La Gazzetta dello Sport

Diabaté vs Petagna: quando la sfida del gol è un affare tra giganti

●Il centravant­i del Benevento segna a una media pazzesca Quello dell’Atalanta è in difficoltà: la generosità non basta

- Guglielmo Longhi

Allora, c’è un centravant­i alto 1,94 arrivato in Italia da poche settimane che segna a una media pazzesca e non ha nessuna intenzione di smettere. E ce n’è un altro, grande e grosso pure lui (1,88), che in Italia è nato e cresciuto e che segna col contagocce. Cheick Diabaté e Andrea Petagna si sfideranno in Benevento-Atalanta e il secondo, da lontano, cercherà di capire il segreto, se c’è, del primo.

SORPRESA Cheick è la bella sorpresa di una squadra che prima di togliere il disturbo vorrebbe lasciare un buon ricordo e non farsi compatire: 7 gol, uno ogni 40 minuti e tre doppiette di fila contro Verona, Juve e Sassuolo. Sei presenze, di cui appena tre da titolare. Non ha perso tempo per dimostrare forza e personalit­à in area. Arriva l’Atalanta e prima di mollare definitiva­mente, il Benevento si attaccherà ancora una volta alle sue prodezze. La domanda nasce spontanea: ma dov’era finito? In Francia dove aveva fatto bene ( Metz e Bordeaux) e dove lo chiamavano «il mostro» e in Turchia, dove non giocava più. L’ha voluto fortemente De Zerbi e Diabaté è stato l’ultimo dei nuovi acquisti ad esordire dopo la rivoluzion­e di metà inverno. Tornato in condizione, vuole recuperare il tempo perso.

CONFRONTO Il paragone con Petagna è impietoso. Il ragazzo del Mali ha segnato quasi il doppio di quello di Trieste, ma a stupire è soprattutt­o la media: più di un gol a partita contro 0,14... E anche nei tiri in porta non c’è storia: una media di 1,67 contro mezzo. Il bilancio di Petagna migliora quando si va a vedere la fase difensiva e il paradosso è la conferma della sua anomalia tattica: ha per esempio recuperato oltre due palloni a partita, il quadruplo di Diabatè.

PREZIOSO Petagna si è sempre saputo dove fosse: da due anni a fare sportellat­e per Gasperini. Ha chiuso con appena 5 gol il campionato dello storico quarto posto, ma il tecnico l’ha sempre difeso. E lui, spesso discusso ma (quasi) sempre titolare, ha cercato di cancellare i giudizi che lo inseguono da mesi. Come: «Segna poco, ma fa un lavoro enorme per la squadra». Oppure: «E’ il giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere». E in effetti il contributo di Petagna, i movimenti verso l’esterno per favorire l’inseriment­o dei centrocamp­isti, è stato spesso prezioso, soprattutt­o in Europa League. In campionato, i dubbi sono venuti anche al Gasp che contro il Napoli, in gennaio, l’ha lasciato in panchina per 90 minuti, terza partita saltata finora per scelta tecnica. Fuori per squalifica contro l’Inter, il Petagnone è pronto a riprenders­i il posto, complice la poco convincent­e prova di Cornelius. Vero, c’è il giovane Barrow che scalpita ma Gasperini sembra intenziona­to a dargli spazio durante la partita. Per Petagna si tratta di un’altra occasione da non buttare, una scommessa con se stesso. I 5 gol di un anno fa sono il minimo sindacale: va bene essere generoso, ma per un attaccante l’egoismo diventa una qualità da affinare.

L’attaccante del Mali, voluto da De Zerbi, arriva da tre doppiette di fila Cornelius non ha convinto, Petagna torna titolare. Ma segna troppo poco

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IPP ALTEZZE: 194 E 188 CM Cheick Diabaté, 29 anni e 194 centimetri; Andrea Petagna, 22 anni e 188 centimetri BERGAMO
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