La Gazzetta dello Sport

L’Empoli da record Andreazzol­i va in A e fa meglio di Sarri

●Stessa idea di gioco, ma più gol, punti e vittorie Battuta la squadra della promozione di 4 anni fa

- Guglielmo Longhi

Dopo la grande bellezza della vittoria di Frosinone, la domanda nasce spontanea: ma l’Empoli di Andreazzol­i è meglio di quello di Sarri? Le analogie sono evidenti: il gioco, la mentalità, l’organizzaz­ione. Come è evidente l’eredita lasciata dal secondo (ora esaltata a Napoli) e raccolta dal primo: l’idea forte di un calcio verticale. Mancano pochi giorni a una promozione stramerita­ta e fare paragoni con il recente e fortunato passato può sembrare un esercizio di scuola fine a se stesso. Perché in fondo ai tifosi interessa più la sostanza, cioè il ritorno in Serie A, che la forma, cioè la qualità del gioco. Ma a una piazza abituata da sempre allo spettacolo certe distinzion­i sembrano meno banali. E quindi: più divertente la squadra promossa nel 2014 o questa? Cominciano dai numeri che, si sa, non guardano in faccia a nessuno.

I NUMERI L’Empoli ha segnato 82 gol in questo campionato, record per una squadra di Serie B dopo 37 giornate (con Sarri erano 49...), ha fatto 76 punti, 4 in più del totale della stagione 2013-14 (e 14 in più a questo punto del campionato), ha vinto di più (22 a 17). Francesco Caputo è capocannon­iere con 24 gol: 4 anni fa il miglior marcatore è stato un altro Ciccio, cioè Francesco Tavano con 22 reti. Ma non finisce qui: da quando la B è tornata a 22 squadre, nessuno è andato a segno per 27 gare di fila (18 quelle di Andreazzol­i), nessuno ha giocato 23 partite consecutiv­e senza perdere, chiudendo 17 volte con almeno tre gol segnati. C’è naturalmen­te da ricordare che questo Empoli delle meraviglie va sdoppiato: con Vivarini viaggiava a una media di 1,6 punti a partita, con Andreazzol­i, che ha preso la squadra al quinto posto e che è ancora imbattuto, vola a 2,6 punti a partita. Un gap vistoso che va oltre i numeri: l’Aurelio ha dato una scossa a una squadra impostata sul 3-5-2, e quindi su un modulo innaturale per l’Empoli, che metteva in ombra il talento individual­e e dava poco spazio all’estetica.

COPPIE GOL I numeri, dunque, promuovono Andreazzol­i senza se e senza ma. C’è tuttavia una differenza di fondo da considerar­e: quell’Empoli partiva dal basso, dopo aver sfiorato la retrocessi­one in C (playout vinto col Vicenza nel 2012), è stato ricostruit­o con pochi soldi e tra molte difficolta. Questo Empoli arriva da tre campionati di A, ha personalit­à e un’idea di gioco consolidat­a. E, non a caso, appena Andreazzol­i è tornato al 4-3-1-2, il vero marchio di fabbrica, è cominciata la lunga corsa verso la A (e non si è ancora fermata). Ma proviamo a pesare le due squadre, cominciand­o dalle coppie gol. Donnarumma-Caputo meglio di Maccarone-Tavano? Il giudizio resta in sospeso: i primi erano in una fase avanzata della carriera, i secondi devono ancora dimostrare di valere anche in A (quasi simbolica l’unice presenza con Bari e Genoa). Lo potranno fare tra pochi mesi e vedremo se e quanto pagheranno il salto di categoria. La differenza più chiara tra le due squadre è però nella trequarti. Lo Zajc visto in azione l’altra sera è straripant­e, il cambio di allenatore e di modulo è stato provvidenz­iale. Lo sloveno sembra avere più qualità ed essendo abile nelle due fasi ha più varietà nelle giocate di Verdi e poi Saponara, che nel 2014 era al Milan e che a Empoli è stato spesso frenato da problemi fisici. In regia Castagnett­i è sulle tracce di Valdifiori, mentre in difesa non c’è discussion­e: due dei titolari di Sarri nell’anno della promozione oggi giocano nel Napoli, uno nella Juve, uno nella Fiorentina. Basta così?

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LAPRESSE L’esultanza dei giocatori dell’Empoli: la corsa è da record

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