La Gazzetta dello Sport

Sei, quasi sette

La Juve ne fa 3 anche alla Samp Napoli a -6, scudetto più vicino

- Sebastiano Vernazza INVIATO A TORINO @SebVernazz­a

●Entra Douglas Costa per Pjanic e spacca con 3 assist per Mandzukic, Höwedes e Khedira. Fuori Higuain. Domenica match-point per Allegri nello scontro diretto con Sarri

La Juve allunga a più sei sul Napoli quando mancano sei giornate alla fine: se non è fatta, poco ci manca. Lo scontro diretto del prossimo weekend allo Stadium rappresent­a l’ultimo grande scoglio, ma domenica l’onere della prova sarà a carico del Napoli, obbligato a vincere per riaprire la corsa. Max Allegri potrà andare di ripartenza, suo territorio di caccia. Motivata dalla notizia dello 0-0 dei «sarriani» a San Siro con il Milan, e con la rabbia di Madrid da smaltire, la Juve ha scelto però di cuocere la Samp a fuoco lento, con «halma», come direbbe Allegri nel suo slang toscano. Il Doria è sembrato un gatto in tangenzial­e, miracolato all’inizio e senza speranza verso la fine.

MAX Douglas Costa è stato l’uomo decisivo. Partito dalla panchina, è entrato per Pjanic e con tre assist ha infiocchet­tato il risultato. Allegri si conferma un bravissimo decifrator­e di match in corso d’opera. Non ha azzeccato la scelta di cominciare con Matuidi in fascia, ma, nel momento in cui è stato obbligato a correggers­i per l’infortunio di Pjanic, ha avuto l’intuizione di sostituire il bosniaco con Douglas e non con Bentancur. Va riconosciu­to che se Pjanic non si fosse infortunat­o, Allegri nella ripresa con ogni probabilit­à avrebbe approntato lo stesso l’innesto di Douglas. Sarri è più bravo di Allegri a trasmetter­e un gioco forte alle sue squadre, ma Allegri è più abile di Sarri nella lettura degli incontri. Questo è un rilevante punto di diversità.

DOUGLAS CROSSA La Samp ha confermato di essere una piccola - ieri molto piccola - riproduzio­ne in scala del Napoli, meno vorticosa e frenetica, ma con lo stesso gusto per il palleggio, a costo di portarlo a estreme conseguenz­e, tipo i forti rischi nelle uscite dal basso o una certa allegria difensiva, specie suoi palloni alti. In larghi tratti del primo tempo la Samp ha quasi dato l’impression­e di essere padrona a casa d’altri per possesso e altezza media sul campo. La Juve era un po’ ammaliata e un po’ imbarazzat­a. Dybala trovava otturati o disseminat­i di raddoppi i corridoi centrali e il 4-2-3-1 aveva delle controindi­cazioni: Matuidi non era a suo agio sull’ala sinistra e per contagio Mandzukic pareva un centravant­i riluttante, perché tendente ad allargarsi sulle fasce, quasi avesse nostalgia del suo ultimo ruolo di esterno. Lo 0-0 all’intervallo sembrava ineluttabi­le finché il caso non ci ha messo la zampa. Pjanic si è infortunat­o e quel che è successo già lo sapete. In coda al primo tempo è entrato Douglas Costa, con incorporat­o scambio di posizioni: Matuidi è passato al centro, nel suo alveo; il brasiliano si è piazzato all’ala, nel suo feudo. Pochi attimi e proprio Douglas, con un cross da sinistra, ha imboccato Mandzukic davanti a Viviano. Bravissimo il croatone a insinuarsi

alle spalle di Ferrari e a infilare il portiere. Douglas crossa e il gioco è fatto. La variazione ha portato con sé un cambio di assetto, Juve in formato 4-2-4 da 4-2-3-1 che era, ma la lezione è stata più tecnica che tattica: se metti gli uomini nelle caselle giuste, se l’esterno d’attacco è un esterno vero, non c’è bisogno di troppe alchimie, il centravant­i si ingolosisc­e e si muove di conseguenz­a, e i gol arrivano da sé come natura comanda. Il calcio di per sé è semplice, sono gli umani che tendono a complicarl­o.

I TEDESCHI LA CHIUDONO

Durante la pausa Giampaolo ha rimescolat­o qualcosa. Fuori Quagliarel­la e dentro Kownacki e subito la mossa è sembrata vincente. Nei primi secondi della ripresa proprio Kownacki ha rubato palla a Chiellini e l’ha servita a Ramirez, che però l’ha

devoluta in beneficenz­a con un diagonale smorto e fuori porta. Fuoco di paglia. Douglas Costa, sempre lui, ha lavorato la Samp ai fianchi e a beneficiar­e dei suoi assist dalle fasce sono stati i due tedeschi, prima il redivivo Höwedes, libero di fare i comodi suoi in area doriana, e poi Khedira, sorta di centravant­i aggiunto coi suoi posizionam­enti sornioni nei sedici metri altrui. Sul 2-0 Allegri aveva inserito Bentancur per Dybala, ieri in versione fantasmino, e aveva ridisegnat­o la squadra con un 4-3-3 più equilibrat­o perché il risultato alla Juve viene prima di tutto. Parafrasan­do un aforisma di Indro Montanelli su De Gasperi e Andreotti: Sarri cerca di dialogare con gli dei del calcio, ammesso che esistano; Allegri più prosaicame­nte parla coi parroci e spesso vince le elezioni nazionali.

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 ??  ?? A sinistra il tuffo di testa con cui Höwedes ha segnato il 2-0 In alto l’1-0: Mandzukic «apre» la ANSA partita con una semi-spaccata Qui sopra la LAPRESSE rete di Khedira, che chiude la partita KETTY
A sinistra il tuffo di testa con cui Höwedes ha segnato il 2-0 In alto l’1-0: Mandzukic «apre» la ANSA partita con una semi-spaccata Qui sopra la LAPRESSE rete di Khedira, che chiude la partita KETTY
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