Più gioco centrale Karamoh con Icardi e tanti uomini in area
●Il modulo dei nerazzurri è sempre il 4-2-3-1, ma cambiano gli interpreti e così si modifica la costruzione della manovra
Più dei moduli contano gli uomini, e l’Inter vista a San Siro contro il Cagliari ne è la dimostrazione. Spieghiamo meglio: Spalletti fa indossare alla sua squadra il solito abito tattico, il 4-2-3-1 d’ordinanza. Uno degli interpreti, però, è diverso e, di conseguenza, diverso è anche l’atteggiamento nella costruzione e nello sviluppo della manovra. Al posto di Candreva, sulla fascia destra, c’è il giovane Karamoh, e non è un cambiamento da poco. Con Candreva i nerazzurri hanno a disposizione un perfetto esterno, in grado di sacrificarsi in fase di ripiegamento e capace di attaccare gli spazi quando l’azione si ribalta. Con Karamoh, invece, Spalletti ha un elemento decisamente più votato al gioco offensivo e più abile a muoversi tra le linee. In pratica, dunque, meno volate sulle corsie laterali e più incisività nella zona calda, alle spalle di Icardi. Come si vede, quindi, pur utilizzando lo stesso modulo, la squadra muta pelle perché gli orchestrali non leggono lo spartito allo stesso modo.
APPOGGIO L’Inter, fino a ieri sera, era la seconda squadra della Serie A per numero di cross (303 utili e 272 sbagliati per un totale di 575): soltanto la Roma ne aveva sfornati di più. Tuttavia a questa impressionante mole di lavoro sulle corsie laterali non corrispondeva un’efficace fase di concretizzazione. I nerazzurri erano quinti nella classifica dei tiri effettuati (la Roma seconda). Ciò significa che, a fronte di tantissimi traversoni scodellati in mezzo all’area, non c’erano molti uomini in grado di trasformarli in gol, se si fa eccezione per Icardi. Mancavano gli inserimenti dei centrocampisti, mancava l’appoggio di un trequartista che sapesse appoggiare da vicino i movimenti del centravanti, mancava un interprete che potesse aiutare Maurito imbeccandolo con tocchi sapienti o con imbucate profonde. Karamoh, al netto del giudizio sulla prestazione complessiva contro il Cagliari, rappresenta questo tipo di giocatore: uno che può dare una mano a Icardi, uno che può far decollare la manovra anche in zona centrale e non soltanto sull’esterno.
SVILUPPO Di fatto, quando l’Inter gestisce il pallone sul settore sinistro, la coppia D’Ambrosio-Perisic ha il compito di portare avanti la manovra, con frequenti sovrapposizioni e interscambi di ruolo, mentre Icardi, Karamoh e Rafinha attaccano l’area di rigore in attesa del cross. Prima tutto ciò non avveniva perché Candreva, per caratteristiche, non è abituato a stringere al centro. Da ciò si evince che i nerazzurri guadagnano un uomo in fase conclusiva. E se la manovra si sviluppa sulla fascia destra è Cancelo a doversi far carico, quasi in solitaria, della costruzione: Karamoh lo accompagna, ma non gli va alle spalle e non garantisce la sovrapposizione. Preferisce rimanere all’interno del campo, pronto a duettare con Icardi se gli arriva il pallone. Prendiamo il secondo gol dell’Inter, quello realizzato dal centravanti argentino: tutto nasce da un tocco in area di Karamoh, da un altro passaggio di Rafinha che favorisce la zampata finale di Icardi. L’azione nasce, cresce e muore in zona centrale, lì dove l’Inter deve migliorare ancora per diventare davvero super.