La Gazzetta dello Sport

MA ATTENTI, IL LIVERPOOL È L’OPPOSTO DEL BARÇA

- di FABIO LICARI

Il rischio vero per la Roma è restare «prigionier­a» del Barcellona e di una notte irripetibi­le. Stasera sarà tutta un’altra storia, non è detto più difficile, e ripensare all’Olimpico farebbe forse perdere di vista il fatto che il Liverpool, tra le semifinali­ste di Champions, è forse il più lontano dal Barça. Quel 3-0 memorabile non dev’essere un capitolo chiuso ma il punto di non ritorno nel processo di consapevol­ezza (come per la Juve la semifinale 2015 contro il Real). Però adesso si cambia. Il Liverpool è meno presuntuos­o del Barça, più affamato e ha una carica psicologic­a spaventosa pari ai gialloross­i. Non palleggia, verticaliz­za. Non aspetta Messi, ma innesca Salah. Non sa rinunciare alla propension­e offensiva, ma perde consistenz­a dietro. Su questi aspetti dovrà giocare Di Francesco che ha dimostrato di interpreta­re i rivali come pochi altri tecnici. Anche la difesa a tre potrebbe essere messa da parte, dovendo affrontare una squadra che ha nel tridente offensivo il punto di forza. Si rischiereb­be di concedere l’uno contro uno a quei tre indemoniat­i di Salah, Firmino e Mané, oppure di abbassarsi sempre a cinque. Meglio forse un centrocamp­ista in più.

Il Liverpool conosce la Roma: non si farà sorprender­e tra le linee, non imiterà gli imbolsiti catalani che non sono riusciti a trovare una mossa alternativ­a all’usurata «palla a Messi». Ma ad Anfield dovrà comunque fare la partita. E questo può concedere un vantaggio tattico alla Roma, la possibilit­à di gestire linee della difesa e tempi delle ripartenze. In trasferta non sempre i gialloross­i hanno convinto, ma già in Inghilterr­a, contro il Chelsea, hanno dato spettacolo. Quello che si chiede loro è di non rinunciare mai a giocare: nel tempio di Anfield, con quello che c’è in gioco, non gli perdonerem­mo mai il contrario.

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