La Gazzetta dello Sport

INZAGHI «CHE REAZIONE! POTEVAMO ANCHE VINCERE BENE PURE IN DIECI»

«La squadra ha giocato col cuore, bravi tutti. Felipe Anderson contrariat­o? Anche Luis Alberto non era felice di stare in panchina»

- Nicola Berardino

La ripartenza richiesta da Simone Inzaghi dopo la rovinosa eliminazio­ne di Europa League c’è stata. Il tecnico ha rivisto il cuore e la grinta della sua Lazio, capace di resistere anche in inferiorit­à numerica all’assalto finale della Roma. Il pareggio nel derby pesa più del punto, già di sé importante che si aggiunge alla classifica in prospettiv­a Champions. Lo spettro di subire uno stop nella stracittad­ina era ingombrant­e. Così il varco superato del derby ridà coscienza nelle proprie forze dopo la notte incubo di Salisburgo. «Ho fatto i compliment­i ai ragazzi, sono stati bravissimi. Abbiamo reagito all’eliminazio­ne di giovedì, siamo stati lucidi e potevamo anche vincere. Abbiamo stretto i denti in dieci, ma fino a quel momento non abbiamo sofferto la Roma e ce la stavamo giocando fino in fondo. Giovedì è stata una macchia, ma non poteva cancellare 8 mesi di grande lavoro». E i rimpianti che affiorano in coda alla sfida si collegano pure a quelle chance che potevano far saltare il banco in favore della Lazio. «Avevo chiesto di mettere il cuore in campo e con un po’ più precisione e fortuna potevamo fare bottino pieno».

CONTRARIAT­O Inzaghi e la concorrenz­a fra Felipe Anderson e Luis Alberto per il ruolo di trequartis­ta. Alla sostituzio­ne per far posto allo spagnolo il brasiliano non ha nascosto la propria delusione. Ha risposto al saluto del tecnico, ma immusonito si è diretto subito verso il sottopassa­ggio dopo essersi fermato a parlare col vice di Inzaghi, Farris. «Felipe Anderson stava giocando molto bene, ma io devo scegliere i migliori – precisa Simone Inzaghi –. Neanche Luis Alberto era felice di stare in panchina. Si è battuto, è stato bravissimo. Ci sta dando qualità, è sempre positivo sia da titolare sia quando subentra. C’è questo dualismo tra Felipe e Luis, ma li ho fatti giocare anche insieme».

OBIETTIVI Superato lo scoglio del derby, Inzaghi guarda avanti per delineare le ambizioni della Lazio che vuol rilanciars­i dopo la batosta di Salisburgo e soprattutt­o non intende tradire il percorso di una stagione che è partita dal trionfo in Supercoppa. «Champions? Siamo gli intrusi, ma non è un caso dopo 32 giornate di campionato. Ci giocheremo tutto nel migliore dei modi nelle prossime partite. Alla vigilia non ci mettevano neanche nelle prime sette in classifica e a me dispiaceva. Ora non ci nascondiam­o più». Sfodera orgoglio Simone Inzaghi. Da un derby, quello dell’esonero di Pioli di due anni fa, partì la sua esperienza alla guida della Lazio. Nei derby di Coppa Italia della scorsa stagione è nata una nuova dimensione della sua squadra. Questo pareggio diventa il suo scudo per portare avanti la Lazio nel viaggio verso la qualificaz­ione Champions. Per ritrovarsi al top degli obiettivi stagionali senza ripensare più agli incubi di Salisburgo.

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