L’oro di Napoli
Al 90’ Koulibaly punisce una Juve bruttissima Ora gli azzurri sono a -1
Tutto sbagliato, tutto da rifare per la Juve. Tutto un sogno per il Napoli che adesso ci crede e, mentalmente, ha una marcia in più. Mentre l’Europa ha assegnato gli «scudetti» con anticipi clamorosi, da noi il testa a testa ora si fa addirittura spareggio. Quattro giornate, quattro finali incrociate, e quelle del Napoli sulla carta sono più semplici. Tutto per colpa della Juve. Crollano i bianconeri sul più bello come mai gli era successo, in Italia almeno, nel ciclo Conte-Allegri. Qui non ci sono Oliver inadeguati e Var da evocare. Qui non c’era neanche un Napoli memorabile: anzi, fino al 90’, le colpe dello 0-0 erano da addebitare alla banda Sarri che stava sprecando l’occasione della vita. Ma poi è arrivato Koulibaly, statuario, inarrestabile, a schiacciare in rete pallone e Buffon, riscrivendo il finale del campionato. Senza rubare niente, perché certi atteggiamenti sono sempre a rischio. La Juve ha rischiato e le è andata male: 0-1. La parola scudetto, per il Napoli, non è più proibita.
JUVE PEGGIORE
Stiamo parlando della peggior Juve della stagione: timida, imbarazzata, imbarazzante, sgonfia, irritante anche per i tifosi che l’hanno fischiata quando di retropassaggi e appoggi orizzontali non ne potevano più. Non un’idea, non una manovra da ricordare, tutte le verticalizzazioni affidate a lanci da oratorio. A terra fisicamente e di testa: con tutta probabilità questi sono effetti collaterali della delusione Real. Eppure, così irriconoscibile, Allegri era riuscito a conservare uno 0-0 che lo metteva al riparo da
●●ara esclusivamente difensiva dei bianconeri, Dybala e Pjanic non illuminano, la squadra di Sarri fa la partita e nel finale riapre la lotta per lo scudetto
rischi e sorprese. Ma poi ai bianconeri, sull’orlo del match-ball, viene il «braccino». Nessuno marca più nessuno e sul calcio d’angolo – evitabile come la gran parte dei pericoli, nati tutti da errori marchiani in impostazione – il disastro. Con Benatia che perde lo straordinario centrale napoletano. Dal +9 virtuale dell’ultimo turno, al +4 rassicurante fino al 90’, al +1 che è quasi come dire alla pari. Soprattutto perché la Juve ha in calendario Inter e Roma che, in lotbaracca. ta Champions, niente concederanno. Dopo sei anni si può anche arrivare secondi senza che siano istruiti processi: ma questi 90’ non sono degni di un campionato da scudetto.
QUALE SISTEMA?
Ultimi 90’ cominciati male e finiti peggio. Iniziati male per entrambi perché in fondo per la Juve lo 0-0 era scudetto. Ma c’è modo e modo di impostare strategie difensive. La «gestione» di Crotone aveva provocato il pari, questa ha fatto affondare la All’andata, a Napoli, il progetto di Allegri era stato da applausi: fasce bloccate, spazi inutili a Sarri in mezzo, e contropiede. Qui niente di tutto ciò. A cominciare da un sistema tattico, non facilmente definibile, che forse ha creato ai bianconeri problemi come agli avversari. Triangolo di centrocampo con Matuidi che ogni tanto si allargava a sinistra e cercava invano la profondità. Dybala a fluttuare inutilmente alle spalle di Higuain. E Douglas Costa, versione vecchi tempi, largo a destra sulla linea del «10». Come definirlo? 4-3-2-1? Un rompicapo che in difesa si ricompone in 4-4-2 e, se da un lato chiude gli spazi, dall’altro non aveva la minima idea di come iniziare una manovra e, peggio, proporre un contropiede.
NAPOLI QUASI UNO SPRECO…
Il Napoli stava un po’ a guardare, come le stelle. Avrebbe dovuto capire prima che la Juve era al suo minimo storico, fallosa, imprecisa: subito Chiellini k.o., Pjanic che dimentica di essere play. Ma sarebbero serviti i triangoli veloci e di prima. Invece Sarri si era premurato diligentemente di pressare alto, ai 16 metri, di aggredire con una «gabbia» di tre qualunque portatore di palla, e di tenere la Juve alle corde. Ma a quel ritmo i bianconeri potevano reggere per 900’, non 90, anzi l’occasione migliore era il palo di Pjanic su punizione (deviata). Meglio il Napoli, certo, ma di poco.
SOGNO SORPASSO E meglio anche quando, nel secondo tempo, con Cuadrado per Dybala si passa al 43-3 chiaro e altrettanto inutile. Mentre Sarri comincia la sua tela di cambi ad personam: Milik, Zielinski e Rog per Mertens (male), Hamsik e Allan. Sembra quasi arrendersi Sarri, la Juve pare alleggerire la pressione con Mandzukic che, entrato, fa pressing, unico dei suoi. Ma approssimazione e testa vuota fanno il resto. Il Napoli non vinceva a Torino dal 2009, ma quest’anno la Juve in casa ne ha già perse due: un’enormità rispetto all’unico k.o. nelle quattro stagioni precedenti. E adesso dovrà raccogliere tutte le forze per concentrarsi: perché, fin dal prossimo turno, con InterJuve e Fiorentina-Napoli, non sono da escludere altre sorprese.
LA SITUAZIONE
È stata la Juve peggiore della stagione, imprecisa e mai pericolosa
Il Napoli ha pressato alto e ha sfruttato la distrazione altrui