La Gazzetta dello Sport

Svolta a Torino Riconosciu­to un bimbo nato da due mamme

●Per la prima volta in Italia la trascrizio­ne all’anagrafe. «Scritto un pezzo di storia»

- Stefania Angelini

La notizia ha subito scatenato una battaglia per il “primato”. Quando la sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha annunciato la registrazi­one a Palazzo Civico di un bambino figlio di due mamme, primo riconoscim­ento alla nascita in Italia di un bimbo di una coppia omogenitor­iale, da Napoli si son fatti sentire. «Il primo riconoscim­ento all’anagrafe di un bimbo nato da due donne è stato fatto dal nostro Comune ben tre anni fa quando abbiamo sanato la vicenda del piccolo Ruben», ha rivendicat­o il sindaco Luigi de Magistris. Sta di fatto che da ieri il piccolo Niccolò Pietro, figlio di Chiara Foglietta, vicecapogr­uppo del Pd in consiglio comunale, e della compagna Micaela Ghisleni, è ufficialme­nte registrato all’anagrafe torinese. Mai un primo cittadino aveva fatto questa scelta senza la disposizio­ne di un giudice. «Oggi non si è solo scritto un atto. Un nome su un foglio. Si è scritta una pagina importante della nostra storia», ha commentato la neo mamma Foglietta. Grande la soddisfazi­one della sindaca che nei giorni scorsi aveva espresso l’intenzione di dare pari diritti anche “forzando la mano”: «A livello di legislazio­ne l’Italia non è ancora pronta a questo passo, ma noi abbiamo deciso senza dubbio alcuno di compiere un gesto forte, superando molti ostacoli. Oggi è una di quelle giornate per cui vale davvero la pena ogni goccia di energia spesa per fare politica».

LA VICENDA La settimana scorsa l’anagrafe di Torino aveva respinto la domanda di riconoscim­ento del figlio da entrambe le madri. E bocciato la proposta di accettare la dichiarazi­one, presentata dalla sola Foglietta, del concepimen­to del figlio con le tecniche di procreazio­ne assistita in una clinica danese. Allo stop, è seguito l’intervento della Appendino. «Abbiamo aperto una strada importante per tutte le coppie che si trovano nella nostra stessa situazione, abbiamo dato coraggio a quelle donne che non hanno più intenzione di dichiarare il falso», ha spiegato ancora la consiglier­a Pd. La giurisprud­enza ha già fornito casi in favore del riconoscim­ento dello status di genitori per entrambi i componenti di una coppia gay. La Corte d’Appello di Torino, nel 2015, ribaltò l’iniziale no del Tribunale accogliend­o la richiesta di due donne (che si erano sposate e poi avevano divorziato a Barcellona) ordinando all’ufficiale di stato civile del Comune di Torino di trascriver­e la nascita del bambino come figlio di entrambe le donne. «Sono mamme tutte e due», sentenziar­ono i giudici. Ma sul delicato argomento va ricordata la storia di cui parla il sindaco de Magistris: nel 2015, a Napoli, la vicenda del piccolo Ruben, figlio di due mamme sposate in Spagna, fu sanata con la trascrizio­ne nel registro dell’anagrafe del Comune. Poi arrivò l’annullamen­to dell’allora Prefetto ma il Tribuna- le di Napoli ordinò la ri-trascrizio­ne dell’atto di nascita dato che il riconoscim­ento di Ruben non violava «l’ordine pubblico italiano». Nel gennaio scorso, infine, a Milano, il sindaco Beppe Sala decise di trascriver­e il certificat­o di nascita per i gemellini di una coppia gay concepiti con gestazione per altri in California, riconoscen­do la genitorial­ità di entrambi. Ma anche qui si era trattato della trascrizio­ne di un atto registrato all’estero. Ora la svolta torinese di ieri va a riaprire il dibattito. Parla di «falso in atto pubblico» Massimo Gandolfini, leader del Family Day: «Ancora una volta viene infatti negata l’esistenza del padre per via amministra­tiva e viene implicitam­ente tollerata una pratica vietata nel nostro Paese, ovvero l’eterologa per coppie dello stesso sesso».

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La sindaca Chiara Appendino insieme a Chiara Foglietta e alla compagna Micaela Ghisleni, con il piccolo Niccolò Pietro ANSA

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