La Gazzetta dello Sport

Atalanta-Torino sfida nostalgia La prima volta senza l’Emiliano

●La figlia Clara e il derby del cuore: «Due squadre rivali, una sola famiglia»

- Guglielmo Longhi

PERCHÈ VEDERE ATALANTA-TORINO Gasperini vuole continuare la corsa verso l’Europa League, Mazzarri ci spera ancora anche se è molto difficile. Si va verso una sfida spettacolo: a Bergamo il pareggio manca da 11 anni. A. Azzurri d’Italia, ore 15

Atalanta-Torino senza il Mondo. Sembra impossibil­e, ma è così. Per parlare di papà, scomparso il 29 marzo a 71 anni, ogni tanto la figlia Clara usa il presente come se inconsciam­ente avesse rimosso l’imperfetto: «Vive ancora tra noi, ci ha lasciato un vuoto che sarà difficile colmare in tempi brevi». Lei, la dolcissima ultrà dell’Emiliano. Lei che sta portando avanti le sue tante iniziative nell’ambito della fondazione Mondonico. La partita di oggi ce la racconta così ma a parlare è come se fosse l’allenatore della sedia alzata.

Papà avrebbe il cuore diviso in due…

«Sì, anche se sappiamo tutti che lui in realtà si definiva tifoso della Fiorentina perché da piccolo andava all’oratorio con la maglietta viola. Ma è chiaro che Atalanta e Torino erano e sono le sue squadre, e anche le nostre».

Come viveva queste partite?

«A casa in modo abbastanza sereno, poi in campo cambiava tutto. Era un vulcano».

Il ricordo più bello?

«La domenica dopo la famosa partita di Amsterdam, i tifosi dell’Atalanta lo portano in trionfo anche se il Toro aveva vinto 3-1 (era il 17 maggio ‘92, ndr). Ricordo un gran gol di Pasquale Bruno, l’unico segnato col Toro».

E lei, Atalanta o Torino?

«Diciamo 50 per cento, perché non voglio fare torto a persone splendide che mi sono state vicino in questi momenti. Tifosi che non si amano molto ma che il giorno del funerale hanno dimenticat­o tutto».

Andrà alla partita?

«L’Atalanta mi ha invitato, il presidente Percassi è stato una presenza costante. Ma non me la sento. Non riuscirei a entrare in quello stadio. Non adesso».

L’ultima volta?

«Con papà in febbraio, c’era ill Chievo. Un collegamen­to con la Rai per Quelli del calcio». Avevate un rapporto molto stretto.

UNA FONDAZIONE PER CONTINUARE IL LAVORO FATTO DA PAPA’ CLARA MONDONICO FIGLIA DI EMILIANO

«Vivevamo quasi in simbiosi, abitavamo vicini, ci sentivamo anche 6-7 volte al giorno. Lui diceva che ero la sua ultrà preferita. Quando andavo in curva, al Delle Alpi, chiedeva al fotografo del Torino di puntare l’obiettivo verso di me per vedere che non ci fossero problemi. Poveraccio, che noia... E una volta, avevo 13 anni ed ero seduta in tribuna d’onore, ho rovesciato una lattina di Coca Cola sulla testa di un tifoso del Toro che aveva insultato il suo allenatore per tutto il primo tempo».

Vero cuore Toro.

«Certo: non mi perdevo una partita, stavo esattament­e sopra la S dello striscione Ultras granata. Non toccatemi papà, da piccola volevo sposarmelo poi mi hanno detto che non si poteva…».

Sua sorella Francesca?

«Lei è un tipo tranquillo, da tribuna centrale. Eppure ha solo 3 anni più di me (Clara ne ha 41, ndr)».

E mamma Carla?

«Lascio immaginare i momenti che sta vivendo, l’ aveva conosciuto che aveva 8 anni, era ancora una bambina. Ma papà continua a essere presente nelle molte cose».

La squadra di ex alcolisti.

«Abbiamo appena trovato due allenatori che prederanno il suo posto: Finardi e Pala. Il lavoro dei volontari è prezioso, ma c’è bisogno di un punto di riferiment­o. Poi la nazionale degli amputati e le iniziative col Csi: il 3 maggio cominceran­no nell’area dell’Expo le Olimpiadi degli oratori e saranno dedicate a papà. Io farò la testimonia­l. Ci sarà molto da fare per la fondazione che sta nascendo a suo nome, mi dividerò volentieri con lo studio legale dove lavoro».

Quindi il Mondo cosa direbbe della partita?

«Che l’Atalanta deve vincere se vuole tornare in Europa e che Belotti è un attaccante che non si può discutere. Anche se sbaglia i rigori. E avrebbe commentato volentieri anche la vittoria della Roma contro il Barcellona in Champions League. Era una delle sfide impossibil­i che tanto gli piacevano e lo esaltavano».

Lei ha scritto su Facebook: “Ciao Papo .... sei stato il nostro esempio e la nostra forza... ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu... eternament­e tua”.

«E’ anche un programma di lavoro: voglio che si continui a parlare di Emiliano Mondonico».

A CASA ERA SERENO PRIMA DI QUESTE GARE, IN CAMPO ERA UN VULCANO

ERO UNA VERA ULTRA’ DEL TORO E SE INSULTAVAN­O MIO PADRE... CLARA MONDONICO SU ATALANTA-TORINO

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