Le regole di Spalletti «Tifate per l’Inter Non contro la Juve»
●«Se hai personalità aspetti una partita così, godendo» Sulla corsa Champions: «Un punto in meno è tanta roba»
Hall di Palazzo H, la casa monumentale del Coni. Gli studenti dell’Università del Foro italico si mischiano ad atleti in transito verso lo Stadio dei Marmi e a calciatori e allenatori reduci dall’incontro con gli arbitri. Luciano Spalletti è l’ultimo a scendere lo scalone che dal Salone d’onore prestato all’Aia di Marcello Nicchi porta all’atrio. Lo aspettano in molti, lo riconoscono da lontano. Scattano selfie, sorrisi, pacche, incitamenti. Uno, in particolare, rivolto dagli interisti: «Mister, sabato togliamo questo scudetto alla Juve». Il sogno dichiarato di tutti i tifosi nerazzurri – anche Gad Lerner, a Un giorno da pecora, su Radio1, ha ammesso: «È ovvio che tifiamo tutti perché lo vinca il Napoli» – in realtà è un cruccio per Luciano Spalletti. «Io spero che i tifosi dell’Inter vengano allo stadio per spingere la nostra vittoria in funzione del nostro obiettivo e non per tifare contro la Juve. Questo deve essere il modo di ragionare di tutto l’ambiente nerazzurro».
PER UN PUNTO... La posta in palio, del resto, è enorme, per il prestigio e il valore finanziario. Champions o no, da qui passa moltissimo del giudizio sulla stagione nerazzurra. L’Inter, con quattro giornate ancora da giocare, ha già 4 punti in più di quanti ne mise insieme in tutto lo scorso campionato. Certo, un posto tra le prime quattro sarebbe un po’ più che la ciliegina sulla torta. Spalletti è abituato a centrare certi traguardi, ma non nasconde la difficoltà dell’impresa e la delicatezza della situazione. A Verona, dopo aver rischiato di non battere il Chievo per il calo dei suoi, soprattutto psicologico, nei minuti finali, ha detto: «Dicendo sempre che se non arriviamo quarti abbiamo fallito non ci aiutate». Ora ricorda: «La Roma e la Lazio hanno un vantaggio – dice chiaramente – hanno un punto in più in classifica, che è tanta roba visto che mancano poche partite alla fine». Se la Roma facesse un miracolo, conquistando questa Champions League e arrivando 5a in campionato, nella prossima ci sarebbe posto per tutti. A Spalletti, che un anno fa, al crepuscolo di Totti, portò i giallorossi al 2° posto, garantendogli l’accesso diretto alla Coppa, si illuminano gli occhi. «La Roma quest’anno ha ottenuto dei risultati straordinari, soprattutto in Champions. Merito della società, dell’allenatore e molto di più dei calciatori, perché a questi io sono particolarmente affezionato», spiega Spalletti.
GODURIA Il calendario, va detto, non alimenta le speranze nerazzurre. L’Inter ha quello nettamente peggiore. E una Juventus arrabbiata, a caccia di immediato riscatto, costretta a non sbagliare più per difendere il punto di vantaggio, fa paura. «A questo punto il calendario non conta – ribatte l’allenatore toscano – Non ci sono partite facili o difficili. Dobbiamo avere la personalità di godere di questa incertezza che c’è. Quelli che hanno veramente carattere e personalità – scandisce – questa partita l’aspettano godendo. Chi ha più timore non vede l’ora che sia domenica».
IMPARARE Già, ma che Juventus si aspetta? «Non so se sarà una squadra meno serena dopo la sconfitta con il Napoli. Chi vincerà questo duello? Sono consapevole del fatto che si tratti di due allenatori, Allegri e Sarri, che sanno benissimo il fatto loro e non hanno bisogno dei miei consigli. Anzi, da loro due c’è solo da imparare. Di conseguenza – chiude – sapranno gestire bene anche questo finale di campionato». In fondo, un gran finale è la stessa cosa che gli chiedono i tifosi dell’Inter. Per ora, a quelli che al Coni lo sfiancano di selfie, lui regala il suo sorriso migliore. Rassicurante. Almeno fino a sabato sera.