NIBALI E LA LIEGI: IL GIORNO CHE VALE PIÙ DI UNA CORSA
Ciclismo: il re della Sanremo e l’assalto alla classica
Ci sono giorni in cui il destino ti viene incontro e diventa più importante dell’oggetto stesso dei nostri desideri. Nibali e la Liegi-Bastogne-Liegi è una storia d’amore cominciata nel 2005, quando a 17’58” dal vincitore Vinokourov arrivò con la maglia della Fassa Bortolo un ragazzino messinese di 20 anni, neoprofessionista. Giancarlo Ferretti, grande tecnico con la vista lunga, aveva voluto che assaggiasse subito la corsa micidiale delle Ardenne. Non è un caso se, tra le sue 33 grandi classiche, Nibali ha disputato la Liegi più di tutte le altre: 12 volte, contro le 10 di Sanremo e Lombardia, più lo spettacolare Fiandre. Bene, la storia d’amore è arrivata al momento dell’altare. Dopo due Giri, un Tour e una Vuelta, due Lombardia e due Tirreno-Adriatico, con il capolavoro alla Sanremo Nibali è entrato in un’altra dimensione. Campione universale. E oggi ha la possibilità di scalare davvero i gradini del mito. Non sono soltanto parole.
Ha capovolto i punti di riferimento delle grandi classiche: è scattato sul Poggio dopo aver conquistato Tre Cime di Lavaredo e Stelvio. Ha sfidato con il petto all’infuori il durissimo Fiandre, ed è stato lui a far partire l’attacco decisivo di Terpstra. Ha annullato i piani delle squadre nella Freccia Vallone, con 45 km di fuga che hanno scatenato l’applauso di tutti: ripreso all’ultimo chilometro.
Il destino non scrive la trama senza pensare a tutti i dettagli, ed ecco che la Liegi cade nel primo anniversario della morte di Michele Scarponi, amatissimo compagno di Nibali. Sì, c’è «la Storia» che aspetta il messinese sull’arrivo in leggera salita di Ans, anonima zona periferica di Liegi. Ma nessuna corsa sarà mai anonima con lui al via e un angelo in cielo che porta un pappagallo sulla spalla.