«Non è ora il momento Confermo ciò che ho detto»
●>ossi: «Magari un giorno ci siederemo e ne discuteremo» Oggi la Commissione sicurezza
Diversi i toni, decisamente più bassi, non la sostanza. Due settimane dopo il caos di Termas de Rio Hondo, Valentino Rossi mette una pietra sopra il contatto provocato nel finale di gara da Marc Marquez che ne ha causato la caduta. Nel senso che il nove volte iridato, dopo il durissimo sfogo nell’immediato dopogara argentino e avere reiterato la sua rabbia contro il pilota spagnolo su Instagram, ha deciso che è il momento di guardare avanti, senza però per questo mutare posizione. «Quello che dovevo dire, quello che pensavo, l’ho già detto. Ripeterlo sarebbe una perdita di tempo, c’è una gara e devo concentrarmi su questa. Però non ho cambiato idea». Non lo ha fatto neppure dopo essersi rivisto le immagini in televisione. «Ho riguardato la gara e penso esattamente quello che avevo già detto in Argentina. Confermo le mie parole» ribadisce Rossi. Al quale, però, queste due settimane sono servite per sbollire gradualmente la rabbia per quel contatto evitabilissimo a 5 giri dalla fine che, nonostante la ripartenza dopo la caduta nell’erba, gli ha pregiudicato la conquista di punti preziosi per la classifica. Gli uomini Yamaha temevano di vedere arrivare qui ad Austin un pilota ancora emotivamente su di giri per la nuova guerra con Marquez. Invece non hanno dovuto fare troppi sforzi per convincerlo che era il tempo di abbassare i toni.
EMAIL Aspettando anche di vedere cosa accadrà oggi pomeriggio, quando i piloti si riuniranno in Safety Commission alla presenza di Carmelo Ezpeleta per discutere delle tante problematiche emerse nel GP argentino. A cominciare dal caos in griglia, con il solo Jack Miller sulla sua casella e tutti gli altri a scappare ai box per
COME SENNA E PROST? MA QUELLI SI GIOCAVANO IL MONDIALE...
VALENTINO ROSSI 9 TITOLI MONDIALI
SI TRATTA DI DUE DÈI: TROVINO LA SOLUZIONE ASSIEME
JOHANN ZARCO PILOTA YAMAHA TECH3
montare gomme da asciutto, passando per quello del via, con Marquez che disobbediva ai commissari, per finire con i tanti contatti avvenuti in gara: « Come Yamaha subito dopo il via abbiamo mandato una mail in Direzione Gara chiedendo che a Marquez venisse esposta bandiera nera, e un’altra, con la stessa richiesta, dopo l’incidente con Valentino — spiega Lin Jarvis, responsabile della Casa di Iwata —. Solo che ci è stato detto che per un problema tecnico le email non sono state ricevute se non a fine gara. Sul fatto che non ci sia stato appello, eravamo intenzionati a farlo, ma le penalità degli steward che impongono una sanzione a tempo o di ridethrough non sono appellabili».
TELEFONATA Gli scorsi giorni, Ezpeleta e Rossi si sono anche sentiti al telefono: «Carmelo mi aveva mandato un messaggio, l’ho chiamato e abbiamo chiacchierato» dice Vale. Probabile che il capo della Dorna abbia fatto lo stesso con Marquez, per cercare di preparare in qualche modo l’incontro odierno, nel quale entrambi saranno presenti. «Non voglio dire pubblicamente che cosa dirò loro — dice Ezpeleta —. Quanto ai messaggi che vari piloti hanno postato sui social, accusando l’uno o l’altro, ognuno ha diritto di usare i network per dire la propria. Io parlo dove devo parlare».
VALUTAZIONE Difficile immaginare cosa possa uscire dalla Commissione Sicurezza odierna, molto probabilmente nulla se non un confronto che magari possa portare in futuro a un cambiamento delle regole di ingaggio. «Sarebbe bello parlarne, ma io sono soprattutto curioso di sapere cosa diranno gli altri piloti — riprende Rossi —. Ezpeleta parlerà, ma non ho idea di cosa. Magari in futuro ci sarà un nuovo metodo di valutazione». Per Johann Zarco, quando la Direzione Gara deve avere a che fare con Rossi e Marquez si trova in difficoltà, «perché sono due dei. Marquez in Argentina ha comunque ricevuto una penalità e preso zero punti, Rossi quando in Malesia ha dato un calcio a Marc fu fatto salire sul podio e venne presa una decisione politica nel farlo partire ultimo la gara dopo. Vale e Marc dovrebbero parlare e trovare una soluzione». Come fecero un tempo anche due giganti come Ayrton Senna e Alain Prost. «La differenza tra Senna e Prost è che li si giocavano il Mondiale, quello che ha fatto Marc in Argentina non ha avuto senso, mi passava tranquillo la curva dopo. Magari un giorno ci siederemo anche noi a parlarne. Ma adesso no, non è il momento».
OK L’ADRENALINA, MA NON AVREI FATTO QUELLO CHE HA FATTO MARC
CAL CRUTCHLOW PILOTA HONDA LCR