La Gazzetta dello Sport

Con 4 assaltator­i e il dominio in fascia la Signora va a nozze

●L’entrata di Douglas Costa dà superiorit­à sui lati. La Juventus ha giocato 740 palloni e il 67% arrivano da lì

- Andrea Schianchi

Con Douglas Costa in versione Garrincha è un po’ come presentars­i allo sportello di una banca in compagnia di Arsenio Lupin: qualcosa porti a casa. Alla lunga, nel calcio, la differenza la fanno più gli uomini dei moduli, anche se va sottolinea­ta l’interpreta­zione della partita che Massimilia­no Allegri chiede alla sua squadra. L’allenatore vuole attaccare la Sampdoria sui fianchi, pretende che la manovra scorra sempre sulle corsie laterali e poi, da lì, si cerchi l’imbucata in mezzo all’area dove troneggia Marione Mandzukic.

COPIONE Ci si domanderà: se non si fosse infortunat­o Pjanic, permettend­o l’ingresso di Douglas Costa, quale sarebbe stato lo svolgiment­o della sfida? Impossibil­e prevederlo, tuttavia va detto che Allegri, al momento della sostituzio­ne del centrocamp­ista, avrebbe potuto far entrare Bentancur (che ha lo stesso ruolo), e invece ha «strambato» e spostato l’equilibrio della partita. Dal 4-3-3 iniziale all’iper propositiv­o 4-2-4: di fatto, ci sono quattro elementi offensivi in campo, e prima o poi qualcosa succede quando uno di questi decide di accendere la luce. La Samp, schierando­si con il rombo in mezzo al campo, fatica ad accorciare sull’esterno: Praet e Barreto sbuffano e non ci arrivano quasi mai, e Torreira non ha il passo per chiudere. Ecco allora che la Juve guadagna la superiorit­à numerica proprio lì dove desiderava averla: cioè nel settore esterno. La squadra di Allegri gioca 740 palloni e il 67 per cento di questi vengono gestiti sulle fasce: è un autentico marchio di fabbrica. Raramente i bianconeri tentano lo sfondament­o centrale, che prevede rapidi triangoli e inseriment­i tempestivi delle mezzali. Meglio girare al largo e poi colpire.

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