Il papà di Alfie non si arrende «Ora è italiano lotta per la vita»
●Il piccolo malato ha la cittadinanza dal nostro governo Rinviato lo stop dei macchinari
La sua sorte resta appesa a un filo, ma da ieri il piccolo Alfie Evans è cittadino italiano. E questo potrebbe permettere al bimbo di appena 23 mesi, affetto da una grave patologia neurologia degenerativa sconosciuta, il trasferimento dal Regno Unito al nostro Paese per continuare a ricevere le cure. E consentirà ai genitori di decidere sul suo destino. La storia di Alfie ricorda quella di Charlie Gard, morto a luglio scorso. «Mio figlio appartiene all’Italia. Continuo a lottare come Alfie continua a lottare», ha detto papà Tom facendo appello al ministro degli Esteri Angelino Alfano, affinché lavori con il suo omologo inglese, Boris Johnson, per facilitare il trasferimento. Proprio ieri, nell’ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool, sono state avviate e poi bloccate le procedure per staccare la spina delle macchine che tengono in vita Alfie. La notizia è stata data da Flo Hoy, amministratore della pagina Facebook dell’«Alfie’s Army»: l’avvocato della famiglia - ha scritto - è riuscito ad ottenere che «l’esecuzione sia temporaneamente sospesa».
LA FARNESINA Alfie dunque è un cittadino italiano, dopo che «i ministri degli Esteri, Angelino Alfano, e dell’Interno, Marco Minniti, hanno concesso la cittadinanza al piccolo. In tale modo, il governo auspica che l’essere cittadino permetta al bambino l’immediato trasferimento in Italia», scrive la Farnesina. Questa procedura permetterebbe un trasferimento di Alfie da Liverpool all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La stessa presidente della struttura, Mariella Enoc, era ieri a Liverpool con un medico dell’ospedale. In ogni caso lo staff medico del Bambino Gesù «è pronto al ricovero di Alfie». E il Papa twitta: «Ascoltate la sofferenza dei genitori».
IL RICORSO Il “no” della Corte europea dei diritti umani, che ieri aveva respinto il ricorso dei genitori di Alfie, e la loro richiesta di tenerlo in vita, sembrava aver spento ogni speranza. I giudici di Strasburgo venerdì scorso avevano ricevuto la richiesta di imporre a Londra misure urgenti, e avevano stabilito di trattare la questione in via prioritaria. La Corte aveva anche ricevuto un ricorso dai genitori di Alfie, in cui chiedevano di stabilire che le autorità britanniche stavano violando il diritto alla libertà di movimento del piccolo non consentendo il suo trasferimento in un altro ospedale. Anche ieri oltre un centinaio di persone si è radunato davanti all’Alder Hey di Liverpool per pregare per Alfie.