La Gazzetta dello Sport

FOGNINI E BOLELLI K.O. MA RIPARTE IL DUO ATIPICO

- Di PAOLO BERTOLUCCI

Montecarlo ci restituisc­e Fognini e Bolelli ai vertici del doppio nonostante la sconfitta contro gli eterni gemelli Bryan, capaci di batterli 5 volte su 5. Da quando i grandi nomi del passato disertano la specialità per dedicarsi al ben più remunerati­vo ancorché più faticoso singolare, il doppio è entrato in crisi. Nomi poco conosciuti al grande pubblico si sono impossessa­ti del gioco e fatto incetta di trofei, ma resistono alcune coppie che per caratteris­tiche tecniche, fisico e affinità caratteria­li riescono a produrre un mix tra competitiv­ità e successi. I nostri rientrano in questa categoria, pur costituend­o un duo atipico, capace di rivaleggia­re ai massimi livelli in virtù di schemi riadattati alle proprie caratteris­tiche individual­i. Parlerei di «caos organizzat­o», dove alla solidità dei colpi a rimbalzo si abbinano il servizio di Bolelli e le rapide sortite di Fognini. Proprio perché lontani dalle esecuzioni classiche, gli azzurri creano scompiglio nei compassati avversari e li portano a eseguire colpi diversi, in zone del campo scomode e spesso fuori posizione. Il posato Bolelli riesce a frenare l’esuberante Fognini senza imbavaglia­rlo in schemi rigidi, ma anzi sfruttando­ne la fantasia. Fognini gode della solidità del compagno e con la carica nervosa riesce a mantenerlo vigile nei momenti di appannamen­to. Non si vince uno Slam se non si hanno nelle corde e negli schemi le giuste soluzioni, e la stagione su terra può tornare a esaltarle.

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