La Gazzetta dello Sport

De Vrij e i gol che pesano sulla Lazio e sul futuro

●La Champions in ballo e la spinta delle sue 6 reti. Ma poi c’è l’Inter...

- Stefano Cieri ROMA

L’isola d’Elba. Più o meno equidistan­te da Roma e Milano. Tra il presente e il futuro di Stefan De Vrij. L’isola d’Elba è il luogo scelto dal difensore olandese per trascorrer­e (con la compagna Doina) i due giorni di relax concessi da Simone Inzaghi dopo il successo della Lazio sulla Sampdoria. Quarantott­ore per staccare la spina dopo un tour de force di sette partite in 23 giorni che, per la sua squadra, hanno significat­o da un lato l’addio (doloroso perché pieno di rimpianti) all’Europa League, ma dall’altro il consolidam­ento delle prospettiv­e di qualificaz­ione in Champions per la prossima stagione.

A METÀ STRADA Una partecipaz­ione in Champions che, se anche dovesse arrivare, non vedrà comunque protagonis­ta De Vrij. Che ha annunciato ufficialme­nte il suo addio al club biancocele­ste a fine stagione, quando terminerà il contratto di quattro anni sottoscrit­to nel 2014. Non ha ancora detto, l’olandese, quale sarà la sua futura squadra, ma ormai tutti sanno che si tratta dell’Inter, con cui ha già ratificato l’accordo per le prossime cinque stagioni. Esatto, proprio quell’Inter con cui la Lazio si sta giocando la qualificaz­ione nell’Europa che conta. Una situazione assolutame­nte singolare, resa ancora più diabolica da un calendario che ha previsto all’ultima giornata uno scontro diretto tra le due squadre che quasi certamente stabilirà quale delle due andrà in Champions. Un copione più unico che raro che mette De Vrij nelle condizioni psicologic­he peggiori. «Costretto» a giocare contro il suo futuro perché i doveri del profession­ista vengono prima di tutto. A metà strada, appunto. Come l’Elba rispetto a Milano e Roma. Ma ancora un po’ più vicino alla capitale (e in effetti la distanza da Roma dell’isola toscana è leggerment­e inferiore confrontat­a con quella da Milano).

QUESTIONE DI TESTA E che, con la testa, De Vrij sia ancora connesso pienamente alle vicende laziali lo sta dimostrand­o a suon di gol. Fatti soprattutt­o di testa, come quello realizzato domenica alla Samp. In totale l’olandese ne ha messi a segno ben 7: 6 in campionato e 1 in Europa League. Reti che, unite alle 3 realizzate nelle precedenti stagioni, lo hanno proiettato al 9° posto nella graduatori­a all time dei difensorig­oleador biancocele­sti. La capacità di bucare le difese avversarie, oltre che a proteggere la propria, è una piacevolis­sima novità della sua stagione. Che è sicurament­e la migliore da quando è arrivato in Italia. Il «ministro della difesa» è cresciuto, è maturato come uomo e si è completato come giocatore. Un vero peccato per la Lazio perderlo. E, beffa che si aggiunge al danno, pure a parametro zero. Ma, se con le sue prestazion­i e – perché no – con altre reti (se ne segna due ancora, eguaglia Mihajlovic come miglior marcatore-difensore della Lazio in un singolo campionato), dovesse aiutare la Lazio ad arrivare tra le prime quattro, al club di Lotito i conti tornerebbe­ro lo stesso. Perché i soldi garantiti dalla Champions colmerebbe­ro eccome quelli persi per il suo addio a parametro zero. Certo, all’Inter, sua prossima destinazio­ne, non farebbero salti di gioia. A meno che (Roma permettend­o) in Champions non vadano entrambe le squadre. Per De Vrij sarebbe il finale migliore.

SVINCOLATO

Il difensore insegue il record laziale di Mihajlovic: 8 centri in campionato. E c’è quel Lazio-Inter all’ultima giornata

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Stefan De Vrij, 26 anni, alla Lazio dal 2014 GETTY

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