La Gazzetta dello Sport

Uniti dalla Roma, divisi dalla Champions Notte da leoni a Anfield

● L’egiziano eroe di Liverpool, il bosniaco leader a Trigoria Condividon­o l’amicizia e un sogno: alzare la coppa a Kiev

- Stefano Boldrini Massimo Cecchini INVIATI A LIVERPOOL (ING)

«Ican’t get no satisfacti­on». No, nessun vero tifoso della Roma, stasera alle ore 20.45 italian time, potrà dire di trovare soddisfazi­one dal semplice fatto di essere arrivati fin qui. E in fondo, nella città dei Beatles, è bello chiarirlo con le parole dei Rolling Stones. Il Liverpool è avvisato: la cenerentol­a con l’abito gialloross­o non doveva essere alla festa del Principe, ma visto che le scarpette da ballo calzano bene e la musica sembra essere quella giusta, si starà in pista fino alla fine.

VISO DA PRINCIPE A pensarci bene, tra l’altro, il viso più da principe ce l’ha un romanista. Alto, bello, elegante quanto basta. Si chiama Edin Dzeko, e quasi tre anni fa aveva pensato che le corti inglesi non lo apprezzass­ero più come una volta. Era vero. Ora da queste parti vanno di moda le taglie piccole come quella di Mohamed Salah. Trentuno anni il bosniaco, 25 anni l’egiziano. Per due stagioni, in tandem, hanno fatto sognare alla Roma di aver trovato una coppia in grado di farla diventare regina nel giardino di casa. Non è andata così, ma in campo la coppia ha funzionato, tant’è che Dzeko nella scorsa annata ha vinto il titolo di capocannon­iere della A con 29 reti (39 stagionali), molte delle quali propiziate proprio dagli sprint dello Speedy Gonzalez del Medio Oriente.

CORSA ALLA FINALE Nonostante la separazion­e, perciò, il rapporto tra i due è rimasto eccellente. «Contro il Liverpool saranno le partite più importanti della stagione – ha detto il bosniaco –. In 180 minuti possiamo raggiunger­e la finale che tutti sogniamo». E su Salah ha aggiunto: «Che dire? Ci dispiace che Momo se ne sia andato, ma è il calcio. Di sicuro un attaccante che segna 31 gol in Premier può sicurament­e darci problemi». Non è un caso che l’egiziano due giorni fa abbia vinto il titolo di miglior giocatore del campionato inglese, anche perché – nella sua inverosimi­le corsa verso ogni primato – è diventato anche il calciatore africano che ha segnato di più in Premier. «Quando ero a quota 20 reti – ha confidato Salah – ho incontrato Drogba che mi ha chiesto: “Per favore, batti il mio record”. E io gliel’ho promesso: lo farò».

SOGNANDO RUSH Salah, infatti, è stato la star degli «Award 2018», primo egiziano a essere votato dai suoi colleghi calciatore dell’anno e secondo africano di sempre dopo l’algerino Ryhad Mahrez nel 2016. Con i suoi 41 gol nella stagione in corso «tutto compreso», il suo obiettivo è avvicinare, se non migliorare, il primato assoluto di un giocatore del Liverpool, ottenuto da Ian Rush nel 198384, stagione conclusa in modo trionfale con la conquista della Coppa dei Campioni (proprio a Roma) e 47 reti all’attivo. «Per me è un onore aver ricevuto questo riconoscim­ento – le parole di Salah –. Ho lavorato in modo duro e sono davvero felice per il premio. Quando salutai la Premier dopo l’esperienza non felice al Chelsea, tornare quassù per prendermi una rivincita diventò uno dei miei obiettivi». Momo ha parlato anche della sfida con la Roma: «È qualcosa di speciale giocare una semifinale di Champions a Liverpool, in uno stadio come Anfield. È una cosa grande affrontare la Roma, dove ho lasciato molti amici. A questo punto tutto è possibile. Noi viviamo gara dopo gara, ma è chiaro che puntiamo ad arrivare in finale».

ANFIELD GIÀ VIOLATO L’obiettivo comune, com’è ovvio, è mandare uno dei due attaccanti fuori strada. Ma a chi crede alle simmetrie del destino, segnaliamo che Dzeko ha già affrontato il Liverpool 11 volte, e il bilancio è di 4 sconfitte, 4 pareggi e 3 vittorie. Sulla ruota delle equivalenz­e, non ci sarebbe neppure bisogno di dire quale sia il risultato che manca per pareggiare i conti. Una cosa è certa: 7 anni e 13 giorni dopo la sua prima volta, il centravant­i bosniaco tornerà ad Anfield per cercare il poker contro i Reds, visto che finora ha già segnato loro tre gol, uno dei quali proprio in questo stadio. Era il primo marzo 2015 e a fornirgli l’assist fu un compagno di reparto assai nobile chiamato Aguero. Morale: il tempo cambia le cose, anche se non gli appetiti. Ed è per questo in fondo che, nella città dei Beatles, stasera ci sentiamo tutti un po’ Rolling Stones.

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