La Gazzetta dello Sport

Beati gli ultimi Se il Milan è tutto qui... Che Benevento

- Sebastiano Vernazza MILANO @SebVernazz­a

Se il calcio fosse come il gioco dell’oca, Rino Gattuso dovrebbe tornare alla casella numero uno. Un girone fa, a Benevento, la sua prima sulla panchina del Milan venne guastata dal gol del portiere Brignoli, 2-2 allo scadere, ma lì bene o male cominciò la risalita. Un girone dopo, il Benevento ha vinto a Milano, 0-1 che resterà scolpito nel tabellone di San Siro come l’1-2 della Cavese in Serie B nel 1982. Eppure, in queste 19 giornate, Gattuso aveva ricostruit­o il Diavolo. Tutto azzerato, la sconfitta di ieri mette a rischio la qualificaz­ione in Europa League. Oggi l’Atalanta può soffiare il sesto posto ai rossoneri e scaraventa­rli al settimo, con sentiti ringraziam­enti al Sassuolo vincente sulla Fiorentina, altrimenti il Milan avrebbe vissuto la Waterloo della propria classifica. La finale di Coppa Italia contro la Juve resta la possibile camera di compensazi­one di ogni amarezza, ma la flessione dei «gattusiani» è nei numeri e nell’involuzion­e tecnico-tattica. A quale Milan dobbiamo credere? A quello capace di sbancare l’Olimpico contro la Roma? O a quello battuto da una squadra virtualmen­te retrocessa e con 78 gol sul groppone?

COMUNIONE E CIRCOLAZIO­NE Gattuso, con Suso in panchina e Calhanoglu indisponib­ile, ha improvvisa­to un 4-4-2 rigido e insipido. Il doppio centravant­i non ha funzionato perché non è stato supportato né i due centravant­i si sono cercati, anzi, Cutrone e André Silva tendevano a sottrarsi spazi e tempi. Il Milan ha sofferto di paludament­o sulle fasce e praticato uno scorriment­o della palla improntato alla banalità. Su tali difetti il Benevento ha pascolato per una larga fetta di primo tempo. De Zerbi ha risposto con una modifica di sistema. Niente 4-3-3, il Benevento teneva Sandro «basso», un po’ regista e un po’ libero davanti alla difesa. Poi un’altra linea a quattro e Iemmello prima punta per un 4-1-4-1 ambizioso. L’allenatore bresciano si sbracciava e sgolava per chiedere ai suoi di offrire più opzioni di passaggio al conduttore di palla. Comunione e circolazio­ne, il primo precetto del codice De Zerbi. Lo 0-1 era nell’aria ed è arrivato a un passo dalla mezz’ora: intuizione di Viola per Iemmello, equilibris­ta del fuorigioco e freddo davanti a Donnarumma. Lì Gattuso ha capito che insistere col 4-4-2 sarebbe stato masochisti­co e ha ripristina­to il 4-3-3, assetto che il gruppo ha ormai introietta­to. Col tridente Borini-André Silva-Cutrone e col centrocamp­o a tre il Milan ha preso respiro, si è allargato e impadronit­o del palcosceni­co. Dieci minuti di pressione alta e aggressivi­tà, col Benevento schiacciat­o e rimpicciol­ito. Dieci minuti in cui il Milan è stato lì lì per pareggiare, però quel treno è passato senza che i rossoneri ci salissero sopra.

LA TESTA SUL MURO A inizio ripresa Gattuso ha rafforzato il concetto, dentro Suso per Borini e per un nuovo tridente, più simile all’originale. Il Milan ha acquisito ulteriore supremazia, ha alzato di brutto il baricentro e ha costretto il Benevento a rinnegare il credo del suo allenatore. Col passare del tempo il Benevento si è sempre più innamorato dell’idea del colpaccio a San Siro e della posticipaz­ione del ritorno in Serie B, visto che sarebbe bastato un pareggio per condannare i gialloross­i all’aritmetica retrocessi­one. Per difendere questa trincea romantica e «risultatis­ta», il Benevento si è stretto davanti al proprio portiere e l’arroccamen­to si è completato quando Diabaté è stato espulso. Il Milan ha sbattuto la testa sul muro, dagli assalti ha ricavato poca roba, in sintesi la grande occasione sprecata da Cutrone e la traversa di Kessie. Nervosismo a fiumi, focolai di risse. Nulla da fare. De Zerbi ha rispedito Gattuso alla casella numero uno, il gioco dell’oca sa essere spietato.

●Iemmello stende i rossoneri, deludenti e fischiati. Europa a rischio. Oggi sorpasso Atalanta? De Zerbi rinvia la retrocessi­one

LA PARTITA

Il 4-4-2 con doppio centravant­i non va: inutile però il ritorno al 4-3-3

I campani puniscono il Milan e ricordano la vittoria della Cavese nel 1982

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