meglio Di Grassi.
MALE I NOSTRI Solo quinto, quindi, Vergne: fortunato, ma non solo calcolatore. Il suo bel tentativo di passere Abt (quarto e Buemi lo ha fatto, rischiando di finire a muro. Male fin dal mattino i nostri: Edo Mortara sedicesimo, ha però compiuto l’ormai usuale rimontona per arrivare a prendersi un punticino col 10° posto. Luca Filippi in qualifica non era riuscito a fare il tempo, transitando in ritardo sotto la bandiera dopo il giro di lancio. Da 17°, coinvolto nel tamponamento con Mortara, ha chiuso 13°.