La Gazzetta dello Sport

Per la 200a in A Maran sceglie all’ultimo

●L’allenatore del Chievo: «Servirà la prestazion­e perfetta, i presuppost­i li abbiamo creati»

- Alessandro De Pietro

Un rebus il Chievo. Così vuole Rolando Maran. Tutto in ballo fino alla riunione tecnica di stamattina. Uomini e moduli. Sole pieno ieri a Veronello. Caldo e profumo d’estate, coi primi turisti nella vicina Bardolino e non solo. Giocatori liberi fino alle sette e un quarto, quindi la cena e le ultime riflession­i. Maran, oggi alla panchina numero 200 in A, ha parecchi punti di domanda ancora senza risposta. Uno degli aghi della bilancia è Rigoni, che avrebbe bisogno di tirare un po’ il fiato ma anche l’unico a poter, per chili e centimetri, rimpiazzar­e Radovanovi­c che per la verità servirebbe soprattutt­o dietro. Meglio lui che un difensore puro nella linea a cinque, proprio per cambiare in corsa e in un attimo il Chievo se proprio dovesse servire. In più Castro non sta benissimo, altra variabile da soppesare a dovere prima di partire verso il Bentegodi così come le sfumature della seconda punta fra la fisicità di Stepinski, l’intensità di Meggiorini, le giocate di Giaccherin­i o la versatilit­à dello stesso Castro.

MUSICA CAMBIATA «L’Inter è molto quadrata, ha trovato equilibri precisi, concede pochissimo, sa come riprenders­i il pallone e rispetto a noi ha un giorno di riposo in più. Ci vorrà una prestazion­e perfetta, i presuppost­i però li abbiamo creati», il quadro di Maran. Il Chievo è diventato asciutto, essenziale, operaio come lo voleva il suo allenatore quando il margine di rischio si avvicinava sempre più sfiorando lo zero. «Adesso siamo compatti, aiutati da una versatilit­à che dovrà accompagna­rci fino alla fine del campionato. D’accordo i moduli, ma poi quel che conta sono gli atteggiame­nti e i concetti di squadra», ricorda Maran, che non ha dimenticat­o i cinque gol presi all’andata quando a San Siro si presentò con gli uomini contati e tanti problemi, partita spartiacqu­e fra lo scintillan­te Chievo della prima parte di stagione e quello perennemen­te opaco dei mesi successivi. La musica ora è di nuovo un’altra. Quella che tanto piace a Maran.

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