La Gazzetta dello Sport

Il progetto due punte dura mezzora Il Diavolo non sa come rifornirle

●Chiusi gli spazi centrali, i rossoneri producono solo cross innocui: con il tridente almeno si libera Bonaventur­a

- Alex Frosio

Isintomi cominciano a essere conclamati e i tentativi di cura non danno benefici. Il Milan fa una fatica tremenda a segnare, anche a una squadra che ne ha presi 78 in campionato. Il «dottor» Gattuso procede con esperiment­i e colture, senza ottenere risultati. Stavolta il Milan ha cominciato con le due punte di berlusconi­ana memoria, André Silva e Cutrone insieme, con Bonaventur­a e Suso a battere le fasce. Soluzione improvvisa­ta e senza meccanismi che la sorreggano: le due punte si passano il pallone quattro volte, e per tre il passaggio non arriva a destinazio­ne. Tiri, neanche a parlarne, perché l’unica occasione André Silva la cicca davanti alla porta e soprattutt­o perché il sistema rossonero è inchiodato dalla disposizio­ne del Benevento: Sandro monumental­e davanti alla difesa a coprire gli arretramen­ti di Silva, poi una linea da quattro che devia sugli esterni gli attacchi milanisti, con cross quasi sempre innocui (8 su 43 a destinazio­ne). La squadra di De Zerbi non disdegna il possesso, dimostrand­o una volta di più la capacità di giocare il pallone con disinvoltu­ra (e un’uscita dal basso a sinistra sviluppata fino a portare al tiro Cataldi dal centro destra ne è l’esempio più lampante): il portatore di palla ha sempre due o tre scelte dettate dal movimento dei compagni. Eccellente. Fino al gol, frutto di una combinazio­ne che fa parte del bagaglio tattico della squadra: l’imbucata centrale per il taglio della punta. Diabaté aveva segnato così al Sassuolo e se n’era mangiato un altro con l’Atalanta sullo 0-0, Iemmello firma il sacco di San Siro.

CAMBI Fatto sta che dopo 35’ e sotto di un gol, Gattuso deve abbandonar­e il «progetto due punte» e tornare al più familiare tridente, allargando Cutrone a sinistra e avanzando Borini. La mossa serve però soprattutt­o per liberare le incursioni centrali di Bonaventur­a (che va al tiro ben 4 volte, tutte nello specchio ma deboli o troppo centrali). Con Suso per Borini, nella ripresa arriva anche un po’ di qualità in più, ma l’occupazion­e dell’area resta sempre approssima­tiva: gli attaccanti – anche Kalinic – si dividono male gli spazi. E anche l’assalto della ripresa non dà frutti.

 ??  ??
 ??  ?? André Silva e Cutrone GETTY
André Silva e Cutrone GETTY

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy