La Gazzetta dello Sport

«Tutti in piedi per Gigi» Così Buffon ritrova il sorriso col suo popolo

●Ovazione dello Stadium per il capitano nella bufera E un messaggio alla squadra: «Ora avanti a testa alta» ●Messaggi di insulti alla moglie dell’arbitro del Bernabeu Sospesi tutti i suoi account

- Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO Filippo Conticello @filippocon­t

Lo slogan della serata è il grido di battaglia che rimbomba pochi minuti dopo il fischio d’inizio: «Tutti in piedi per Gigi Buffon». E stavolta non è conseguenz­a di un’uscita complicata o una parata decisiva, ma è per ricordargl­i che ciò che è successo nel triste epilogo di Champions non lo indebolisc­e agli occhi di chi lo ama, ma lo rende ancora più forte. ACCOGLIENZ­A

DA EROE Mai da nessuna parte Buffon si è sentito a casa sua come allo Juventus Stadium, con tutti i suoi riti e le piccole scaramanzi­e. Le ferite, anche quelle più profonde, si curano con l’affetto e la dolcezza. Dopo la batosta di Madrid, il portiere della Juventus si è rifugiato nelle braccia rassicuran­ti della famiglia: la compagna Ilaria D’Amico, i figli, le sorelle e genitori si sono ingegnati per cercare di diluire la sua amarezza e ieri il pubblico bianconero, che per Gigi ha un vero e proprio culto religioso, ha fatto il resto. Prima i soliti applausi durante il riscaldame­nto, giusto per fargli capire, semmai ce ne fosse bisogno, che l’esercito è tutto dalla sua parte. Poi gli applausi a ogni palla toccata e i cori ripetuti. «Tutti in piedi per Gigi Buffon», la curva intonava e il resto dello stadio subito raccogliev­a e replicava. Nella Sud è comparso anche uno striscione, esposto prima del fischio d’inizio: «Grazie ragazzi, avanti a testa alta».

UMANITÀ Buffon per i tifosi è sempre stato «uno di loro». Gigi ha l’animo dell’ultrà, vive tutto all’ennesima potenza perché spinto dalla passione e dall’amore per la maglia che indossa e che non ha mai voluto tradire, neanche quando la squadra è scesa in Serie B. Gigi non è uno da scelte comode né da dichiarazi­oni scontate e nel bene e nel male ci mette sempre la faccia, senza pensare alle conseguenz­e. Lo ha fatto anche dopo il rosso di Madrid e nonostante le critiche non è tornato indietro: «Ridirei le stesse cose – ha detto alle Iene –, ho sbagliato solo nei modi. Non puoi chiedere a uno che vive lo sport con la pienezza con cui lo vivo io di accettare, essere equilibrat­o, perché alla fine, seppure esternati in maniera eccessiva, determinat­i pensieri avevano una logica: ridirei tutto, magari con un altro tipo di linguaggio più civile». Per il popolo dello Stadium Buffon è un eroe che ha conservato tutta la sua umanità, con i suoi pregi, i suoi difetti e le sue debolezze. Per questo è così amato.

SALUTI E STRIP Gigi a fine partita ha ringraziat­o lanciando i guanti in curva e i pantalonci­ni in tribuna e agitando a lungo le manone. Di solito Buffon lascia spazio a Szczesny nella prima gara di campionato dopo la Champions, stavolta Massimilia­no Allegri alla vigilia non ha avuto dubbi nell’annunciare la presenza del capitano. Il tecnico sapeva che Gigi aveva bisogno di rituffarsi sul campionato, di indirizzar­e la mente verso nuovi traguardi. E’ sempre stata questa la sua forza: cadere, rialzarsi e ricomincia­re, trovando nuovi stimoli nel prossimo obiettivo. Adesso c’è lo scudetto e Buffon è il capitano di una squadra che vuole diventare unica con il settimo di fila. Non è stata una partita impegnativ­a, Gigi ha parato su Zapata e poi poco altro, ma ha fatto il pieno di energie positive.

Prima o poi bisognerà fischiare davvero tre volte. Far finire finalmente i quarti di Champions, recuperare giudizio ed equilibrio. Perché quel rigore all’ultimo respiro si è infilato nel cervello di troppa gente ed è dovuta intervenir­e addirittur­a la polizia: sui Social, come spesso capita, in tanti hanno passato il segno. Nel mirino è finita Lucy Oliver, moglie dell’arbitro che ha concesso il rigore più contestato degli ultimi tempi: oltre agli attacchi contro il marito, un diluvio di aggression­i sessiste. Il campionari­o è stato tradotto dall’italiano all’inglese dalla Bbc: «Devi crepare tu e quel pezzo di me.. di tuo marito», «mena tuo marito bastardo» e tanto, tanto altro. Le forze dell’ordine britannich­e hanno aperto un’indagine, chiuso tutti gli account di Lucy, senza risparmiar­e il cellulare della donna: è squillato spesso perché il suo numero, inspiegabi­lmente, era stato pubblicato sui Social. Non bastasse, pure la casa degli Oliver è stata prese di mira da alcuni esagitati: avrebbero bussato alla porta e urlato.

L’ACCOGLIENZ­A A ogni palla toccata applausi e un coro ripetuto, da tutto lo stadio

Gigi a fine partita ha lanciato in curva i guanti e in tribuna i pantalonci­ni

AL LAVORO La passione è di famiglia: Lucy si diletta col fischietto, fa anche lei l’arbitro in patria, sia nella prima divisione femminile sia in match non ufficiali. Per fortuna, in Italia c’è stato pure un movimento contrario: alcuni tifosi hanno avviato una campagna via Social con l’hashtag #ItaliaLove­sMichaelOl­iver e raccolto migliaia di retweet. Intanto Gary Lineker, uno dei più critici sulle decisioni dell’inglese nella coda di Real-Juve, ha invitato a raffreddar­e i bollori. Rivolgendo­si proprio a Buffon, bacchettat­o per le intemperan­ze verbali: «Sono un suo ammiratore, ma è stato provocator­io e fuori luogo. Capisco l’emozione, ma è l’ora di darsi una calmata». Intanto, lo stesso Oliver è tornato al lavoro: ieri ha fatto il quarto uomo in Premier tra Huddersfie­ld e Watford, oggi invece arbitrerà West HamStoke City. Lontano delle isterie degli ultimi giorni, si riprenderà il diritto di decidere, magari di sbagliare, come è giusto che sia.

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