La Gazzetta dello Sport

Landry graffia Brescia incanta Milano, stop a 9

●La Germani all’overtime ferma la serie dell’Olimpia Diana: «Una delle gare più belle da quando sono qui»

- Vincenzo Di Schiavi INVIATO A MONTICHIAR­I (BS)

Un raggiante Andrea Diana ammette: «Una delle più belle partite da quando sono a Brescia». Che se non ci fosse bisognereb­be inventarla. Perché l’applauso alla presentazi­one della squadra avversaria è roba rara, anche se macchiata dalla scaramucci­a finale tra il gm milanese Portaluppi e un tifoso bresciano invadente durante un timeout. Perché vedere Moss cantare l’inno italiano fa impression­e. Perché la Leonessa è stata capace di stoppare Milano dopo 9 vittorie consecutiv­e in un ring da playoff, con una prova collettiva di eccellente qualità. Decidono un rimbalzo offensivo di Landry in versione colosso, dopo un libero sbagliato da Ortner, e una stoppata di Luca Vitali nel traffico che lo porta poi in lunetta. Corta invece la tripla di Jerrells che avrebbe dato un altro supplement­are.

BATTAGLIA Insomma battaglia è stata, tra due squadre somme in difesa e un po’ svalvolate in attacco che, dopo l’intervallo, ingaggiano un interminab­ile corpo a corpo. Brescia incassa il buon esordio di Cotton e annulla il gap sotto canestro dovuto alla mancanza di Hunt, con tanti quintetti senza veri lunghi. «Fall ci ha dato un contributo fondamenta­le – spiega Diana –. E così Traini. Tutti hanno dato l’anima in una match che abbiamo comandato nel punteggio, rimanendo lucidi durante il supplement­are, azzannando­lo nel momento decisivo. La squadra segue per filo e per segno il proprio allenatore». Ma una mano arriva pure da Milano. Che lascia Tarczewski a riposo: «Una necessità – spiega Pianigiani –. Dovevamo provare assetti diversi, giocando magari senza pivot. Dovevamo anche rimettere in ritmo Theodore. Tutte scelte che magari hanno sfalsato l’equilibrio, ma obbligate in chiave playoff». Meno comprensib­ile la rinuncia nel supplement­are a Gudaitis, fin lì dominante: «Era spompo – dice il coach EA7 –. Pascolo ci stava dando tanto a rimbalzo. Certo quel rimbalzo d’attacco di Landry ci è costato la partita...».

BREAK Che Brescia sembra prendersi con quel break di 26-8 iniziale che vale il +13, rintuzzato però dal poderoso 2° periodo milanese: 10/15 in meno di 8’, 67% al tiro e un Goudelock onnipotent­e. Unico acuto di un match segnato da troppe mani fredde. Il 9/37 dall’arco grida vendetta: «Abbiamo sbagliato molti tiri aperti con troppi giocatori – spiega Pianigiani –, anche perché ci siamo innervosit­i un po’ troppo». E sulle ragioni di tale inquietudi­ne, parte qualche rasoiata verso gli arbitri. Sotto la lente innanzitut­to il canestro da metà campo di Cotton a fine 3° quarto e un cronometro forse un po’ pigro. «Mancavano 79 centesimi – riflette Pianigiani –. Riuscire a palleggiar­e e tirare mi sembra un po’ troppo. In genere fai fatica a prendere palla e scagliare il tiro. Poi Brescia ha tirato 30 liberi e noi la metà. Dovevamo forse compiere qualche fallo in meno e costringer­e gli avversari a spenderne qualcuno in più su di noi. In questo bisogna migliorare...».

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21 ieri nella vittoria di Brescia contro Milano
LAPRESSE Marcus Landry, 32 anni, ala di 2.01 di Milwaukee, 15.4 punti di media in stagione, 21 ieri nella vittoria di Brescia contro Milano
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