Milan tentato dalle due punte Fassone all’Uefa: sentenza a maggio
8 POSSIBILI SVOLTE PER I ROSSONERI IN CAMPO E FUORI
L’incontro di oggi durerà relativamente poco - la delegazione rossonera raggiungerà Nyon in mattinata per ripartire subito dopo per Milano - mentre i tempi del verdetto saranno molto più lunghi: la risposta sul FFP, il fair play finanziario, è attesa per maggio. E’ la seconda volta che il Milan si presenta davanti alla Camera Investigativa dell’indipendente Organo di Controllo Finanziario dell’Uefa, o meglio la terza: nei primi due casi il club rossonero aveva avanzato - per poi essere respinta - la richiesta sul Voluntary agreement: una sorta di moratoria su sanzioni e limitazioni, presentando un business plan pluriennale con l’impegno a rientrare nei parametri, oltre all’illustrazione dei dettagli sulle voci di ricavi e costi in grado di riequilibrare la gestione economica. Era la prima volta che una società chiedeva l’adesione al voluntary e la prima volta che la stessa società veniva rimandata e deviata al settlement agreement: «Dopo un attento esame di tutta la documentazione e delle spiegazioni fornite, la Camera ha deciso di non concedere il voluntary agreement - la note del dicembre scorso -. La Camera ha considerato che, a oggi, ci sono ancora delle incertezze per quanto riguarda il rifinanziamento del debito e le garanzie finanziarie fornite dai maggiori azionisti. Il Milan continuerà ad essere soggetto all’attuale monitoraggio e la situazione verrà valutata di nuovo nei primi mesi del 2018». Dunque, ci siamo. Oggi alle 11 il Milan verrà ricevuto dal financial body dell’Uefa per la sottoscrizione del settlement agreement (c’è massima fiducia del club) e scoprirà le sanzioni alle quali dovrà sottostare nei prossimi tre anni. La delegazione sarà guidata dall’a.d. Fassone, affiancato da David Han Li, direttore esecutivo, dalla Chief Financial Officer Valentina Montanari, e dal Group Financial Director Alessandro Baj Badino.
COSA ASPETTARSI Il Milan presenterà in udienza il suo ricco dossier: ricco per consistenza e numeri di bilancio. La società confida nella buona semestrale, nei ricavi da stadio e nella conquista della finale di Coppa Italia, tutti argomenti migliorativi che non erano stati previsti nell’iniziale piano cautelativo. Mai, nel piano, si era parlato di Champions League ma di sola Europa League e mai ci si era esposti con i ricavi da Milan China. Il business plan complessivo vedrà inoltre in allegato una lettera firmata da Elliott, il fondo americano che si è fatto garante della sostenibilità visto che il club si presenterà con il rifinanziamento ancora da concludere. La sanzione potrebbe essere simile a quella che con cui l’organo giudicante punì l’Inter nel maggio 2015: di certo con una sanzione economica, magari a rate e con la possibile cancellazione di una parte in caso di bilanci positivi. Più provvedimenti restrittivi su stipendi, rosa e mercato. Un esempio su tutti: la limitazione del numero di nuovi acquisti inseribili in squadra in considerazione del bilanciamento tra entrate e uscite. In pratica per poter iscrivere un nuovo acquisto nella prossima lista, il Milan dovrà cedere e produrre un valore di vendita pari o superiore: con un acquisto da 80 milioni, il Milan deve cederne uno per un pari valore. Le sanzioni – è bene ricordarlo – riguardano solo le competizioni Uefa: in campionato il Milan sarebbe libero di schierare chi vuole.