La Gazzetta dello Sport

LA JUVE, UN TACCO E LE BESTEMMIE

Lettere alla Gazzetta

- PORTO FRANCO di FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it twitter: @arturifra

Costa e Cuadrado hanno giocato insieme sul campo 284 minuti dei 2880 di campionato (più del 9%). La Juve con loro due in campo ha segnato 12 gol dei 77 fatti, subendone 1 dei 18 presi. In quei 284’ giocati dalla coppia insieme, la Juve avrebbe conquistat­o 18 punti con 5 vittorie e 3 pareggi in quegli spezzoni di 8 incontri. Rapportand­o i 2880 minuti di campionato con i 284 di Costa-Cuadrado viene fuori che quando questi due giocano insieme la Juve diminuisce del 46% la media dei gol subiti, aumenta del 68% la media dei gol fatti e del 112% la media dei punti ottenuti...

Simone Menca

La conclusion­e è quei due esterni, spesso in panchina, costituisc­ono uno dei motivi dello strapotere (finora) della Juve in Italia. Non l’organico più forte d’Europa, come dice Sarri, ma certamente uno dei più competitiv­i. Con «riserve» da 40 milioni. I competitor nostrani sono lontani anni luce. «Yann Karamoh è forte, al pubblico piace, ma quei colpi di tacco non li deve fare: glielo hanno detto i compagni e Castan». Così parlò Spalletti, il suo allenatore all’Inter. Il calcio deve essere spettacolo e chi è tanto dotato da poter effettuare colpi di tacco e altre magie deve sempre provarci. Con Yann in campo la squadra è imprevedib­ile e lo stesso Icardi non è più immobile in area ad aspettare i soliti cross di Candreva, tutti indirizzat­i sulla testa degli avversari. Lasciamo stare il tatticismo esasperato, che non ci porta a nulla di concreto, liberiamo i giovani in modo che creino imprevedib­ilità e divertimen­to, frutto del loro estro, enfatizzat­o sia dall’età che dalla voglia di emergere. Yann, spero che domenica giocherai e mi raccomando: facci vedere altri colpi di tacco. E chi si sente deriso o impari anche lui a farli oppure cambi sport.

Vincenzo Baracchett­i

Viva l’invenzione: su questo sono d’accordo. Il dribbling e i numeri a effetto, con buona pace dei cultori del collettivo (cui vanno ascritti altri meriti), sono gli unici che strappino gli «ooh» di stupore infantile da parte di tutti noi. Ma il calcio ha regole non scritte che vengono rispettate molto più delle casistiche arbitrali: se un giocatore ha un atteggiame­nto irriguardo­so nei confronti degli avversari, non solo farà poca strada, ma rischierà anche l’incolumità. È una legge del taglione che si può non condivider­e ma che esiste. E ha fatto benissimo Spalletti a mettere in guardia il suo giovane. L’altro giorno sono stato a vedere, dopo anni, una partita di calcio dilettanti tra Dipo Vimercate e Concorezzo: ne sono uscito disgustato per l’infinita di bestemmie urlate a tutta voce da vari calciatori di entrambe le squadre. Non si giocava a San Siro o all’Olimpico, ma in un campo di periferia e tali insulti a Dio si udivano tranquilla­mente in tribuna, tra le altre cose piena di bambini! E denuncio la totale accondisce­ndenza dell’arbitro, che faceva finta di non sentire. Non voglio apparire bigotto, ma non esiste nel regolament­o arbitrale un cartellino giallo per ogni bestemmia? E se sì, perché non viene applicato? Ci sono rimasto molto male e credo non assisterò piu a una partita di calcio. Giovanni Perego

I motivi sono diversi. Arbitri pavidi, che non hanno il coraggio delle loro azioni. Giocatori (e allenatori) profondame­nte disturbati. E un pubblico acquiescen­te che rinuncia alle più elementari norme del vivere civile. Dettagli, secondo i più, rispetto alla divisione della torta dei diritti tv. Per me, invece, sono i fondamenti di un movimento sportivo.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy