La Gazzetta dello Sport

«Pure agenti sotto copertura per la lotta alle mafie nel calcio»

●Il procurator­e nazionale antimafia Cafiero de Raho: «Divieto di scommesse nelle serie minori per fermare le organizzaz­ioni criminali. E cambiamo la responsabi­lità oggettiva»

- Valerio Piccioni ROMA

Mafia e calcio sono due parole legate ancora da preoccupan­ti vicinanze. Vicinanze che vanno combattute con strumenti normativi e investigat­ivi nuovi. L’ha detto ieri, senza giri di parole, il procurator­e nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho nel seminario «Contrastar­e la corruzione nello sport» alla Scuola di perfeziona­mento delle scuole di polizia. Nel suo decalogo ci sono gli agenti da infiltrare negli ambienti calcistici per avere «strumenti da dentro»; il divieto di scommesse per i campionati minori; l’introduzio­ne del reato di bagarinagg­io che nello sport «che non può essere considerat­o un banale e normale commercio»; la traduzione operativa della convenzion­e di Macolin del Consiglio d’Europa che prevede fra l’altro la «confisca per equivalent­e» nel caso di frode sportiva.

OGGETTIVA DA CAMBIARE Ma nel carnet delle proposte ce n’è anche un’altra che farà discutere: «Rivalutare la responsabi­lità oggettiva». Concetto che il Procurator­e ci spiega qualche minuto dopo. Quel «rivalutare» non significa cancellare, ma «cambiare». In pratica: punire le società che restano passive, proteggere quelle che si impegnano e rischiano di diventare ostaggio dei violenti. «Intorno al calcio ruotano investimen­ti per miliardi e le forme di infiltrazi­one della criminalit­à mafiosa diventano sempre più insidiose da constatare». Cafiero de Raho parla dell’intervento della ‘ndrangheta nella compravend­ita di biglietti e nella «occupazion­e di alcuni settori dello stadio». Osservando che «quanto accaduto a Torino, era già successo a Napoli e a Catania». Ma oltre alla «gestione dei biglietti», c’è anche in qualche caso «l’organizzaz­ione della sicurezza affidata ad alcune fasce di ultras».

ONLINE CONTAMINAT­O Esiste poi un’emergenza calcio minore: «In alcuni territori ci sono società gestite totalmente da gruppi mafiosi. L’uomo di ‘ndrangheta tende ad approfitta­re delle società calcistica per attirare consenso». Uno dei territori più pericolosi in questo quadro è quello delle scommesse. Cafiero de Raho aggiunge al calcio anche boxe, tennis, arti marziali. E poi sottolinea la moltiplica­zione di sportelli di scommesse di società straniere: «I servizi online sono in gran parte contaminat­i».

INSIDER TENNIS E proprio sulle scommesse si concentra il generale Enrico Cataldi, procurator­e generale dello sport, l’organismo istruttori­o nato dalla riforma della giustizia sportiva varata dal Coni. Che si è soffermato sui rischiosi meccanismi che genera la scommessa sul primo corner o sulla prima espulsione, alludendo alla vicenda già nota di un cartellino rosso su cui si era registrato un flusso anomalo di scommesse. Per Cataldi non aiuta la differenzi­azione dei regolament­i. «È sempre vietata la scommessa di un calciatore di serie A sul calcio profession­istico. Ma non è così nel tennis, dove il divieto riguarda solo le partite in cui il soggetto partecipi e quello di approfitta­re di informazio­ni privilegia­te». Una norma non sufficient­e per Cataldi: «Quella circostanz­a va provata. E resta il pericolo di una sorta di insider trading di un giocatore che ascolta le parole di un collega che scende in campo in cattive condizioni fisiche sapendo di abbandonar­e dopo un set».

«VA INTRODOTTO AL PIU’ PRESTO IL REATO DI BAGARINAGG­IO»

FEDERICO CAFIERO DE RAHO PROCURATOR­E ANTIMAFIA

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Malagò con Girard Zappelli del Cio e il procurator­e Cafiero de Raho

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