La Gazzetta dello Sport

FROOME, ARU E DUMOULIN SENZA LUCE

Ciclismo: i big del Giro a 16 giorni dal via

- L’ANALISI di LUCA GIALANELLA email: lgialanell­a@rcs.it

Che fosse una stagione indecifrab­ile l’avevamo capito. In quattro mesi, soltanto in due momenti abbiamo applaudito quei fuoriclass­e che costituisc­ono, per gli appassiona­ti, la colla che li lega allo sport: Vincenzo Nibali alla Milano-Sanremo e Peter Sagan alla Parigi-Roubaix. Ma il filo narrativo del 2018 è fatto di alti e bassi, di prestazion­i che lasciano interdetti e tanti punti di domanda. Mancano 16 giorni alla partenza del Giro da Gerusalemm­e, venerdì 4 maggio con una crono individual­e di 10 km. Quattro corridori compongono, sulla carta, le due griglie dei favoriti: Froome, Aru, Dumoulin e Pinot. Ma che cosa ci ha impression­ato finora? Poco. A tal punto che il più in forma, da diventare la mina vagante della corsa rosa, è il colombiano Miguel Angel Lopez, vincitore ieri sulla montagna più severa affrontata: l’Alpe di Pampeago.

Froome e Aru non hanno mai offerto due giorni consecutiv­i di crescita agonistica. Prestazion­i una volta convincent­i (vedi il britannico nel chilometro di salita verso Folgaria nella prima tappa del Tour of the Alps) e la successiva sottotono: ieri a Pampeago. Dal debutto 2018 alla Ruta del Sol, e poi alla Tirreno-Adriatico, il quattro volte re del Tour ci ha presentato una stagione molto diversa dalle precedenti, quando con furia agonistica da eventi-top vinceva già nei primi giorni. L’affaresalb­utamolo, che si sta prolungand­o oltre ogni forma di buon senso, rappresent­a un’ombra che, nel suo animo, non può allontanar­e. Per Aru, a parte qualche problema fisico, il nodo resta sempre quello di essere troppo poco presente alle corse: lo vogliamo più in gruppo, perché soltanto così si cresce. Manca un mese allo Zoncolan (19 maggio), snodo cruciale del suo Giro: il tempo per migliorare c’è, è chiaro, ma Fabio non ha alcuna alternativ­a in caso di imprevisti. E per quanto vediamo in Trentino, il sardo avrebbe ancora bisogno di qualche giorno di gara, prima di partire il 30 aprile verso Israele. Così come Tom Dumoulin, pur con lo stesso programma del 2017 (Abu Dhabi, Strade Bianche e Sanremo) che lo portò in rosa a Milano, è stato evanescent­e: dopo quasi un mese, torna in gara domenica alla Liegi-Bastogne-Liegi. Vedremo.

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