Per la 200a in A Maran sceglie all’ultimo
●L’allenatore del Chievo: «Servirà la prestazione perfetta, i presupposti li abbiamo creati»
Un rebus il Chievo. Così vuole Rolando Maran. Tutto in ballo fino alla riunione tecnica di stamattina. Uomini e moduli. Sole pieno ieri a Veronello. Caldo e profumo d’estate, coi primi turisti nella vicina Bardolino e non solo. Giocatori liberi fino alle sette e un quarto, quindi la cena e le ultime riflessioni. Maran, oggi alla panchina numero 200 in A, ha parecchi punti di domanda ancora senza risposta. Uno degli aghi della bilancia è Rigoni, che avrebbe bisogno di tirare un po’ il fiato ma anche l’unico a poter, per chili e centimetri, rimpiazzare Radovanovic che per la verità servirebbe soprattutto dietro. Meglio lui che un difensore puro nella linea a cinque, proprio per cambiare in corsa e in un attimo il Chievo se proprio dovesse servire. In più Castro non sta benissimo, altra variabile da soppesare a dovere prima di partire verso il Bentegodi così come le sfumature della seconda punta fra la fisicità di Stepinski, l’intensità di Meggiorini, le giocate di Giaccherini o la versatilità dello stesso Castro.
MUSICA CAMBIATA «L’Inter è molto quadrata, ha trovato equilibri precisi, concede pochissimo, sa come riprendersi il pallone e rispetto a noi ha un giorno di riposo in più. Ci vorrà una prestazione perfetta, i presupposti però li abbiamo creati», il quadro di Maran. Il Chievo è diventato asciutto, essenziale, operaio come lo voleva il suo allenatore quando il margine di rischio si avvicinava sempre più sfiorando lo zero. «Adesso siamo compatti, aiutati da una versatilità che dovrà accompagnarci fino alla fine del campionato. D’accordo i moduli, ma poi quel che conta sono gli atteggiamenti e i concetti di squadra», ricorda Maran, che non ha dimenticato i cinque gol presi all’andata quando a San Siro si presentò con gli uomini contati e tanti problemi, partita spartiacque fra lo scintillante Chievo della prima parte di stagione e quello perennemente opaco dei mesi successivi. La musica ora è di nuovo un’altra. Quella che tanto piace a Maran.