La Gazzetta dello Sport

Tribuna Gazzetta «Juve, così perdi anche con l’Inter»

●Ulivieri: «I bianconeri fisicament­e non stanno bene. Bravo Sarri, alla fine è riuscito a prendere campo»

- Massimo Cecchini Davide Stoppini ROMA

L’emozione contagia di tutti, ma il Professore alla fine – forte della sua esperienza – fa un bel respiro e promuove gli allievi, pur con qualche distinguo. Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazio­ne Italiana Allenatori, vede con noi la sfida tra Juventus e Napoli che in qualche modo celebra Massimilia­no Allegri e Maurizio Sarri, gli ultimi due vincitori della «Panchina d’Oro», prodotti d.o.c. della scuola di Coverciano. La toscanità, tra l’altro, unisce tutti e tre. «Sai come la penso io? Per fare ‘sto lavoro qui, ci vuole un po’ di “merdite” addosso. E noi toscani ce l’abbiamo, forse è per questo che tanti di noi allenano in Serie A». Nessuno, però, ora è al livello di Max e Maurizio, che vince la sfida «perché alla fine è riuscito a prendere campo ad una Juve che fisicament­e non sta bene. Allegri non ha colpe. Aveva provato all’inizio a pressare alto, ma le gambe non c’erano»

LUI E IL NAPOLI Prima del via, però, è andato in scena il passato. «Dalla Juve non sono mai stato cercato, mentre Napoli è stato il mio rimpianto (1998-99, ndr). Per andarci ho lasciato il Bologna in Serie A, credendo che la stagione di B con i partenopei fosse solo di passaggio. Invece non è andata bene, con Ferlaino poi non ebbi un gran rapporto. Giocare al San Paolo non è facile. Ricordo Shalimov, uno che aveva giocato nell’Inter e nella Russia, che mi diceva: “Mister, quando salgo i gradini per entrare in campo mi tremano le gambe”. E se faceva questo effetto a lui...».

CHIELLINI K.O.

Poi inizia la partita. Un occhio alle formazioni («giusto che Sarri abbia scelto di giocare con Mertens invece di Milik»), mentre la Juve perde subito per infortunio Chiellini: «E questo potrebbe condiziona­r, perché Allegri perde un mancino naturale più bravo nella impostazio­ne». Non solo gli infortuni. «Sì, perché le ammonizion­i possono pesare». E la Juve ne prende subito due nei primi 10’. «Rocchi però mi piace, fischia poco, una bella interpreta­zione di gara». Passano pochi secondi e sentenzia: «Le squadre sono a specchio. Tutte e due hanno la superiorit­à numerica in difesa: 4 contro 3, mentre a centrocamp­o 3 contro 3. Il Napoli difende stretto, se la Juve ce la fa a cambiare gioco può metterli in difficoltà. Per questo palleggia con i due centrali bassi e allunga apposta la squadra». Ma è il Napoli che fa la partita. «Sarri prepara l’azione a sinistra per poi provare a chiuderla a destra. I centrali della Juve sono larghi e rischiano le imbucate del Napoli». Il primo tempo scorre quasi senza graffi, escluso il palo casuale

NON AVEVA BRILLANTEZ­ZA, GIUSTO CAMBIARE DYBALA

RENZO ULIVIERI SULLA SOSTITUZIO­NE

BENATIA ERA STATO PERFETTO, PERÒ SUL GOL COME MARCAVA?

RENZO ULIVIERI SUL MOMENTO DECISIVO

di Pjanic. Meglio la ripresa, e senza Dybala. «Non stava facendo granché, e poi Max aveva bisogno di prendere vantaggi in fascia con Cuadrado, e così è quasi un 4-3-3». Il Napoli però mette carne fresca con Zielinski, Milik e Rog. Un acciaccato Madzukic sembra far poco, così alla fine Buffon diventa protagonis­ta. «È bravissimo in tutte le letture». Ma non si fa in tempo a lodare la forza della Juve sulle palle inattive che Koulibaly spariglia i giochi. «Benatia era stato spettacola­re – commenta Uliveri – ma alla fine ha sbagliato. Come marcava?». È finita. Domina l’azzurro. «I bianconeri hanno un punto in più, ma mica lo so se ora sono favoriti col calendario che hanno. Occhio: se gioca così, la Juve perde anche con l’Inter. E può arrivare il sorpasso». Parola di Professore.

Renzo Ulivieri, presidente dell’Aiac, ai tempi del Napoli ’98-99. La carriera da tecnico iniziò nel 1965, allena tuttora il Pontedera donne

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