L’Empoli da record Andreazzoli va in A e fa meglio di Sarri
●Stessa idea di gioco, ma più gol, punti e vittorie Battuta la squadra della promozione di 4 anni fa
Dopo la grande bellezza della vittoria di Frosinone, la domanda nasce spontanea: ma l’Empoli di Andreazzoli è meglio di quello di Sarri? Le analogie sono evidenti: il gioco, la mentalità, l’organizzazione. Come è evidente l’eredita lasciata dal secondo (ora esaltata a Napoli) e raccolta dal primo: l’idea forte di un calcio verticale. Mancano pochi giorni a una promozione strameritata e fare paragoni con il recente e fortunato passato può sembrare un esercizio di scuola fine a se stesso. Perché in fondo ai tifosi interessa più la sostanza, cioè il ritorno in Serie A, che la forma, cioè la qualità del gioco. Ma a una piazza abituata da sempre allo spettacolo certe distinzioni sembrano meno banali. E quindi: più divertente la squadra promossa nel 2014 o questa? Cominciano dai numeri che, si sa, non guardano in faccia a nessuno.
I NUMERI L’Empoli ha segnato 82 gol in questo campionato, record per una squadra di Serie B dopo 37 giornate (con Sarri erano 49...), ha fatto 76 punti, 4 in più del totale della stagione 2013-14 (e 14 in più a questo punto del campionato), ha vinto di più (22 a 17). Francesco Caputo è capocannoniere con 24 gol: 4 anni fa il miglior marcatore è stato un altro Ciccio, cioè Francesco Tavano con 22 reti. Ma non finisce qui: da quando la B è tornata a 22 squadre, nessuno è andato a segno per 27 gare di fila (18 quelle di Andreazzoli), nessuno ha giocato 23 partite consecutive senza perdere, chiudendo 17 volte con almeno tre gol segnati. C’è naturalmente da ricordare che questo Empoli delle meraviglie va sdoppiato: con Vivarini viaggiava a una media di 1,6 punti a partita, con Andreazzoli, che ha preso la squadra al quinto posto e che è ancora imbattuto, vola a 2,6 punti a partita. Un gap vistoso che va oltre i numeri: l’Aurelio ha dato una scossa a una squadra impostata sul 3-5-2, e quindi su un modulo innaturale per l’Empoli, che metteva in ombra il talento individuale e dava poco spazio all’estetica.
COPPIE GOL I numeri, dunque, promuovono Andreazzoli senza se e senza ma. C’è tuttavia una differenza di fondo da considerare: quell’Empoli partiva dal basso, dopo aver sfiorato la retrocessione in C (playout vinto col Vicenza nel 2012), è stato ricostruito con pochi soldi e tra molte difficolta. Questo Empoli arriva da tre campionati di A, ha personalità e un’idea di gioco consolidata. E, non a caso, appena Andreazzoli è tornato al 4-3-1-2, il vero marchio di fabbrica, è cominciata la lunga corsa verso la A (e non si è ancora fermata). Ma proviamo a pesare le due squadre, cominciando dalle coppie gol. Donnarumma-Caputo meglio di Maccarone-Tavano? Il giudizio resta in sospeso: i primi erano in una fase avanzata della carriera, i secondi devono ancora dimostrare di valere anche in A (quasi simbolica l’unice presenza con Bari e Genoa). Lo potranno fare tra pochi mesi e vedremo se e quanto pagheranno il salto di categoria. La differenza più chiara tra le due squadre è però nella trequarti. Lo Zajc visto in azione l’altra sera è straripante, il cambio di allenatore e di modulo è stato provvidenziale. Lo sloveno sembra avere più qualità ed essendo abile nelle due fasi ha più varietà nelle giocate di Verdi e poi Saponara, che nel 2014 era al Milan e che a Empoli è stato spesso frenato da problemi fisici. In regia Castagnetti è sulle tracce di Valdifiori, mentre in difesa non c’è discussione: due dei titolari di Sarri nell’anno della promozione oggi giocano nel Napoli, uno nella Juve, uno nella Fiorentina. Basta così?