La Gazzetta dello Sport

Mazzarri aspetta di rivedere Rincon il Generale stanco

●Il tecnico spiega: «Normale che lui e Iago Falque siano affaticati La squadra li aiuti»

- Fabrizio Turco TORINO

Novanta minuti per prendere o lasciare: eccola, la partita decisiva per la rincorsa del Toro verso l’Europa. Lo scontro diretto contro un’Atalanta che ha 5 punti in più è una sfida chiave. Walter Mazzarri: «Io dico sempre ai miei che la prossima partita è quella decisiva e dunque, in tal senso, lo è l’Atalanta. Ho sempre detto di non pensare all’Europa ma fin quando l’aritmetica tiene vivo un sogno, sogniamo». Il Torino affronta i nerazzurri in emergenza: in un colpo solo dovrà fare a meno, oltre che di Lyanco, anche di Barreca, Iago Falque, Obi e degli squalifica­ti Baselli e De Silvestri. Il tecnico toscano non cerca giustifica­zioni: «A me non piace piangere sugli assenti; chi giocherà dimostrerà di meritarlo», a partire da Edera, al debutto da titolare. Fra chi oggi avrà il compito di reggere la bandiera granata nel cuore della squadra nerazzurra c’è Rincon. El General vuol tornare a dettar legge anche a Bergamo e il suo allenatore non nasconde l’attesa: «Da Rincon mi aspetto tanto, ma è normale che chi ha tirato la carretta tutto l’anno, possa avere un momento di calo. E questo discorso vale per lui e per Iago Falque: la squadra dovrà dar loro una mano per superare questo momento».

SCACCHI Atalanta-Toro, però, sarà anche una partita a scacchi fra due strateghi con i fiocchi, da una parte un toscano granata come Mazzarri e dall’altra un grugliasch­ese di estrazione bianconera più volte accostato al Toro come Gasperini. Proprio come ai tempi del derby di Genova. «Gasp sta facendo un lavoro eccezional­e: se nessuno dei due cambierà nulla dal punto di vista tattico, prevedo una sfida fisica con dieci duelli a tuttocampo. L’Atalanta? Fa cose meraviglio­se e propone un calcio totale, ma noi abbiamo dimostrato di sapercela giocare anche contro le big».

CRESCITA Eccolo, il solco di crescita che sta dando i suoi frutti: «Il prossimo anno avremo basi solide: lo zoccolo duro della squadra rimarrà e i giocatori confermati sapranno già quali sono i nostri concetti di base». Concetti ben assimilati da Belotti che oggi avrà qualche motivo in più per cercare il gol: la fame di sfondare quota 10 reti, la volontà di segnare il primo gol «a casa sua» e anche, perché no, il desiderio di rivalsa per quell’esclusione che da ragazzino lo costrinse a cercare riparo nell’AlbinoLeff­e. «Io dal Gallo mi aspetto una partita vera. Se ci fosse un rigore lo tirerà ancora lui? A proposito del rigorista ho delle soluzioni in testa, ma Belotti col Milan ha tirato nel modo giusto: quella fucilata nessuno la poteva parare, ha solo calciato 5 centimetri troppo alto». Infine un bilancio dei primi 108 giorni granata: «Io sono riservato, esco poco, ma questo è l’ambiente adatto alle mie caratteris­tiche. Mi sento a mio agio: credo di essere l’allenatore giusto».

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LAPRESSE Tomas Rincon, 30 anni

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