La Gazzetta dello Sport

Barrichell­o shock «Tumore al collo ma l’ho sconfitto»

●L’ex ferrarista mostra la cicatrice in tv: «Fortunato, solo il 14% si riprende così»

- Mario Salvini

Adesso che è tutto passato, nel sollievo di poter ricomincia­re come se nulla fosse stato, Rubens Barrichell­o ha pensato fosse giusto raccontare tutto. E l’ha fatto in television­e, in una trasmissio­ne che è un classico di Rede Globo, la stessa emittente per cui lui commenta la Formula 1 dal 2013. Un talk show molto popolare che si chiama «Conversa com Bial», dal nome del giornalist­a che lo conduce, Pedro Bial. A lui, a tutto il Brasile e al mondo Barrichell­o ha mostrato la lunga cicatrice che ha sul lato sinistro del collo. E ha rivelato quello che gli è successo in questi mesi, a partire da febbraio, quando ha scoperto di avere un tumore. Per il quale è stato operato d’urgenza e dal quale si è ripreso. «Sono un uomo fortunato», ha ripetuto al suo intervista­tore. Fortunato abbastanza da potersi presentare in tv in buona forma, apparentem­ente non provato da particolar­i terapie a cui non ha peraltro fatto cenno. E da poter persino pensare di nuovo a correre in Stock Car, come fa da qualche anno non solo per diletto, visto che nel 2014 ha vinto il campionato e ancora l’anno scorso ha conquistat­o un paio di gare. Tutto come se nulla fosse stato, appunto: solo che dopo una paura del genere niente in realtà è come prima. Ed è esattament­e questo che Rubens ha voluto raccontare in tv.

DOLORE Un racconto cominciato con il momento in cui si è drammatica­mente reso conto della situazione, una mattina di due mesi fa. «Ero a casa e mi stavo facendo una doccia, quando mi è venuto un dolore molto forte alla testa. Diciamo che da uno a dieci era otto o nove. Mi sono sdraiato a terra, perché non volevo svegliare nessuno, però il dolore era troppo forte. Quindi ho capito che era una cosa seria, che bisognava andare in ospedale: grazie a Dio mia moglie Silvana era a casa, ma ci ho messo qualche minuto a raggiunger­la. Il dolore era insopporta­bile. Insieme abbiamo deciso di chiamare un amico medico. Lui ha capito subito che c’era qualcosa di serio. Quando sono arrivato in ospedale mi hanno messo un catetere nell’inguine e la vena si era chiusa».

BACIO Da lì la diagnosi: tumore al collo. E l’intervento. «Sono stato operato dopo pochi giorni». E per fortuna tutto è andato per il meglio. «I medici mi hanno detto che solo il 14% dei pazienti che hanno avuto una forma di tumore come la mia riesce e recuperare del tutto e senza avere ricadute». Subito probabilme­nte non deve averci pensato troppo, ma poi Barrichell­o ha voluto sapere se può ancora considerar­si un pilota, lui che in Formula 1 ha corso più di chiunque altro nella storia, coi suoi 323 gran premi lungo 19 stagioni, sei quelle quali alla Ferrari. «Dopo il sollievo per averla scampata ho temuto di non poter più correre, ma fortunatam­ente non è così. Vorrei ringraziar­e il Signore, al quale evidenteme­nte piaccio così tanto e che mi ha dato il dono della vita. Un bacio ai cuori di tutto il mondo».

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Rubens Barrichell­o, 45 anni, in Tv con la vistosa cicatrice sul collo
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EPA AP ● 1. La prima vittoria con la Ferrari al GP di Germania 2000; ● 2. Sotto con Montezemol­o in Cina nel 2004; ● 3. Sul podio di Monza 2009, 11o e ultimo trionfo in F.1 con Button (2O) e Raikkonen (3o)
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