Maratona e storia È Kipchoge il n. 1 di tutti i tempi?
●Il re di Londra ha nove successi in 10 gare e nove crono sotto i 2h06’. Baldini: «Nessuno come lui»
Chi è il più grande maratoneta di tutti i tempi? La domanda, presupponendo il confronto tra stelle di ere diverse, come sempre in questi casi, è insidiosa. Ma la risposta, dopo anche quanto accaduto domenica a Londra, ha forse una risposta certa: Eliud Kipchoge. Il 33enne keniano, oro olimpico in carica, è l’atleta che, nella storia, ha la più lunga striscia vincente di 42 km di alto livello (8), contro le 6 di Haile Gebrselassie e di Abebe Bikila (due volte, con in mezzo il 5° posto di Boston 1963). Vanta anche 9 successi su 10 gare disputate, con lo stesso Bikila a un bilancio-carriera di 12 su 15 (pesano i ritiri nelle ultime due, Giochi di Città del Messico 1968 compresi, dopo i trionfi di Roma 1960 e Tokyo 1964). Kipchoge è poi l’atleta che, ora, ne ha corse di più sotto le 2h06’(9), con Wilson Kipsang a 8. Il quale, considerando la media delle migliori 5 prestazioni, è il solo a precederlo (di 2”): 2h03’45” a 2h03’47”...
ALIENO Il tutto, sia chiaro, senza considerare «Breaking 2», il tentativo (pressoché) riuscito di abbattere il muro delle due ore: l’allievo di Patrick Sang, il 6 maggio 2017, all’autodromo di Monza, in una corsa estrema e non regolamentare, volò in 2h00’25”. Insomma: Kipchoge, elegante nandi di 1.67 per 52 kg, a 18 anni già campione del mondo dei 5000 (a Parigi 2003), è una sorta di alieno. Capace di «far del bene» anche a chi gli sta intorno: il connazionale Abel Kirui, due volte iridato e suo compagno di allenamenti da circa un anno, domenica 4° in 2h07’07”, non correva una maratona così velocemente dal 2009.
BALDINI In mezzo applausi al 21enne etiope Shura Kitata, 2° in 2h04’49”, alla prima Major della carriera (ma con 8 podi su 9 maratone, successo a Roma 2017 incluso) e a Mo Farah, che ora detiene i record britannici, dai 1500 alla maratona. «Kipchoge – concorda Stefano Baldini – è il più grande maratoneta di sempre e può persino migliorare: il record del mondo non è suo... Ma vale un 2h02’00”. È il più completo, visto che da junior vinceva i Mondiali di cross, quello con la maggior sensibilità, dato che si adatta a qualsiasi condizione e colui che meglio sa gestirsi: domenica nel finale era stanco, ma ha mantenuto un assetto perfetto, senza nulla sciupare».