Lazio e Immobile Lo show è servito E per Inzaghi è già Europa
●Biancocelesti a valanga sulla Samp: sicuro almeno il 6° posto, ma il sogno è la Champions
Altro giro, altra goleada. E altri tre punti che rendono sempre più realizzabile il sogno Champions. E che, nel frattempo, mettono già al sicuro la partecipazione (quantomeno) alla prossima Europa League. Un traguardo che, a inizio stagione, era considerato come un obiettivo (quasi) massimo e che ora invece viene tagliato nell’indifferenza. Perché la possibilità di approdare nell’Europa che conta è lì a portata di mano e ormai conta solo quello.
SOLITO SHOW Inzaghi non sa ancora se riuscirà a far sentire di nuovo alla sua gente la musichetta della Champions che nell’Olimpico laziale, per la fase a gironi, non si ascolta da oltre dieci anni. Ma intanto un grande risultato l’ha già ottenuto. Quello di aver riportato entusiasmo e orgoglio nell’ambiente laziale. Lo ha fatto, il tecnico, a suon di prestazioni come quella con la Samp. Con la Lazio che non si limita a vincere, ma prova (e spesso riesce) a stravincere. La dodicesima goleada stagionale (vittoria con quattro o più gol realizzati) matura con i consueti ingredienti che hanno reso la banda Inzaghi la squadra più prolifica della Serie A (83 reti all’attivo). I biancocelesti lavorano ai fianchi per una ventina di minuti una Samp che alla lunga risulterà inerme, ma che all’inizio pressa e raddoppia per spegnere le fonti di gioco. Poi, terminata la fase di lento e inesorabile logoramento, ecco che emerge la solita Lazio schiacciasassi. I gol stavolta arrivano dall’alto. Le capocciate di Milinkovic e De Vrij prima dell’intervallo (18° e 19° gol stagionale di testa per i biancocelesti) rompono l'equilibrio della gara.
E NUOVI RECORD Equilibrio che non si ricrea più perché, andata sotto, la Samp non riesce a cambiare spartito. Ci prova, per carità, specie a inizio ripresa. Ma i suoi tentativi vanno a sbattere contro una Lazio che, una volta tanto, si mostra inappuntabile pure nella fase difensiva (il trio Caceres-De Vrij-Radu pare quello meglio assortito dei tanti provati da Inzaghi). E così a nulla servono i cambi di Giampaolo che rimescola l’attacco inserendo uno alla volta Kownacki, Quagliarella e Linetty per Caprari, Zapata e Ramirez. A menare la danza è sempre la squadra di casa nonostante le assenze di Luis Alberto (squalificato) e Parolo (che si arrende subito
per il riacutizzarsi del malanno muscolare che gli aveva già fatto saltare Firenze). Ma la forza di questa Lazio è nelle innumerevoli risorse del suo 3-5-2. Stavolta è Milinkovic (un po’ in ombra ultimamente) a tornare in cattedra. Con il gol dell’1-0 e poi con l’assist per il 3-0 di Immobile. Un cioccolatino che il centravanti scarta volentieri come quello che qualche minuto dopo gli confeziona Nani (entrato per concedere la standing ovation a Felipe Anderson e invece pure lui decisivo). Un’altra doppietta, l’ennesima della incredibile stagione del centravanti napoletano. Il suo marchio non poteva mancare. Per aggiornare i record personali (41 reti stagionali, mai nessuno come lui in Italia) e quelli di squadra (117 gol stagionali, record aggiornato; 30° successo dell’annata, miglior score dell’era Lotito).
SAMP BALNEARE Quarto k.o. di fila in trasferta (decimo in totale), la Samp lontano da Marassi resta sempre un’incompiuta. Il clima quasi estivo dell’Olimpico fiacca le idee dei doriani quasi quanto la forza della Lazio. E così alla fine resta il retrogusto amaro di una squadra che sembra stia cominciando a staccare la spina. Il traguardo dell’Europa League è però ancora lì alla portata dei blucerchiati e sarebbe un peccato non provarci fino in fondo. Giampaolo assicura che la sua Samp lo farà nelle ultime quattro gare. Servirà però una tenuta mentale più solida piuttosto che un atteggiamento tattico diverso. Anche se il 4-3-1-2 (poi diventato nel finale 4-32-1) è parso un po’ troppo scolastico per frenare una Lazio che, quando si mette in moto, è complicato fermare.