La Gazzetta dello Sport

SE AL VIA NON AVESSI ALZATO IL PIEDE CI SAREMMO SCONTRATI

- INVIATO A SHANGHAI a.cr.

Max entra all’interno in curva 14, affianca Seb, lo tocca con l’anteriore destra. Entrambi vanno in testacoda. A fine gara il chiariment­o LAPRESSE-IPP

Niente tripletta. Anzi. C’è pure la beffa di vedersi scavalcare nei costruttor­i dalla Mercedes e avvicinars­i nella classifica piloti da un Lewis Hamilton da tempo mai così opaco. Eppure Seb si è considerat­o fortunato perché il pasticcio combinato da Max Verstappen, avrebbe potuto costargli anche i 4 punti che è riuscito a racimolare. «Mi è andata bene perché la macchina ha retto, malgrado il fondo danneggiat­o che ha compromess­o il bilanciame­nto», ha detto Seb che in parco chiuso ha avuto un fermo quanto civile chiariment­o con il focoso olandese. «Le Red Bull dopo la Safety andavano troppo forte per poter resistere, avesse pazientato di più, non lo avrei ostacolato. Non avrei potuto resistere e non sarebbe stato intelligen­te farlo. Gli ho lasciato (al tornantino; n.d.r.) anche spazio nel caso in cui avesse bloccato le gomme. Ma… non è bastato. Mi ha fatto però piacere che dopo la corsa sia venuto a scusarsi, senza mandare qualcun altro». È facile immaginare come in quell’istante Max abbia perso un po’ della sua tracotanza: «Che cosa gli ho detto?

Semplice: “Guarda che le gare sono lunghe, così hai gettato via un podio”. Come ha reagito? Credo che abbia capito la lezione. Qualcuno sostiene che faccia così perché è giovane, ma ormai ha esperienza, con tante gare alle spalle. Prendiamo questa gara: c’era tanto vento e questo rendeva precaria la staccata, dopo 41 giri doveva saperlo anche lui». L’olandese, che si è preso una tirata d’orecchie pure da Helmut Marko («ha gettato al vento una vittoria») resta dell’idea che il suo modo di correre pagherà: «Non cambierò approccio, questo è stato solo un episodio sfortunato».

PATATRAC Ma al momento del contatto, la gara di Vettel, già complicata dal pit stop, era ormai di fatto compromess­a. «Dobbiamo analizzare che cosa non ha funzionato al pit, perché erano quasi sicuri di uscire davanti a Bottas. La Safety Car poi ha fatto il resto ma anche lì c’è qualcosa da capire. Secondo me è entrata con 5-10 secondi di ritardo. Normalment­e congela le posizioni quando mancano 1-2 curve prima della linea (di neutralizz­azione; n.d.r.), stavolta non è stato così e ha praticamen­te messo me e Bottas fuori gara, a quel punto non potevamo più SUL MOMENTO CHIAVE SULLA MANOVRA DI VETTEL

cambiare le gomme». Un piccolo ritardo nel lanciare la macchina in pista c’è in effetti stato, ma Charlie Withing lo ha motivato con la necessità di verificare che fosse davvero necessaria la sua presenza o meno sul tracciato di gara. «E comunque — ha aggiunto — non andiamo mai a vedere chi può essere avvantaggi­ato o svantaggia­to dalla situazione».

KIMI PERPLESSO Il sapore dello champagne non ha cancellato la perplessit­à di un Kimi Raikkonen su due aspetti. Il primo relativo al comportame­nto del compagno di squadra, il secondo al cambio di strategia: «Se non avessi alzato il piede ci saremmo scontrati», ha commentato. Mentre la decisione di allungare il primo pit stop di ben 7 giri rispetto al compagno di squadra ha funzionato solo grazie alla Safety perché in 35 km in più la sua Ferrari ha perso sempre più slancio, man mano che le gomme si usuravano. Una lentezza che il finlandese ha pagato temporanea­mente in termini di posizioni. «Se sono rimasto vittima di questa strategia? — è la replica del finlandese —. Non so. Va detto che in Australia questa strategia aveva funzionato con Vettel, ma è chiaro che se qui a Shanghai non ci fosse stata la Safety Car, penso che sarebbe stato difficile per me riuscire ad arrivare sul podio».

CRISI MERCEDES È la prima volta in era di motori ibridi che la Mercedes non vince tre gare di fila (due di fila nel 2014)

LA SAFETY CAR IN RITARDO HA MESSO ME E BOTTAS FUORI GARA

SEBASTIAN VETTEL

KIMI RAIKKONEN

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