La Gazzetta dello Sport

SPALLETTI È QUESTA LA STRADA GIUSTA

●La squadra di Foscarini resiste sullo 0-0 per 85’ Prima Dionisi, poi Paganini: ora Longo rivede la A

- Di LUCA CALAMAI

L’inizio è nella fine: prima la traversa di Ciano, che entra nel match come un tuono rumoroso, poi due gol letali. Il Frosinone stende l’Avellino e sorpassa il Parma sui titoli di coda. Tutto dal 38’ al 44’ della ripresa: il lungo digiuno di reti in trasferta (371 minuti) è finito. Longo fa bottino perché coi cambi trova una marcia in più, dopo che Foscarini invece rimodellav­a il suo Avellino sguarnendo­lo un po’ sul lato (Vajushi il migliore fino a quel momento) e alleggeren­do l’attacco rinfoltend­o la mediana (Gavazzi per Asencio). Tre punti anti-crisi per Stirpe con una mediana tosta (Kone cresce, Chibsah si straconfer­ma) e la difesa con un filtro avanti affidabile più Dionisi (con Ciano, non in gran vena) terminali di tutto.

LA CHIAVE Foscarini non cambia modulo e ripudia il turnover (solo Vajushi dentro). Longo ne cambia ben cinque da sabato, torna alla difesa a 3 (niente 4-3-1-2) rispolvera­ndo Paganini e rinfoltend­o la mediana con un quintetto aggressivo. Decisione saggia: rinforzare il reparto che offre crepe e scricchiol­ii, Longo rimedia rinfoltend­o la schiera di rubapallon­i e delegando Maiello alla regia offensiva oltre a rincastona­re Bardi tra i pali. L’inizio è un bel vedere, il Frosinone si muove da blindo, sicuro, subito pungente (testa di Kone poco fuori su cross di Beghetto). L’Avellino è sorpreso, si sveglia in tempo. Ribatte, alza barriere e baricentro, tant’è che la gara ristagna a centrocamp­o. Ventisette minuti iniziali quasi di nulla, solo laborioso spostar palla ma senza raccoglier­e un soldo bucato. Fa freddino (pioggia a dirotto da sei ore prima del via), Ciano scalda i cuori con una punizione (29’) radente il palo. Il Frosinone incanta a strappi, tra un a pausa e l’altra l’Avellino si infila con fare propositiv­o (34’ punizione di Di Tacchio, Bardi si supera). CAMBI Bardi getta i guanti nell’intervallo, il dolore alla gamba lo lascia negli spogliatoi: 53-2 netto i ciociari, Maiello poco avanti la difesa, tutti in un fazzoletto di zolle e pronti al contropied­e. Rabbiosi. Inten- zioni buone, errore di Ngawa porta Lezzerini in affanno a smanacciar­e prima che Paganini devii in gol (2’). Ma non dura, se gli tiri la coda il lupo ti morde: al 10’ Castaldo di testa e Migliorini poi (su due cross, Vigorito subito becca applausi) sfiorano il vantaggio. Il Frosinone si perde, Paganini non argina Vajushi che continua a scodellare cross. La mossa Citro rialza dalle corde la squadra di Longo: subito due guizzi in contropied­e e un tiro da quaranta metri vedendo il portiere fuori dai pali, poi la traversa dopo una botta di Kone respinta. Lo stesso Kone che serve a Dionisi l’assist per la botta di sinistro. Pressione premiata, il raddoppio nasce grazie a Chibsah che verticaliz­za per Paganini, non più schiavo di Vajusi: la botta dell’esterno chiude i giochi.

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