Tribuna Gazzetta «Juve, così perdi anche con l’Inter»
●Ulivieri: «I bianconeri fisicamente non stanno bene. Bravo Sarri, alla fine è riuscito a prendere campo»
L’emozione contagia di tutti, ma il Professore alla fine – forte della sua esperienza – fa un bel respiro e promuove gli allievi, pur con qualche distinguo. Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, vede con noi la sfida tra Juventus e Napoli che in qualche modo celebra Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, gli ultimi due vincitori della «Panchina d’Oro», prodotti d.o.c. della scuola di Coverciano. La toscanità, tra l’altro, unisce tutti e tre. «Sai come la penso io? Per fare ‘sto lavoro qui, ci vuole un po’ di “merdite” addosso. E noi toscani ce l’abbiamo, forse è per questo che tanti di noi allenano in Serie A». Nessuno, però, ora è al livello di Max e Maurizio, che vince la sfida «perché alla fine è riuscito a prendere campo ad una Juve che fisicamente non sta bene. Allegri non ha colpe. Aveva provato all’inizio a pressare alto, ma le gambe non c’erano»
LUI E IL NAPOLI Prima del via, però, è andato in scena il passato. «Dalla Juve non sono mai stato cercato, mentre Napoli è stato il mio rimpianto (1998-99, ndr). Per andarci ho lasciato il Bologna in Serie A, credendo che la stagione di B con i partenopei fosse solo di passaggio. Invece non è andata bene, con Ferlaino poi non ebbi un gran rapporto. Giocare al San Paolo non è facile. Ricordo Shalimov, uno che aveva giocato nell’Inter e nella Russia, che mi diceva: “Mister, quando salgo i gradini per entrare in campo mi tremano le gambe”. E se faceva questo effetto a lui...».
CHIELLINI K.O.
Poi inizia la partita. Un occhio alle formazioni («giusto che Sarri abbia scelto di giocare con Mertens invece di Milik»), mentre la Juve perde subito per infortunio Chiellini: «E questo potrebbe condizionar, perché Allegri perde un mancino naturale più bravo nella impostazione». Non solo gli infortuni. «Sì, perché le ammonizioni possono pesare». E la Juve ne prende subito due nei primi 10’. «Rocchi però mi piace, fischia poco, una bella interpretazione di gara». Passano pochi secondi e sentenzia: «Le squadre sono a specchio. Tutte e due hanno la superiorità numerica in difesa: 4 contro 3, mentre a centrocampo 3 contro 3. Il Napoli difende stretto, se la Juve ce la fa a cambiare gioco può metterli in difficoltà. Per questo palleggia con i due centrali bassi e allunga apposta la squadra». Ma è il Napoli che fa la partita. «Sarri prepara l’azione a sinistra per poi provare a chiuderla a destra. I centrali della Juve sono larghi e rischiano le imbucate del Napoli». Il primo tempo scorre quasi senza graffi, escluso il palo casuale
NON AVEVA BRILLANTEZZA, GIUSTO CAMBIARE DYBALA
RENZO ULIVIERI SULLA SOSTITUZIONE
BENATIA ERA STATO PERFETTO, PERÒ SUL GOL COME MARCAVA?
RENZO ULIVIERI SUL MOMENTO DECISIVO
di Pjanic. Meglio la ripresa, e senza Dybala. «Non stava facendo granché, e poi Max aveva bisogno di prendere vantaggi in fascia con Cuadrado, e così è quasi un 4-3-3». Il Napoli però mette carne fresca con Zielinski, Milik e Rog. Un acciaccato Madzukic sembra far poco, così alla fine Buffon diventa protagonista. «È bravissimo in tutte le letture». Ma non si fa in tempo a lodare la forza della Juve sulle palle inattive che Koulibaly spariglia i giochi. «Benatia era stato spettacolare – commenta Uliveri – ma alla fine ha sbagliato. Come marcava?». È finita. Domina l’azzurro. «I bianconeri hanno un punto in più, ma mica lo so se ora sono favoriti col calendario che hanno. Occhio: se gioca così, la Juve perde anche con l’Inter. E può arrivare il sorpasso». Parola di Professore.
Renzo Ulivieri, presidente dell’Aiac, ai tempi del Napoli ’98-99. La carriera da tecnico iniziò nel 1965, allena tuttora il Pontedera donne