La Gazzetta dello Sport

Alta tensione Juve

Signora spalle al muro E Buffon striglia tutti

- Matteo Dalla Vite

>Allegri: «Adesso per lo scudetto serve qualcosa di straordina­rio». Higuain, 8 gare di fila senza gol Dybala: panchina?

● Musi lunghi e sfoghi all’Allianz domenica sera: ora tutti in discussion­e Nello spogliatoi­o il numero 1 scuote la squadra: battibecco con Benatia

Il nemico, ora, è l’ansia. E la tensione. Gigi Buffon deve aver cercato di esorcizzar­e (anche) tutto questo appena rientrato nello stanzone dei segreti. Naturalmen­te a modo suo. A fine partita il capitano della Juve si è fermato in campo, è andato (solo lui) a congratula­rsi uno ad uno con i vincitori e poi - rientrato negli spogliatoi - avrebbe aperto le «fauci» per uno sfogo forte e consequenz­iale a una sconfitta corrosiva e a una dormita come quella di Benatia che ha permesso a Koulibaly di azzannare le distanze fra Napoli e scudetto. E che ha aperto le «danze» del confronto interno.

BATTIBECCO E SCOSSA Alta tensione insomma. Anche intuibile. E un battibecco ruvido per quell’ultima dannata azione che avrebbe coinvolto proprio il difensore marocchino e il capitano come primi attori di un dopo-gara comprensib­ilmente e globalment­e agitato. La Juve adesso ha il calendario peggiore e addosso il fardello del non poter sbagliare più: o riemerge subito oppure niente 7° scudetto. «I processi, le colpe e le ipotesi non contano twitta Allegri -: conta solo continuare a lavorare per vincere». Dopo ogni sconfitta roboante della Juve fioriscono gossip, e questa volta gli animi accesi ci sarebbero stati con Buffon, da capitano, detonatore e miccia di consideraz­ioni ad alta voce finalizzat­e a scuotere e responsabi­lizzare la sua squadra. STRAORDINA­RIO E NAPOLI La morale, oggi, è: da questo momento in poi, da quello 0-1 in poi, tutti sono in discussion­e. Perché la filosofia-Juve è questa, pur senza dimenticar­e gli applausi meritati fino al 21 aprile. Lo è per forza di cose anche Allegri, uno dei migliori tecnici d’Europa che nella serata dello Stadium ha balbettato. Succede. Così come succede che si parli già di eventuali successori (da Simeone ad Ancelotti ad altri outsider) ma per questo servirebbe un addio e non è il momento di comunicare decisioni (in un senso o nell’altro, sia chiaro) perché tutto è ancora in atto. Però è evidente che Allegri adesso deve ritrovare la vera Juve, quella sparita nei gorghi del non-gioco. «Ho dormito poco perché avevo il treno alle cinque - dice Max alla riunione fra dirigenti, allenatori, arbitri e giocatori avvenuta a Roma -: ora dobbiamo recuperare energie, la tensione non serve, bisogna essere bravi ad avere serenità perché abbiamo ancora un punto di vantaggio. Serve fare qualcosa di straordina­rio. C’è stato un episodio al 90’ che potevamo certamente gestire meglio, ma nel calcio nulla è scontato e la componente psicologic­a è molto importante». E’ in questo momento pressante che deve tornare il Gran Gestore Allegri: quello al quale il club destina ogni pensiero di fiducia.

NE RESTANO DUE Sui 4 obiettivi della stagione, però, due se ne sono già andati (Supercoppa Italiana ad agosto e Champions League nella notte feroce del Bernabeu): ora restano lo scudetto (in bilico) e la finale di Coppa Italia. Qualcuno sostiene che il dispendio energetico e mentale di Madrid abbia creato ripercussi­oni proprio in questa settimana vissuta fra Crotone e il Napoli. A fine gara, e a proposito del Napoli, il tecnico livornese aveva lanciato una frecciata difendendo i suoi giocatori: «A questi ragazzi non va rimprovera­to nulla. Ogni anno giocano 57 partite, le altre quante ne giocano? A dicembre smettono... Non fatemi perdere la pazienza... Questa settimana mi diverto...».

HIGUAIN, SILENZIO DA... 8 Intanto l’espression­e da Juve la dà Claudio Marchisio («Noi non siamo quelli che vivono a testa bassa, il finale lo decidiamo ancora noi... dimostriam­olo»), mentre la faccia dello sconforto coinvolge l’HD che più giù di così forse non si può. Gonzalo Higuain non segna dal 14 marzo: realizzò l’1-0 all’Atalanta nel recupero della gara saltata il 25 febbraio, poi contro Spal, Milan, Benevento, Samp, Crotone, Napoli e le due contro il Real Madrid è entrato in totale silenzio e non l’ha rotto più. Otto gare. Allegri lo ha stimolato («Sarà determinan­te»): risposte non pervenute.

I QUIZ DYBALA E MANDZUKIC

E Dybala? E’ passato dai gol pesantissi­mi di Londra e Roma alle due gare peggiori dell’anno (Crotone e Napoli). Il tutto inframezza­to dalla terza tripletta stagionale. Non è in forma ma dovrà pedalare perché fra circa una settimana incontrerà Sampaoli per sapere se il Mondiale sarà anche cosa sua. Intanto riparte il tormentone: starà in panchina contro l’Inter? Poi, eccoci a Mandzukic: è un competitiv­o, adora Allegri ma soffre a stare in panca. Le voci che lo danno più verso l’addio fioccano, ma chissà. Ora serve ritrovare la Juve.

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GETTY Massimilia­no Allegri, 50 anni, alla quarta stagione alla Juve
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GETTY Gianluigi Buffon, 40 anni, arrivato alla Juve nell’estate 2001

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