Sei, quasi sette
La Juve ne fa 3 anche alla Samp Napoli a -6, scudetto più vicino
●Entra Douglas Costa per Pjanic e spacca con 3 assist per Mandzukic, Höwedes e Khedira. Fuori Higuain. Domenica match-point per Allegri nello scontro diretto con Sarri
La Juve allunga a più sei sul Napoli quando mancano sei giornate alla fine: se non è fatta, poco ci manca. Lo scontro diretto del prossimo weekend allo Stadium rappresenta l’ultimo grande scoglio, ma domenica l’onere della prova sarà a carico del Napoli, obbligato a vincere per riaprire la corsa. Max Allegri potrà andare di ripartenza, suo territorio di caccia. Motivata dalla notizia dello 0-0 dei «sarriani» a San Siro con il Milan, e con la rabbia di Madrid da smaltire, la Juve ha scelto però di cuocere la Samp a fuoco lento, con «halma», come direbbe Allegri nel suo slang toscano. Il Doria è sembrato un gatto in tangenziale, miracolato all’inizio e senza speranza verso la fine.
MAX Douglas Costa è stato l’uomo decisivo. Partito dalla panchina, è entrato per Pjanic e con tre assist ha infiocchettato il risultato. Allegri si conferma un bravissimo decifratore di match in corso d’opera. Non ha azzeccato la scelta di cominciare con Matuidi in fascia, ma, nel momento in cui è stato obbligato a correggersi per l’infortunio di Pjanic, ha avuto l’intuizione di sostituire il bosniaco con Douglas e non con Bentancur. Va riconosciuto che se Pjanic non si fosse infortunato, Allegri nella ripresa con ogni probabilità avrebbe approntato lo stesso l’innesto di Douglas. Sarri è più bravo di Allegri a trasmettere un gioco forte alle sue squadre, ma Allegri è più abile di Sarri nella lettura degli incontri. Questo è un rilevante punto di diversità.
DOUGLAS CROSSA La Samp ha confermato di essere una piccola - ieri molto piccola - riproduzione in scala del Napoli, meno vorticosa e frenetica, ma con lo stesso gusto per il palleggio, a costo di portarlo a estreme conseguenze, tipo i forti rischi nelle uscite dal basso o una certa allegria difensiva, specie suoi palloni alti. In larghi tratti del primo tempo la Samp ha quasi dato l’impressione di essere padrona a casa d’altri per possesso e altezza media sul campo. La Juve era un po’ ammaliata e un po’ imbarazzata. Dybala trovava otturati o disseminati di raddoppi i corridoi centrali e il 4-2-3-1 aveva delle controindicazioni: Matuidi non era a suo agio sull’ala sinistra e per contagio Mandzukic pareva un centravanti riluttante, perché tendente ad allargarsi sulle fasce, quasi avesse nostalgia del suo ultimo ruolo di esterno. Lo 0-0 all’intervallo sembrava ineluttabile finché il caso non ci ha messo la zampa. Pjanic si è infortunato e quel che è successo già lo sapete. In coda al primo tempo è entrato Douglas Costa, con incorporato scambio di posizioni: Matuidi è passato al centro, nel suo alveo; il brasiliano si è piazzato all’ala, nel suo feudo. Pochi attimi e proprio Douglas, con un cross da sinistra, ha imboccato Mandzukic davanti a Viviano. Bravissimo il croatone a insinuarsi
alle spalle di Ferrari e a infilare il portiere. Douglas crossa e il gioco è fatto. La variazione ha portato con sé un cambio di assetto, Juve in formato 4-2-4 da 4-2-3-1 che era, ma la lezione è stata più tecnica che tattica: se metti gli uomini nelle caselle giuste, se l’esterno d’attacco è un esterno vero, non c’è bisogno di troppe alchimie, il centravanti si ingolosisce e si muove di conseguenza, e i gol arrivano da sé come natura comanda. Il calcio di per sé è semplice, sono gli umani che tendono a complicarlo.
I TEDESCHI LA CHIUDONO
Durante la pausa Giampaolo ha rimescolato qualcosa. Fuori Quagliarella e dentro Kownacki e subito la mossa è sembrata vincente. Nei primi secondi della ripresa proprio Kownacki ha rubato palla a Chiellini e l’ha servita a Ramirez, che però l’ha
devoluta in beneficenza con un diagonale smorto e fuori porta. Fuoco di paglia. Douglas Costa, sempre lui, ha lavorato la Samp ai fianchi e a beneficiare dei suoi assist dalle fasce sono stati i due tedeschi, prima il redivivo Höwedes, libero di fare i comodi suoi in area doriana, e poi Khedira, sorta di centravanti aggiunto coi suoi posizionamenti sornioni nei sedici metri altrui. Sul 2-0 Allegri aveva inserito Bentancur per Dybala, ieri in versione fantasmino, e aveva ridisegnato la squadra con un 4-3-3 più equilibrato perché il risultato alla Juve viene prima di tutto. Parafrasando un aforisma di Indro Montanelli su De Gasperi e Andreotti: Sarri cerca di dialogare con gli dei del calcio, ammesso che esistano; Allegri più prosaicamente parla coi parroci e spesso vince le elezioni nazionali.